P I N O ANSELMO

Arte




L'ARTISTA MONREALESE 


P I N O   ANSELMO

ex Monastero dei benedettini
(in occasione di una Mostra realizzata dal 16 al 30 ottobre 2010)


Foto di Valerio Raneli per gentile concessione





Il Sindaco Avv. Filippo Di Matteo con l'Artista Prof. Pino Anselmo








PINO ANSELMO  

IL FAVOLOSO MONDO DELLA FINZIONE


Pino Anselmo, nasce a Monreale nel 1942. Ha studiato presso l'Istituto Statale d'Arte di Palermo dove ebbe modo di conoscere ed apprezzare il Maestro Alfonso Amorelli. Ha conseguito successivamente il Diploma all'Accademia delle Belle Arti di Palermo. Ha, quindi, insegnato discipline pittoriche presso l'Istituto Statale d'Arte di Monreale. Ha partecipato a numerose collettive sia in ambito nazionale che internazionale. Con il maestro Alfonso Amorelli, di cui divenne l'allievo prediletto e dal quale attinse l'impulso all'astrazione, collaborò alla realizzazione delle scenografiw a Siracusa e Segesta in occasione di varie rappresentazioni classiche. Artista dalla pluralità di interessi, che vanno dalla ceramica al mosaico, dalla scultura alla pittura, ha tenuto nell'arco della sua carriera numerose mostre personali in Italia e all'estero conseguendo svariati riconoscimenti. Il Maestro Pino Anselmo rivolge le sue opere su una moltitudine di accordi, su un caleidoscopio di colori armonico come l'arcobaleno. Cerca l'equilibrio, la simbiosi tra spazio, forma e colore. prende spunto dalla realtà per giungere a composizioni astratte, talora surreali, dove la notevole energia del colore caratterizza le sue espressioni, dall'azzurro, al rosso, al giallo. E' come se, come i mistici orientali, dopo una profonda meditazione, riuscisse a raggiungere una realtà unica, armonica, in cui l'uno è il tutto. E' come se volesse dare sfogo con il suo istinto pittorico a queste intuizioni e a rendere leggibili le sue visioni trascendentali. Nelle ultime sue composizioni traspare chiaramente l'uso della metafora, dell'astrazione geometrica; il gusto del dipingere e di cercare l'equilibrio tra colori è sempre vivo. L'artista descrive il suo tempo con una carica fantastica. Cardinali e preti rubano spesso la scena al paesaggio circostante. Pino Anselmo è capace di evocare liturgie, di far cantare la materia. I suoi colori seguono una via precisa, dettrata dall'illuminazione interiore. per Anselmo il colore è fascino: il mondo senza colori sarebbe impensabile. Il colore a cui si affida, dalle diverse gradualità, dalle varie sfumature generate dallo loro collocazione contestuale nelle sue opere, è sorprendente per il generante carico di luce, per lo spessore materico, per il valore dinamico impresso attraverso i loro accostamenti. Egli fornisce delle descrizioni sempre moderne della realtà che ci circonda, con singolare sagacia compositiva, ma tutto trasfigurando, rompendo gli argini convenzionali della realtà sotto l'impulso di una sperimentazione ricca di esiti sorprendenti, che vanno a lievitare nel favoloso mondo della finzione. La sua ricerca personale spazia dalla figurazione all'astrazione senza soluzione di continuità, lasciandosi guidare dall'intuizione. 
L'impulso all'astrazione gli deriva dall'essere stato allievo del grande Alfonso Amorelli. Al Maestro Pino Anselmo, si è voluto offrire l'opportunità di valorizzare e far conoscere anche all'esterno le sue innumerevoli opere. Monreale nei secoli è stata feconda di personaggi che si sono affermati nei vari campi della cultura. E sarebbe nostro desiderio quello di concorrere ad un nuovo risorgimento culturale della nostra cittadina.

Dr. Girolamo Mirto
Consulente per la Pittura del Comune di Monreale      




PINO ANSELMO  
DALLA FIGURAZIONE ALL'ASTRAZIONE

Apprestandoci a guardare e riguardare le sue opere più recenti, diciamo subito che siamo in presenza di un pittore originale: nel senso che risale alle origini, con il risultato di consegnarci dei manufatti che rispondono a quelle necessità di stupore e talvolta di innocenza che De Chirico rivendicava per ogni opera d'arte vera. Per il Maestro Pino Anselmo, è come se egli operasse per cicli, rinnovandosi di continuo, orchestrando i dipinti su una molteplicità di accordi, avvolgente come una carezza. cercando l'armonia tra spazio, forma e colore. In questi cinquant,anni di attività il suo percorso artistico ha attraversato diversi innamoramenti e tensioni emotive, ora trattenute intenzionalmente nelle cadenze della metafora, ora assecondando esigenze narrative, ora sospinto da contaminazioni di generi. Ma il piacere nervoso del dipingere e di amalgamare paste alte, è sempre rimasto un evento spontaneo, un gioco inedito. Di fatto, il lavoro dell'artista monrealese rappresenta una chiave di volta nell'evoluzione di una visione prospettica tutta interna al quadro. Emerge, allora, la carica fantastica con cui l'artista interpreta il suo tempo, laddove la trama pittorica si fa così avvolgente e densa, al punto che la superficie del dipinto acquista vita propria, indipendentemente da ciò che vi è rappresentato. Egli ama dipingere anche su grandi tele. Lo fa attingendo dalla realtà, per approdare a composizioni allusive, mercuriali, cariche di rimandi e di metafore che talvolta sfiorano l'iperbole a scrittura no semplice a leggersi senza un guizzo di ironia, mentre la squillante energia del colore ne scandisce l'impeto espressivo, nell'azzurrità e nei colori della vita. E qui, cardinali e preti (non come quelli che volano di Nino Caffè), finiscono per rubare la scena pure al verdante paesaggio. Perchè il Maestro Anselmo (un artista laico, direbbe Raffaele De Grada), è capace di evocare liturgie e di far cantare la materia e di farci scoprire l'infinito. Mentre i suoi colori vanno dove devono andare: secondo estro e illuminazione interiore. Giacchè, per questo pittore, niente è così affascinante come il colore. Ma, per lui, senza i colori il mondo sarebbe impensabile e invivibile. Visitando questa mostra, sarà, infatti, difficile resistere alle seduzioni  di quel suo universo tanto luminoso e colorato, da stordire. Al Maestro monrealese, più che il racconto, interessano le immagini, che sono la visualizzazione di un pensiero estetico strutturale e poetico, come nelle opere Sguardo di fanciulla, le sue trecce, Donne, il mistero, Un volto, la sua misteriosità. Spesso, sono le immagini, sospese nella trama della materia, che diventano forme di pura invenzione lirica: che si intrecciano e si sovrappongono secondo il ritmo delle emozioni, creando uno spazio fantastico di cui l'artista si appropria facendolo crescere in un rapporto di germinazione e di complessa elaborazione mimetica, presentandoci delle composizioni dense di risonanze emotive e di una forte carica emblematica che testimonia una realtà umana premuta di significati e di variazioni. Di più: fornendo chiavi di lettura sempre aggiornate per la realtà che ci circonda. Come quando il suo pennello si ferma a contemplare (come fa in una sua mostra precedente) la maestà d'un albero che prende slancio negli arabeschi lineari che ricordano le linee-forza di Giacomo Balla. Il pittore Anselmo, dopo avere espresso il suo interesse per la tragica epopea dei giovani ed onesti servitori dello Stato (Morte della legge) per i quali (nel dipinto) accende una teoria di lumini a perenne memoria, si è sentito attratto da cupole di ascendenza islamica con segni multipli che guizzano come grandi ali nell'azzurro di un cielo senza nuvole e da colori rutilanti che sotto l'impulso di emozioni sempre rinnovate sedimentano in una dimensione onirica rarefatta. Oggi, le pennellate morbide e decise e sempre variate  innervano fantasie di colori tenui caldi cangianti mediterranei, sospesi come se attingessero direttamente dalle passioni degli uomini e dallo spirito eterno dell'universo. E sono spuntati Gelsomini di SiciliaGinestreSpighe di grano e insieme l'Albero dei Cardinali e i Fiori con tanto di cappello. Qui giunti, va ricordato pure, che in lui l'attenzione per la figura non è mai venuta meno: e dove il segno si impenna, si sfuma in dissolvenza o si intenerisce, la sintassi si fa eccitazione fantastica e le forme diventano enigmatiche, sospese in un'aura ambigua. Così da sembrare, senza volerlo, un pittore simbolista: come il borghese gentiluomo di Molière che parlava in prosa senza saperlo. Ed alla fine, realizzando un rapporto che si concretizza nella individuazione di brani di reale, visto in chiave fantastica, dove tutto è segreto e nello stesso tempo allusivo, come I pensieri di una donna pettegolaGiocattoli in soffittaPesci nella reteIl fiore e la libellulaFiori secchi di Gipsofila. L'artista monrealese mette al servizio della sua passione creativa tutti quei suggerimenti che, di volta in volta, affiorano alla sua fantasia, con singolare sagacia compositiva, con piglio liberante, ma tutto trasfigurando, rompendo gli argini convenzionali della realtà sotto l'impulso di una sperimentazione ricca di esiti sorprendenti che vanno a lievitare nel favoloso mondo della finzione, come A passo di cardinaleL'albero gravidoCigno curiosoNel mare, la vita. La sua ricerca personale-sia detto senza pensare che si vuol fare una dichiarazione di poetica- spazia dalla figura (o meglio dalla figurazione) all'astrazione senza porsi limiti se non quelli del piacere  del dipingere, di lasciarsi guidare dagli incanti del segno e della tavolozza, quasi a testimoniare come un paesaggio o un ritratto o un'aria screziata di colore, non siano, in pittura, un periglioso artificio. Opportunamente, un grande pittore siciliano come Gigi Martorelli, ha precisato che "la contrapposizione tra astrattismo e figurativismo è un nonsense", poichè la figura non è che un pretesto formale, cromatico, ritmico, ed è alla forza del segno nello spazio più che alle qualità mimetiche che si devono i rimandi, le allusioni che ogni lettura dell'immagine porta con sè come Sèpali e petali di strelitziaUn volto, la sua misteriositàVespri siciliani
Attenti, perciò anche ai livelli di lettura molteplici che si celano sotto la loro superficie cangiante facendo vibrare le corde più intime di risonanze inaspettate, sublimando il dato naturale in un nuovo modo di intendere la sensazione visiva. Nei pannelli musivi che spesso riproducono anche le sue opere pittoriche, le tessere vetrose, i marmi, le pietre della superficie assorbente, i vetri colorati, lavorati, tagliati in forme e grandezze diverse prendono e danno luce nel contrasto e nella trasparenza mentre lo stato rivelativo dell'immagine vitalizza e ri-crea le linee essenziali del disegno sinopiale con accenti di modernità stupefacenti che troviamo anche, negli sbalzi e, naturalmente nelle incisioni e nelle vetrofusioni nelle quali realizza, attraverso raffinate alchimie, preziosità tattili particolarmente elaborate. 
Sono opere con cui l'artista monrealese, mentre coglie l'amalgama del colore palpitante di vita del Tempio normanno di Guglielmo, continua ad evocare scenari la cui resa si fa percettivamente corposa e il segno architettonico coinvolgente. Restituendoci  la magia della durezza di un'arte strappata alla materia di cui egli continua ad avvertire l'assillo, il pathos, le suggestioni come nelle impareggiabili rappresentazioni musive: Grande portale di una chiesa, Uccelli d'Oriente, I pesci, la loro vita, Mistero negli occhi di una donna. Gli è che siamo di fronte ad una pittura di grande respiro artistico, dove il senso del colore è sovrano; una pittura rapinosa, moderna, originale, forse unica nel suo genere, e ad un autore schivo e solitario che ha capacità di vivere il suo tempo proiettandosi in una dimensione "altra", e che proprio per questo, si è già conquistato un suo ruolo da protagonista nella vicenda dell'arte contemporanea.


Pino Giacopelli     


Prof. Pino Giacopelli


















































r.m.