ORGANIZZAZIONE

  


AMMINISTRAZIONE COMUNALE


del Sindaco
Ing. ALBERTO ARCIDIACONO




L'Amministrazione Comunale 
del Sindaco ALBERTO ARCIDIACONO subentra nel mese di Giugno 2019 ed attualmente la sua Giunta Municipale è cosi composta:

ASSESSORI comunali


Luigi D'Eliseo 
Deleghe: Affari legali Gestione finanziaria e Tributi Personale

Giuseppe Pupella:
Turismo Attività produttive Servizi Idrici Interventi di manutenzione generale Verde e Arredo Urbano Servizi cimiteriali 

Rosanna Giannetto
Edilizia privata Edilizia scolastica  Pubblica Istruzione Cultura Pari Opportunità Partecipazione Democratica

Paola Naimi
Polizia Municipale Protezione Civile Trasporti  pubblici

Salvatore Grippi
Gestione Rifiuti

Letizia Sardisco
Risorse Umane Affari Istituzionali e Generali Beni Confiscati  e Legalità Sport e Spettacolo Beni Cuturali Unesco Europa

Russo Sandro
Servizi e Attività sociali assistenziali Patrimonio
                                                      ***

UFFICIO DI GABINETTO DEL SINDACO
Piazza Vittorio Emanuele II, 8/12
Tel. 0916564521/522

UFFICIO STAMPA 

Dott.ssa Ina Modica c/o Villa Savoia 
Tel. 0916564605


                                                                                 ***


IL CONSIGLIO COMUNALE  è così composto:




MARCO INTRAVAIA : Presidente del Consiglio Comunale

RICCARDO ODDO :   VicePresidente del Consiglio Comunale


CONSIGLIERI COMUNALI:       

Alduina Santina Capizzi Pietro Costantini Fabio Davì Ignazio Di Verde Giuseppe Ferreri Rosario Giuliano Antonella La Barbera Francesco La Corte Guiuseppe Lo Coco Giiuseppe Lo Verso Fabrizio Mannino Giulio  Mirto Davide Naimi Paola  Noto Andrea  Oddo Riccardo  Pillitteri Flavio  Russo Sandro  Sardisco Letizia  Terzo Silvio  Valerio Girolamo  Venturella Angelo  Vittorino Girolamo































































Presidenza del Consiglio Comunale 
piazza V. Emanuele II, 8/12 Tel. 0916564512
e-mail: presidenza.monreale@libero.it    




LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL COMUNE  
è così formata:



Segretario Generale
Area Affari Istituzionali e Generali, 
Area Gestione Risorse
Area Promozione Sociale e Territoriale  Corpo di Polizia Municipale,
Area Pianificazione e Assetto del Territorio,



MONREALE panoramica, 
al centro della foto, il COMPLESSO MONUMENTALE "S. MARIA LA NUOVA"













Il nome MONREALE

DA UNA RICERCA EFFETTUATA SU ALCUNI LIBRI DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DEL FONDO MODERNO

  • ...QUESTO MONTE REALE, PER ACCORCIAMENTO E COMPRESSIONE DETTO MONREALE, E PER EUFONIA MORREALE, DEE L'ESSERE E L'APPELLAZIONE AD UN DIVOTO SOGNO DEL DIVOTISSIMO GUGLIELMO II°
(da:Viaggio Pittorico nel regno delle due Sicilie - Il Duomo di Monreale - p.129 vol.III


  • ...POSTA A 7 KM DA PALERMO, TRASSE ORIGINE DA UN ANTICO VILLAGGIO ARABO DETTO BALHARA', AL CENTRO DEL QUALE IL RE GUGLIELMO II FECE COSTRUIRE ...UBICATA...FU PER SECOLI DIMORA PREFERITA DEI RE NORMANNI PRIMA E DI QUELLI CHE SEGUIRONO, PER CUI FU DETTA MONTE REALE, E COL TEMPO DIVENTO' MONREALE
(da:De Veteribus Recentioribusqz Rebus Siculis di S. Policastro, ed Acc. intern. Siculo-normanna Catania 1976-Balharà, Monte Reale, oggi Monreale p. 536)


  • DEGNA D'ESSERE QUI AGGIUNTA ALLE SOPRADETTE CITTA' REALI....ONDE PERCIò GLI ANTICHI RE DELLA SICILIA LA SI SCELSERO PER RITIRARVISI A DI PORTO E STARVI A SOLLAZZO; DA CHE ELLA NE GUADAGNO' IL NOME MONTE REALE.
(da: Teatro delle città Reali di Sicilia Anonimo, Sellerio ed. 1974-"Monreale" p.173)


  • PALERMO ERA VICINA AL VILLAGGIO DI BALHARA O BULCHAR E CHE SI CHIAMA..."MONREALE"
(da:Monreale Capitale Normanna" di G. Schirò Palermo 1978 p. 28 e p. 31)


  • ...NEL 1709, IL GESUITA ANDREA MASSA DA' UNA SUGGESTIVA INTERPRETAZIONE DEL NOME DEL MONTE...DI TALI DESCRIZIONI E ANCOR PIU' DALLE SUCCESSIVE DEI VIAGGIATORI STRANIERI IL LUOGO SI QUALIFICAVA COME UN PIANORO...DENOMINATO MON RAHAL OVVERO MONTE DEL CASALE - E CIO' SOSTANZIA L'IPOTESI DELLA PRESENZA DI UN CASALE ARABO-CON VOCE SINCOPATA DIVIENE MONREALE CHE BEN SI ADATTA SCRIVE IL GIA' CITATO MASSA  AL TEMPIO E MONASTERO BENEDETTINO SEDE ARCIVESCOVILE ERETTO DA RE GUGLIELMO
 (da:Atlante Storico delle città italiane Sicilia -1 - Monreale p.7 di A. J. Lima)

R.M.








MONREALE
CENNI STORICI 



Monreale, situata alle pendici del Monte Caputo in posizione panoramica sui declivi della "Conca d'Oro" -una volta abbondantemente profumata dalla zàgara d'arancio e di limone- si arrampica fino a quasi 350m dal livello del mare.
La cittadina trae le sue origini da un antico villaggio arabo, "Bahalarà" o "Bulchar".
La zona era una grande riserva di caccia dei re Normanni e loro dimora preferita.





I Normanni, sbarcati in Sicilia nel 1060, "ricristianizzarono e rilatinizzarono" l'isola. Come gratitudine, il papa Urbano I, concesse a Ruggero il Normanno, Gran Conte di Sicilia, "l'Apostolica Legazia", secondo la quale il re di Sicilia poteva nominare direttamente i Vescovi siciliani.
A re Ruggero che regnò dal 1130 al 1154, successero  Guglielmo I detto il Malo (1154-1166) e Guglielmo II detto il Buono (1166-1189). Le loro tombe ancora oggi si trovano all'interno del Duomo.


                                                                                                                   
Tomba di Guglielmo detto  il Malo

Tomba di Guglielmo detto  il Buono


DAL LIBRO  DI DON LUIGI LELLO <HISTORIA DELLA CHIESA DI MONREALE>
Nel 1578 l'Arcivescovo Testa fece trasportare il corpo del re Guglielmo II di Sicilia, "cognominato" il Buono, fondatore della Chiesa di Monreale, che faceva ignobilmente sul pavimento della chiesa da un deposito di mattoni; in una sepoltura di marmo posta in mezzo della tribuna maggiore, dove si gira da tutti i lati, e fabbricata da lui con molta spesa. Ha due gradi di marmo, sopra i quali posa una cassa similmente di marmo con le sue mensole lavorate di fregi intagliati a fogliami messi a oro che la guarniscono. Ha sopra gli angoli quattro palle di mischio che mettono in mano il coperchio fatto a piramide che sostiene una croce di marmo fra due palle simili all'altre. Negli otto angoli dei due gradi sono otto colonne di marmo con un orizzonte della banda dei scaccbi dell'arme del re, che sono ancora dipinte in certi ferri che circondano la sepoltura posti fra i capitelli delle colonne e le palle. Da capo e da piedi sono l'arme del re e dell'Arcivescovo.
Da un lato della piramide è scritto parte del motto, che i Re Guiscardi sempre usarono dopo una gran vittoria ottenuta dal Re Ruggieri contra i Saraceni

Re Guglielmo
                                                                                                                                                    
Guglielmo II detto il Buono era figlio di Guglielmo I e di Margherita di Navarra.
Alla morte del padre, salì sul trono appena dodicenne nel 1166 sotto la tutela della madre e da un consiglio di reggenza. Incoronato re nel 1171, Guglielmo seppe conquistarsi la benevolenza del popolo e dimostrare un importante ruolo internazionale. 

Rudi guerrieri e abili politici, i Normanni furono occupati in un progetto di conquista dell'Italia meridionale attuata pacificamente e gradualmente.
La loro politica, favorì l'elemento latino-germanico senza soffocare quello orientale nè quello arabo-islamico, perciò la Sicilia sarebbe stata "romana nella religione, essenzialmente latina nel gruppo linguistico ed europea occidentale nella cultura". 
La monarchia polarizzò attorno a sè genti, leggi, costumi di origine diversa.
Lo Stato venne considerato principale sostenitore dell'iniziativa ed il re, per diritto divino, ne fu al vertice, mentre il popolo vide in lui il principale difensore e perciò gli fu fedele. Attorno al re si strinse  la famiglia regale e la Curia: organo di governo. 
Annualmente, si tenne un parlamento per le decisioni importanti e le cause più gravi. La compagine sociale apparve divisa in classi: 
quella dei villani, ancora vincolata all'obbligo di un servizio da prestarsi; quella dei borghesi, proprietari di terre coltivate per proprio conto. Non era ancora sorta un'economia in cui il lavoro veniva liberamente contrattato e prestato.
Palermo e la corte reale, rappresentarono la capitale di questo Stato che venne considerato la fonte delle iniziative e sostenitore di esse. Obiettivo principale della politica interna dei sovrani normanni fu la restaurazione del cristianesimo, che favorì l'elemento latino, servendosi della Chiesa come migliore strumento.
Il re Normanno Guglielmo II accordò le sue preferenze per il territorio monrealese, le cui origini coincisero con il sorgere dell'abbazia-vescovato ed il formarsi successivamente, di un agglomerato urbano.
Egli concretizzò il suo famoso "sogno" con la splendida realizzazione architettonica del Duomo.

                                                              
La leggenda racconta che la Vergine rivela in sogno al re Normanno Guglielmo II, assopitosi ai piedi di un carrubo, stanco dalle fatiche della caccia, l'esistenza di un tesoro col quale egli avrebbe dovuto innalzare un tempio da dedicare a Lei.


piazza Guglielmo II - Statua della Vergine

Il re, per risolvere la questione musulmana, fece costruire contemporaneamente l'annesso Chiostro dei Benedettini, l'ex Monastero, il Dormitorio. 
                   Duomo                Chiostro        ex Monastero


Chiostro- interno
 ex Dormitorio - interno
Torre Belvedere

Cinse l'intero Complesso di mura e torri in modo da realizzare una fortezza con posizione strategica di difesa, alle spalle della capitale.
Le tesi discordanti degli studiosi del passato (Romualdo Salernitano, Vito Amico, Rocco Pirro, Francesco Testa, Gravina) sostengono invece che già prima di Guglielmo esistevano precedenti costruzioni e che il re normanno avrebbe ripristinato anzichè gettato le fondamenta.
Egli intese convertire i saraceni alla religione cristiana, difendere il territorio da eventuali attacchi nemici.
La creazione di Guglielmo rappresentò il momento culminante della compenetrazione attuata dai Normanni in Sicilia dei tre elementi latino occidentale, bizantino-orientale, arabo-islamico.
Ne diedero prova la politica, l'architettura, l'aspetto linguistico.
I lavori ebbero inizio nel 1172. Papa Alessandro III con la Bolla "Attendentes quomodo" del 29 dicembre 1174 accordò all'abbazia importanti privilegi spirituali. Il monastero fu messo alle dirette dipendenze della Santa Sede.
I privilegi concessi al Monastero favorirono l'afflusso delle popolazioni vicine e Monreale divenne un vero e proprio centro abitato.
Gli abitanti, dapprima si concentrarono attorno al Complesso monumentale, con servi della gleba, custodi del parco regio, familiari e servi dei monaci.
L'Arcivescovo, abate del monastero ebbe, come alto Signore temporale, la giurisdizione civile e penale sulla città e terre della diocesi.
Nel 1176 re Guglielmo fece venire 100 monaci benedettini provenienti da Cava dei Tirreni, guidati dall'abbate Teobaldo approdati in Sicilia con un trireme, esperti copiatori di antichi testi, lavoro importante, prima della stampa del libro,  per la diffusione della scrittura.
Il 15 agosto di quell'anno, con la "Bolla d'oro", iniziò una lunga serie di concessioni in favore dell'abbazia. Ben presto sotto l'impulso di Guglielmo, per le ricchezze ed i privilegi concessi, il monastero divenne centro propulsore di attività religiosa, politica ed economica.


L'intero Complesso comprese anche il corpo dei refettori, la foresteria, l'infermeria, il noviziato, i depositi, le stalle, gli opifici, le officine, e altri locali utili per la conduzione di quella che doveva essere un'azienda agricola d'amplissime dimensioni e di impatto economico.




ANTIVILLA BELVEDERE: i vari accessi servivano per raggiungere gli interni del Complesso e per accedere ai vari depositi.

Dopo la morte di Guglielmo, la sede arcivescovile, preda di ambizioni, attraversò enormi difficoltà, mentre gravi contrasti si accesero tra i monaci e l'Arcivescovo: subentrò dunque un periodo di sgretolamento che condusse all'arresto dello sviluppo iniziale.
Nel 1267 in occasione della Consacrazione della Chiesa, il Vescovo Rodolfo decise di concedere indulgenze ai visitatori del duomo e così fece anche Clemente IV l'anno successivo.
Quest'ultimo, stimolò l'afflusso di molti devoti pellegrini.
Nel 1362 scoppiò lo scisma d'occidente che fino al 1417 lacerò la Chiesa.
La situazione religiosa della città venne arginata dall'Arcivescovo Ventimiglia (1407-1449): egli fece riparare il Duomo, restaurare parte del monastero, costruire una torre fortificata e nel 1435 annesse alla sede arcivescovile di Monreale, l'abbazia di San Martino delle Scale.
Dal 1458 al 1483, l'Arcivescovo di Monreale Ausias Spuig de Podio, ottenne da Sisto I il permesso di raccogliere una dozzina di monaci provenienti da vari monasteri della Sicilia per ripristinare la vita religiosa e il culto, con i quali iniziò una nuova, lenta ma costante rinascita del Monastero.
Si deve al card. Giovanni Borgia (governo 1483-1503) la costituzione della Sagrestia maggiore del Duomo e la fondazione del Monastero di San Castrenze per le suore benedettine.
Col consolidarsi del dominio spagnolo e verso la fine del '400 le condizioni di sviluppo sono più favorevoli per Monreale e la cittadina si presentò più ordinata ed ampia. La documentazione storica può ricostruire quasi ogni aspetto della vita civile e, l'espressione "chiesa e città" di Monreale sta ad indicare che il Comune vive una sua vita propria.G. Schirò: "Monreale, capitale Normanna").

Nella prima metà del '500, Monreale venne divisa in quartieri e contrade: "Pozzillo"- "Ciambra" - "Carrubella" - "Arancio" - "Turbe" - "San Castrenze" - "Carmine".
La sede arcivescovile fu spesso assegnata a uomini illustri sia nella vita politica che ecclesiastica.
Gli Arcivescovi e le Autorità comunali, incoraggiarono con molta efficacia le Scuole.
Prima del Concilio di Trento, il Clero non si trovò nelle migliori condizioni; fu necessario arginare il male che si diffondeva fra il popolo, bisognò rivolgersi ai giovani per alimentare una base idonea e per un futuro migliore. I Padri del Concilio di Trento rafforzarono proprio questa opinione (Decreto tridentino 1563) istituendo dei luoghi adatti all'obiettivo prefisso.
Ludovico I Torres  arcivescovo di Monreale ( 1573-1584) fu grande pastore ed esperto politico. La sua azione fu la prima applicazione dello spirito del Concilio di Trento.
Fondò la Congregazione della Carità per i bisognosi; commissionò il monumento sepolcrale di marmo bianco per re Guglielmo II  e si occupò della sistemazione del palazzo Arcivescovile.
Gli successe il nipote Ludovico II Torres , uno degli Arcivescovi più insigni a Monreale.


 Duomo, interno - Ludovico II Torres

particolare

Adoperò il Sinodo con il quale intrecciò Clero, autorità civili e popolo.
Fece edificare il Seminario Arcivescovile e lo rese famoso: uno dei più ragguardevoli luoghi di educazione e vero e proprio centro di studi; diede impulso all'edilizia; fece costruire la cappella di San Castrenze all'interno del duomo e migliorato gli Statuti dell'Ospedale.
Nel cinquecento a Monreale si consolidò una fervida tradizione di studi filosofici, letterari ed artistici.
Il grande letterato e poeta siciliano Antonio Veneziano nacque nel 1543 proprio nelle vicinanze del quartiere "Pozzillo". Egli occupò un posto di primo piano nella letteratura siciliana; di lui si ricordano il poema in ottave siciliane la "Celia", in cui cantò la sua donna amata.
Scrisse canzoni spirituali, di amore, di sdegno, ottave, proverbi, poemi, epigrammi.
Altro grande, il  pittore Pietro Novelli che nacque nel 1603.
Di lui si ricordano molti dipinti tra cui: "L'Annunciazione", "La Pentecoste", "Mosè e la liberazione di Pietro", la tela dipinta per il Refettorio ("San Benedetto che distribuisce la regola") e che oggi si trova sulla parete dello scalone dell'ex Monastero dei benedettini. 
Nel seicento, l'Arcivescovo Venero, come i suoi predecessori, mostrò vivo interesse per il paese che grazie ad una serie di interventi edilizi e di opere di restauro, acquistò un aspetto migliore; fondò la cattedra di filosofia; fece cingere la città di mura, in occasione della peste, come barriere d'immunità; incrementò il culto del SS. Crocifisso fissando un cerimoniale religioso, ancora oggi molto sentito che si ripete annualmente nei primi giorni di maggio e che culmina con la processione.
Nel '700 la cultura siciliana ebbe un notevole impulso rinnovatore. Infatti, gli studi del Seminario si svilupparono come non mai; si diffuse la cultura francese.
Francesco Testa fece il suo ingresso a Monreale, si circondò di dotti monrealesi e il Seminario, divenne la scuola di tutta la Sicilia. Il movimento di studi che il Testa portò avanti poggiava su due indirizzi, quello letterario e quello filosofico. Il caposcola del primo fu il Murena; del secondo Vincenzo Miceli, famoso filosofo del settecento monrealese.
Francesco Testa, non solo incrementò gli studi ma seppe anche curare attentamente l'economia e l'edilizia del Paese. Sorsero diversi istituti come il Collegio di Maria,
                             (piazzetta Vaglica: il Collegio di Maria e l'annessa Chiesa SS.Trinità)

il Monastero delle monache Teatine, il reclusorio del S. Cuore di Gesù, costruite diverse fontane.
Dopo di lui, per una serie di circostanze storiche, Monreale attraversò un periodo travagliato mentre, dal punto di vista economico, il Testa fu l'ultimo degli arcivescovi del periodo d'oro dell'arcivescovado che rimase nelle mani del re. 
Con la morte di Testa il periodo di splendore della cultura a Monreale declinò, infatti, ancora non esistevano scuole pubbliche. Nel 1788 il governo istituiì in Sicilia le scuole sotto la direzione di Agostino De Cosmi, fautore di un indirizzo popolare; queste scuole vennero aggregate al Seminario e divise in primarie e secondarie, vigilate dai parroci, sindaco, ispettore.



Avanzi dell'antico palazzo reale normanno, rimessi in evidenza da lavori di scrostamento di intonaci sulla facciata del Seminario




Nel 1812, la Costituzione siciliana abolì i privilegi feudali per cui vennero meno i poteri civili dell'Arcivescovado. Di conseguenza il territorio dell'arcivescovo divenne comunale.
A Monreale (considerata città regia), il re Ferdinando riprese i poteri e propose la nomina del benedettino Balsamo come arcivescovo di Monreale che provvide a rimediare la situazione disastrosa venutasi a creare. Con la soppressione dei beni ecclesiastici non tutto il territorio passa al comune e nel 1873 il Parlamento approvò una legge speciale per Monreale secondo la quale il governo del re fu autorizzato a modificare la circoscrizione del territorio monrealese e dei comuni finitimi in base alle loro esigenze economiche. 
La cultura italiana della prima metà dell' '800 dunque fu ancora chiusa in se stessa. Il Balsamo si adoperò per introdurre un certo rinnovamento ma senza grandi esiti; nel 1860 venne estesa la legge Casati relativa alla Pubblica Istruzione: le scuole elementari e superiori dovevano essere in ogni comune e obbligatorie per tutti. Nel 1863 a Monreale si aprirono le scuole ginnasiali; nel 1904 le scuole tecniche. Nella seconda metà dell' '800 le tradizioni culturali del Seminario vennero tenute da G. Vaglica e M. Polizzi. Quest'ultimo nel 1877 fece sorgere il Convitto Guglielmo per i giovani studenti.
Intanto iniziavano a  diffondersi le idee modernistiche provenienti dalla Francia, con l'intento di modificare il messaggio cristiano il cui domma cattolico veniva concepito come verità in continua evoluzione e non stabile e perenne. In questo senso la Chiesa venne a perdere la sua funzione. 
Per reagire a questo fenomeno, nacque l'accademia del "Tomismo". 
In questo campo eccelse Gaetano Millunzi: con lui sembrarono tornati i tempi del Testa. E' infatti in questo periodo che si distinsero altri dotti illustri e non solo per le tradizioni letterarie e culturali ma anche in quelle artistiche.
Nella pittura, Salvatore Giaconia (1825-1899) e Antonino Leto (1844-1913); nel teatro, il famoso puparo Domenico Scaduto
Sorse il teatro comunale.
I rapporti tra Stato e Chiesa non furono eccellenti ma, poco alla volta,  grazie ai diversi impulsi occasionali di manifestazioni culturali, sportive e sociali, Monreale cominciò a sentirsi protesa in un impegno civile.
Il centro storico nel '900 subì una serie di sventramenti e la costruzione di nuovi edifici. Ma nonostante ciò, ha mantenuto il suo aspetto artistico originario che oggi, ci permette di poter risalire alle nostre radici.  
    
  R.M.  

Testo consultato: "Monreale Capitale Normanna di G. Schirò









LE   CHIESE
Cfr. post


1)IL CHIOSTRO DEI BENEDETTINI
2)CAPITELLI
Cfr. i  post



LA GROTTA DI MONREALE
Cfr. post
                                    












Il DORMITORIO DEI BENEDETTINI
Cfr. post




"L’ARCO DEGLI ANGELI" 
Cfr. Post










I QUARTIERI  di Monreale   

Cfr. post



LE FONTANE di Monreale
Cfr. post
   
                                                  


LE PORTE ANTICHE DI MONREAL
Costruite dagli Arcivescovi Venero e Testa
Cfr. post


STORICHE TARGHE COMMEMORATIVE

Cfr. post


ANTIVILLA VILLA BELVEDERE 
Cfr. post


LE ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO MONREALESE 
(elenco non aggiornato)

dallo Statuto del Comune di Monreale

cfr. post