FILIPPO R O S S I




FILIPPO   R O S S I


UNUM, UNICUM, CONTINUUM

CROMIE E FORME "MOSAICALI" PER INTUIRE IL DIVINO FRA ARMONIE E DISSONANZE

Esposizione Artistica 
all'interno dell'ex Monastero dei Benedettini di Monreale


Filippo Rossi, fiorentino, è stato il più giovane degli artisti convocati da papa Benedetto XVI all'incontro internazionale svoltosi nella Cappella Sistina il 21 novembre 2009. 
Partecipa a mostre italiane e internazionali ed è uno dei sette artisti inviati dall'Opera di santa Maria del Fiore a prendere parte al concorso per un nuovo ambone per il Duomo di Firenze; ha realizzato l'arredo sia della cappella del reparto della maternità dell'Ospedale di Careggi sia della cappella interconfessionale dell'Ospedale Mayer, ambedue a Firenze. 
Sue opere sono presenti in diversi musei italiani. dal 2004, ha approfondito il tema del sacro, con la creazione di pannelli di grandi dimensioni definiti icone astratte. 
Esegue lavori di High Design per professionisti del settore.
















































FILIPPO ROSSI

UNUM, UNICUM, CONTINUUM

Cromie e forme "mosaicali" per intuire il Divino fra armonie e dissonanze


"...Nelle opere di Rossi la materia talora si spezza per dar visione al "sottofondo" del supporto, per accendersi in quella profondità accentuante la tridimensionalità cui tendono "escatologicamente" le opere dell'artista. E dal di sotto, ab inferis, di questo terremoto etico e spirituale emergono, appunto i colori saturi ed assoluti delle sue "intuizioni" di monocromo (del Divino), di quel "vuoto o "nulla" pregno, fatto di colore ma non di forma e di disegno, che tutto contiene come all'alba primordiale della formazione divina dell'universo".
GIAMPAOLO TROTTA




"... Ardita è la struttura pittorica dell'opera di Rossi che mostra nell'oro l'energia teocratica di Ravenna e Monreale, l'eleganza fiabesca di Siena, il vitalismo secessionista di Vienna, mentre nel nero insiste la cupezza dio mille inquisizioni e l'angoscia nietzschiana del secolo atomizzato ad Auschwitz e Hiroshima. Coinvolgente pittura che interpella e attende. Scuote con il silenzio carico di pensieri e rifiuti, ascolto e preghiera. Suscita empatia perchè veritiera nella fibrillazione dello scontro e nella fragranza lirica del cielo che schiude orizzonti teologali"
GIOVANNI BONANNO 




"... Ecco, non solo il figurativo tradizionale ma anche questo tipo di figurazione astratta-come quella di Rossi- può accompagnare il cammino interiore dei cristiani. Cristo stesso, pur nella concretezza del corpo assunto da Maria, non esitò a presentarsi in termini lontani da ogni possibilità figurativa, identificandosi come "via", "verità", "vita", Risurrezione" e "luce" degli uomini. Così l'arte che si riferisce a Cristo, Verbo incarnato del Padre, può benissimo rivestire di forma e colore anche le parole più "astratte" del salvatore, soprattutto per incentivare alla preghiera liturgica, dove il carattere segnico dei riti invita a non soffermarsi sull'aspetto esteriore delle cose.
Le opere di Filippo Rossi - vere "icone astratte" - realizzano tale scopo".
TIMOTHY VERDON




"...La sua intensa e rigorosa ricerca pittorica elabora una nuova iconografia cristiana - soprattutto il basilare segno salvico della croce, rivisitato spesso nella forma antica del tau - attraverso l'impiego di carta, tela di juta e legno, in una morfologia spoglia, che rigetta la pedanteria figurativa optando per un linguaggio formale casto, dimesso e <povero> nelle materie ma sontuoso nella sensualità e nella simbolica, cm'è evidente nel copioso utilizzo dell'oro, con cui Rossi attualizza lalezione della pittura religiosa toscana medievale e proto-rinascimentale.
DOMENICO MONTALTO




"...L'uso dell'oro come lascito trecentesco fiorentino è incastrato con le foglie d'oro della ortodossia delle icone, il tutto viene a lievitare il dato postinformale della matericità di legni e di incrostazioni materiche che denotano un afflato all'informale europeo di stampo fautriano risolto, però, per via materica e non per via di velatura...Rossi insiste con la matericità del materiale impiegato in pittura, perchè lo vuole affermare nella traduzione di trascendenza, di sublimazione dato dalla realtà in oro...impegnandosi a costruire una pittura sacra in quanto pittura di esistenzialità del sacro".
MARIANO APA



r.m.