Questo Blog nasce per consentire una semplice visione del Patrimonio culturale, artistico e monumentale della nostra Città, corredato con gli eventi e le manifestazioni culturali di rilievo soprattutto locale. Con il ricordo e la rievocazione di quanti, nella nostra Città, hanno arricchito il campo della cultura e dell'arte, questo Blog intende inoltre dare un modesto contributo alla diffusione della loro conoscenza. A cura di ROSALBA MADONIA. E-MAIL: monrealecultura@gmail.com
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GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
GIORNATA INTERNAZIONALE
PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA
CONTRO LE DONNE
L'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di
Monreale, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della
violenza contro le donne”, organizza, mercoledì 25 Novembre alle ore 10, presso
l’Istituto Scolastico "E. Basile", in collaborazione con i Licei Basile e D'Aleo di Monreale,
un incontro con le classi terze medie degli istituti scolastici del
territorio monrealese, per affrontare e discutere temi che sempre più sono
all’ordine del giorno sulle cronache locali e nazionali.
ORE 12,00: FLASH MOB IN PIAZZA GUGLIELMO II CON LE SCUOLE: INSEGNANTI E ALLIEVI INSIEME PER DARE UN SEGNALE FORTE ALLA CITTA’
ORE 19,00: IL PALAZZO DI CITTA' SI TINGE DI ROSSO IN ONORE DELLE VITTIME DEL FEMMINICIDIO
La prevenzione dei gravi episodi di violenza ed il femminicidio che purtroppo sempre più spesso le cronache ci raccontano –
afferma l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Monreale Nadia Olga Granà – non può prescindere dalla
consapevolezza che la violenza va combattuta quotidianamente nelle relazioni
interpersonali, nel linguaggio, nella dimensione sociale, politica ed
economica, nelle immagini.
Questa giornata – dichiara ancora l’Assessore – è un momento
importante per far crescere in tutti la
coscienza di quanto la lotta contro la violenza sulle donne sia uno dei segni
distintivi di civiltà. Ma questo tema assume maggiore significato se lo si
affronta con le scuole, culla di conoscenza e di coscienza civica.
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
ORE 10,00: INCONTRO CON STUDENTI E OSPITI PRESSO IL LICEO
BASILE
INTERVERRANNO: PIERO CAPIZZI - EMANUELA MULE' - EVELINA SANTANGELO - ANTONELLA MONASTRA - LAVINIA CAMINITI - MARIA FASOLO - DANIELA PUPELLA - ENZA LONGO - FINELLA GIORDANO - ANGELA GANCI - NINNI MOTISI - OLGA GRANA'
INTERVERRANNO: PIERO CAPIZZI - EMANUELA MULE' - EVELINA SANTANGELO - ANTONELLA MONASTRA - LAVINIA CAMINITI - MARIA FASOLO - DANIELA PUPELLA - ENZA LONGO - FINELLA GIORDANO - ANGELA GANCI - NINNI MOTISI - OLGA GRANA'
ORE 12,00: FLASH MOB IN PIAZZA GUGLIELMO II CON LE SCUOLE: INSEGNANTI E ALLIEVI INSIEME PER DARE UN SEGNALE FORTE ALLA CITTA’
ORE 19,00: IL PALAZZO DI CITTA' SI TINGE DI ROSSO IN ONORE DELLE VITTIME DEL FEMMINICIDIO
Assessore alla Pubblica Istruzione Nadia Olga Granà
GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELL'INFANZIA
20 Novembre 2015
GIORNATA INTERNAZIONALE
DEI DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA
Ampia partecipazione oggi a Monreale per festeggiare e ricordare la giornata dedicata ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che servirà a rafforzare la democrazia ed il confronto con la visione del mondo.
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 20 Novembre del 1989, adottò la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: " ...Tutti i bambini hanno diritto a crescere con i propri genitori a esprimere la propria opinione...protetti da ogni forma di violenza...curati e trattati con rispetto e umanità.."
Il Sindaco di Monreale Avv. Piero Capizzi, l'Assessore alla Pubblica Istruzione Arch. Nadia Olga Granà, il Presidente del Consiglio Giuseppe Di Verde, hanno ospitato tutte le scolaresche del territorio negli spazi dell'aula consiliare per trasmettere loro l'auspicio per l'impegno duraturo di garantire, a tutti i bambini, un avvenire migliore.
Grande partecipazione e coinvolgimento hanno reso l'incontro alquanto emozionante.
<Oggi 20 Novembre nel
mondo ricorre la giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’Assessorato alla
Pubblica Istruzione del Comune di Monreale ha voluto festeggiare tale
ricorrenza insieme a tutti gli istituti scolastici del territorio monrealese.
All’incontro, che ha
avuto luogo presso l’Aula Consiliare del comune, hanno partecipato gli istituti comprensivi statali Morvillo,
Monreale II, Guglielmo II plessi Mattarella e Badiella, Antonio Veneziano e la
Direzione Didattica del Pietro Novelli.
All’evento ha altresì
preso parte il Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della
città di Palermo, Dott. Pasquale D’Andrea, che con grande professionalità e simpatia
ha erudito i bambini sulla sua attività in
ambito comunale e ha intrattenuto i piccoli, chiacchierando con loro ed
invitandoli ad esibirsi al microfono.
Tutti i bambini
intervenuti sono stati protagonisti dell’evento, chi cantando, chi recitando,
chi componendo pensieri da affidare ai palloncini blu, generosamente donati per
l’occasione agli alunni delle scuole dall’Assessore alla Pubblica Istruzione
del Comune, Nadia Olga Granà, promotrice ed organizzatrice dell’evento insieme agli
istituti scolastici.
Palloncini sono stati liberati in volo dai
bambini, al termine dell’incontro, in piazza Guglielmo.
La giornata è stata
davvero molto partecipata. Più di 300 bambini erano presenti in sala, accompagnati
da insegnanti e da mamme.
Il Sindaco Capizzi, l’Assessore
Granà e il Presidente del Consiglio comunale Di Verde hanno aperto la giornata
salutando e ringraziando gli intervenuti.
E’ stata una vera festa
per i bambini che hanno mostrato commozione e gioia per aver partecipato. Davvero
bellissimi i piccoli alunni dei plessi Badiella e Mattarella del Guglielmo II
che indossavano delle magliette bianche con cuori rossi e mani colorate, create
per l’occasione dai bimbi insieme alle loro attivissime maestre.
Tutti gli insegnanti
hanno attivamente coinvolto gli allievi, facendo realizzare loro dei lavori che
sono stati esposti per l’occasione e che sono stati anche portati in giro per
la città e mostrati lungo il corteo che, partendo dalla Piazza Guglielmo II ha
raggiunto Piazza Canale, percorrendo la via Roma.
E’ intervenuta alla
manifestazione anche una nutrita rappresentanza del Consiglio Comunale e delle
associazioni culturali operanti nel territorio.
La Dottoressa Maria Daniela Miceli, funzionario
Assistente sociale per il Comune, ha
concluso l’incontro ricordando, con una testimonianza commovente, la figura di Sarina Ingrassia, che
alla tutela dell’infanzia ha donato tutta la sua vita.
“Tutti
i bambini meritano, ha dichiarato l’Assessore Granà, la possibilità di essere felici e sani, di esplorare
il loro mondo in modo sicuro e di raggiungere il loro pieno potenziale.
L’infanzia
è uno dei periodi più belli e spensierati della vita di ogni persona. Ogni
bambino ha il diritto di vivere tale periodo circondato dall’amore dei suoi familiari
che hanno l’obbligo di tutelarlo, garantendogli un benessere psichico e fisico.Un
bimbo che cresce oggi felice e sano sarà,
certamente, domani un buon genitore”.
L'Assessore alla Pubblica Istruzione Arch. Nadia Olga Granà
PRESENTAZIONE LIBRO DI C. BOTTA E M. INGRASSIA
"IL SOGNO NEGATO DELLA LIBERTA'"
Presentazione del Saggio Storico
di
Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro
Prefazione di Michelangelo Ingrassia
Sabato 21 Novembre ore 18,30
ex Monastero dei Benedettini
Viene ricostruita la scena politica sociale
ed economica dell’Italia post-unitaria, partendo dall’Unità d’Italia e
analizzando la partecipazione siciliana
alla costruzione dell’unificazione.
Dal 1891 al 1984 il movimento, formato da contadini, operai,
minatori e artigiani siciliani insorsero contro il governo sino al duro intervento militare sotto il governo Crispi.
Il movimento di massa dei Fasci siciliani dei lavoratori
rappresenta una rivoluzione riformista di ispirazione democratica e socialista,
un tentativo di riscatto delle classi povere contro lo Stato che appoggiava i
ricchi.
L’Unità d’Italia non aveva portato i benefici sperati ed il
malcontento covava fra i ceti più umili che chiedevano riforme fiscali e
redistribuzione delle terre.
Alla fine dell’800 la
mafia accumula capitale, controlla la forza lavoro, domina il territorio; il
movimento si pone quindi come lotta organizzata contro la mafia. Il loro
intento, che è quello di riformare i
rapporti di lavoro, è poco gradito dalle
istituzioni e dalla mafia. La grande crisi capitalistica degli ultimi anni
dell’ XIX sec. colpisce soprattutto i
ceti popolari anche perché i contratti
agrari venivano distribuiti senza alcuna proporzione tra rendita, capitale e
lavoro.
Nella sala espositiva, dell’ex
Monastero dei Benedettini, delle opere artistiche donate dall’artista romana E.
N. Posabella, è stato presentato il saggio storico “Il sogno negato della
libertà” di C. B. , docente di filosofia e storia e Francesca Lo Nigro,
dirigente scolastico.
In queste pagine viene
ricostruita la scena politica, sociale ed economica dell’Italia post-unitaria,
partendo dall’Unità d’Italia e analizzando la partecipazione siciliana alla
costruzione dell’unificazione.
Dal 1891 al 1984, il movimento,
formato da contadini, operai, muratori e artigiani siciliani, insorsero contro il
governo sino al duro intervento militare di Fr.sco Crispi.
Il Movimento di massa dei Fasci
Siciliani dei lavoratori rappresenta una rivoluzione riformista di ispirazione
democratica e socialista, un tentativo di riscatto delle classi povere contro
lo Stato che appoggiava i ricchi.
L’Unità d’Italia non aveva
portato i benefici sperati ed il malcontento covava fra i ceti più umili che
chiedevano riforme fiscali e redistribuzione delle terre. Alla fine dell’’800
la mafia accumula capitale, contro la forza lavoro, domina il territorio; il
movimento si pone quindi come lotta organizzata contro la mafia.
La grande crisi capitalistica
degli ultimi anni del XIX sec., colpisce soprattutto i ceti popolari anche
perché i contratti agrari venivano distribuiti senza alcuna proporzione tra
rendita, capitale e lavoro.
Dopo il benvenuto ai presenti da
parte del Sindaco di Monreale, la Professoressa Valentina Giambruno docente di Lettere nelle scuole Superiori promotrice dell'iniziativa culturale.
La Professoressa, elogia gli autori
del libro, ammira la coerenza del testo ed il rispetto verso gli ultimi.
"I
docenti coraggiosamente – dice –fanno sforzi ad educare con insegnamenti
espliciti ragazzi spesso “difficili” e “soli”. Insegnare storia è sicuramente
gratificante e questo loro ultimo “quaderno”ci restituisce una pagina spesso
offuscata e inglobata in un periodo vasto che è quello del Post-Italia. Un
movimento importante che restituisce dignità e libertà ai lavoratori”.
Quello dei fasci siciliani
rappresenta la prima lotta organizzata contro la mafia per la sinergia
esistente tra mafia e istituzione.
“Rivivere dunque quei momenti storici, restituisce onore a quel passato”.
Nell’intervento del Prof. M.
Ingrassia, che nel testo cura la Prefazione, si sottolinea come l’insegnamento
della storia oggi sia diventato un’ascesa ed una discussione fra addetti ai
lavori.
“Qui invece – dice il Professore
– si tende a restituire il valore e l’essenza della memoria: divulga le
sofferenze e la lotta di un popolo, nel tentativo di riformare una coscienza
tra il passato ed il presente. Il ricordo dei lavoratori delle terre, delle
piccole fabbriche, il bisogno negato di questi, si lega ancora oggi, con la
nostra coscienza. Una storia che si rivolge ai giovani. I sognatori di fine
‘800 erano coloro che sognavano il bene per i braccianti. Oggi la nostra
società replica quegli anni, nonostante la tecnologia ed il “finto” benessere.
Oggi questa società è uguale a quella: sfruttatori/sfruttati. Una società che
sognava e che perciò, lottava. Insomma, una riflessione critica ed una
commozione umana”.
GIUSEPPE SARDISCO
Lo Scultore monrealese
GIUSEPPE SARDISCO
dona un'opera al Comune di Monreale
L’Artista monrealese Giuseppe
Sardisco dona un’opera al Comune di Monreale.
Negli spazi dell’ex Monastero dei
Benedettini (al I° piano – piazza Guglielmo ) è stata ubicata la scultura dal
titolo “Forme e Spazio”.
“Dono con piacere quest’opera – dice l’artista – al
Comune, come testimonianza del mio operare a Monreale, con la speranza che,
insieme alle altre opere dei monrealesi, Nacci, Messina, Spinnato Gambino,
Panella, Guardì, Terruso, Mario Lo Coco, Buffa, possa essere da stimolo alle
nuove generazioni. Sin dalle scuole
medie sono stato trasportato da questo bisogno di esternare questo sentimento
artistico; infatti, ricordo che in quegli anni, avendo disegnato una “natura
morta”, il Prof. di disegno ha rilevato che avrei potuto continuare e perfezionare
questa mia tendenza”.
Giuseppe Sardisco nasce a
Monreale nel 1936 dove vive e lavora . Si è diplomato all’Istituto d’Arte di
Palermo e insegnato discipline plastiche fino al 1998 al Liceo artistico di
Palermo. Sue opere sono presenti presso collezioni pubbliche e private.
Il critico d’arte Francesco Carbone ha scritto di lui:
“ Giuseppe Sardisco, scultore tra i più sensibili nella ricerca del tempo delle
forme, e che fa della grafica non un semplice momento autonomo rispetto allo
scolpire, ma l’identificazione di un altrettanto importante ed impegnato mezzo
espressivo.
GIUSEPPE SARDISCO Scultore
Giuseppe Sardisco nasce a Monreale nel 1936 dove vive e opera.
Sin da ragazzo si appassiona alla scultura esprimendo il suo talento su supporti improvvisati come piccole lastre di ardesia, pietre di fiume, legni, ecc. sui quali, con strumenti rudimentali, incide scene di vita agreste. Amante della natura trova sempre in essa fonte di ispirazione. Si diploma all'Istituto Statale d'Arte di Palermo, dove consolidala sua vocazione nella sezione "Scultura marmi e pietre", in particolare sotto la guida dei professori Alessandro Manzo e Aldo Pecoraino. Successivamente si dedica alla carriera artistica partecipando a prestigiose rassegne d'arte ottenendo consensi e riconoscimenti. Realizza, inoltre, diverse mostre personali tra le quali un'antologica sotto il patrocinio del Comune di Monreale. Tra le sue produzioni particolare rilievo occupano gli arredi per edifici di culto (Istituto Villa Nave di Palermo, Chiesa di S. Filippo Neri allo Zen, Centro Poggio san Francesco , l'Istituto Oasi di Palermo ecc.). Sua è la realizzazione del Monumento alla Resistenza nel Comune di Monreale e una parete in bassorilievo per l'androne della scuola media nel Comune di Marcallo Concasone e alcuni restauri di opere antiche Palermo e Monreale. Di lui hanno scritto: Maria Poma Basile, Gemma Salvo Barcellona, Francesco Carbone; Pino Giacopelli, Giovanni Cappuzzo, Alfredo Marsala di Vita, Terry Montesanto. Ha esposto in locali di arredamenti per un dialogo visivo tra spazio abitativo e forme plastiche. Introdurre una mostra di scultura in tale contesto espositivo e non in una Galleria d'arte, può sembrare ridurre l'opera d'arte ad oggetto iconografico assimilabile a qualsiasi bene di uso comune. Se guardiamo però al passato, vediamo che le opere di scultura hanno accompagnato il cammino dell'uomo in tutti gli aspetti del vivere quotidiano attribuendovi una funzione e una fruizione al di là di quello che oggi definiamo opera d'arte. Basti pensare al primitivo "Totem" attorno al quale le danze tribali, con i loro rituali, contribuivano a dare unità, identità e spessore spirituale a tutta la tribù; o ancora, alla cultura greca dove quell'autentico "gioiello" della "Loggetta delle Cariatidi" mostra sculture di donne, bloccate nelle loro tuniche, adempiere ad una triplice funzione: Struttura portante (colonne di sostegno), richiamo spirituale per il popolo, segnale visivo di identificazione nel territorio. Come non fare poi riferimento a tutto quell'arredo urbano che ha caratterizzato paesi e città nell'Età Romana, nel Medioevo, nel Rinascimento e così a tutte quelle opere che fanno parte del patrimonio artistico di tutta l'umanità e che progressivamente hanno conferito alla scultura il valore d'opera d'arte. Nel tempo però, avulsa da qualsiasi contesto, quest'Arte diventa quasi un feticcio fine a se stesso. Oggi considerata da alcune correnti di pensiero "arte morta" ha perduto quel ruolo così pregnante nel contesto sociale isolandosi, nella maggior parte dei casi. nel chiuso dello studio di alcuni scultori come un seme nascosto che attende di riaffiorare in superficie per recuperare la sua funzione originaria. A questo si aggiunge la mancanza del sostegno di quella committenza illuminata, che ebbe nel mecenatismo la massima espressione, e che non trova nelle istituzioni quel supporto per riappropriarsi del suo ruolo. Ecco perchè "farsi posto" negli spazi del quotidiano riempiendoli di nuovi significati, può rivelarsi un'alternativa concreta perchè la scultura esca dal suo isolamento senza timore di contaminarsi.
Sin da ragazzo si appassiona alla scultura esprimendo il suo talento su supporti improvvisati come piccole lastre di ardesia, pietre di fiume, legni, ecc. sui quali, con strumenti rudimentali, incide scene di vita agreste. Amante della natura trova sempre in essa fonte di ispirazione. Si diploma all'Istituto Statale d'Arte di Palermo, dove consolidala sua vocazione nella sezione "Scultura marmi e pietre", in particolare sotto la guida dei professori Alessandro Manzo e Aldo Pecoraino. Successivamente si dedica alla carriera artistica partecipando a prestigiose rassegne d'arte ottenendo consensi e riconoscimenti. Realizza, inoltre, diverse mostre personali tra le quali un'antologica sotto il patrocinio del Comune di Monreale. Tra le sue produzioni particolare rilievo occupano gli arredi per edifici di culto (Istituto Villa Nave di Palermo, Chiesa di S. Filippo Neri allo Zen, Centro Poggio san Francesco , l'Istituto Oasi di Palermo ecc.). Sua è la realizzazione del Monumento alla Resistenza nel Comune di Monreale e una parete in bassorilievo per l'androne della scuola media nel Comune di Marcallo Concasone e alcuni restauri di opere antiche Palermo e Monreale. Di lui hanno scritto: Maria Poma Basile, Gemma Salvo Barcellona, Francesco Carbone; Pino Giacopelli, Giovanni Cappuzzo, Alfredo Marsala di Vita, Terry Montesanto. Ha esposto in locali di arredamenti per un dialogo visivo tra spazio abitativo e forme plastiche. Introdurre una mostra di scultura in tale contesto espositivo e non in una Galleria d'arte, può sembrare ridurre l'opera d'arte ad oggetto iconografico assimilabile a qualsiasi bene di uso comune. Se guardiamo però al passato, vediamo che le opere di scultura hanno accompagnato il cammino dell'uomo in tutti gli aspetti del vivere quotidiano attribuendovi una funzione e una fruizione al di là di quello che oggi definiamo opera d'arte. Basti pensare al primitivo "Totem" attorno al quale le danze tribali, con i loro rituali, contribuivano a dare unità, identità e spessore spirituale a tutta la tribù; o ancora, alla cultura greca dove quell'autentico "gioiello" della "Loggetta delle Cariatidi" mostra sculture di donne, bloccate nelle loro tuniche, adempiere ad una triplice funzione: Struttura portante (colonne di sostegno), richiamo spirituale per il popolo, segnale visivo di identificazione nel territorio. Come non fare poi riferimento a tutto quell'arredo urbano che ha caratterizzato paesi e città nell'Età Romana, nel Medioevo, nel Rinascimento e così a tutte quelle opere che fanno parte del patrimonio artistico di tutta l'umanità e che progressivamente hanno conferito alla scultura il valore d'opera d'arte. Nel tempo però, avulsa da qualsiasi contesto, quest'Arte diventa quasi un feticcio fine a se stesso. Oggi considerata da alcune correnti di pensiero "arte morta" ha perduto quel ruolo così pregnante nel contesto sociale isolandosi, nella maggior parte dei casi. nel chiuso dello studio di alcuni scultori come un seme nascosto che attende di riaffiorare in superficie per recuperare la sua funzione originaria. A questo si aggiunge la mancanza del sostegno di quella committenza illuminata, che ebbe nel mecenatismo la massima espressione, e che non trova nelle istituzioni quel supporto per riappropriarsi del suo ruolo. Ecco perchè "farsi posto" negli spazi del quotidiano riempiendoli di nuovi significati, può rivelarsi un'alternativa concreta perchè la scultura esca dal suo isolamento senza timore di contaminarsi.
Maria Pia Badalucco
Antonio Veneziano, poeta monrealese
gesso
Vincenzo Miceli, filosofo di Monreale
gesso cm 50x44x85
1980 - In occasione di una Mostra dedicata alla Resistenza, avvalorata dal ricordo di Biagio Giordano, un combattente monrealese per la libertà trucidato dai nazisti, Pino Sardisco, concittadino del martire e artista siciliano tra i più prestigiosi e discreti, ne evoca la memoria.
Un brano della lettera del Giordano, scritta per i familiari poco prima dell'esecuzione della condanna, dice:
< morirò convinto>.
Una frase secca e incisiva, quasi serena, che ti attraversa in profondità e ti suggerisce di pensare, ma non di andare oltre con le parole.
La Resistenza assume oggi la dimensione di un mito, perchè la retorica e le contraddizioni della società attuale ne inficiano i valori, disperdendone il senso e la praticabilità osteggiata nel presente dalle forze reazionarie del potere.
L'affermazione del partigiano monrealese, semplice e placata, ha colpito la sensibilità di Sardisco, la sua coscienza d'uomo, inducendolo alla riflessione e alla ricerca di una proiezione possibile su un dato plastico di memorizzazione. Un "monumento", si dice comunemente, rendendo poi questo codice visivo, questa comunicazione statica nello spazio urbano, un insieme corruttibile di solennità mimetiche sovrapposte, di metafore devianti.
Per Sardisco però, non è stato così, nè poteva esserlo: scultore che desume strutturalmente le forme della natura, per esaltarle nello spazio, nel tempo e nel movimento ascensionali, sfrondando le morfologie plastiche di ogni residuo riferito alle geometrie euclidee; anche in questa circostanza Sardisco è rimasto se stesso.
L'opera rivela questi postulati: linguaggio essenziale, attento e preciso che intreccia il rapporto tra forma e contenuto, tra memoria e assenza, privilegiandoli sul piano delle percezioni. E non perchè quest'ultima realizzi un ipotetico stato di equilibrio, perchè risolva un problema di pregnanza e, nel senso kantiano, renda possibile un mondo, ma perchè la forma, nelle opere di Sardisco, è l'apparizione stessa del mondo e non la sola condizione di possibilità; perchè essa è l'identità dell'esteriore con l'interiore. Una completezza di sè nella totalità ideologica dell'opera in cui la stessa forma si realizza con densità di vita, anche se in questo caso è la morte del partigiano che percepisce e perpetua la vita nel presente e nel futuro. Ed è proprio quanto, con maggiore esplicitazione grafica, si può notare attraverso gli studi su carta, dove il sacrificio del partigiano monrealese è reso con tensioni rapide e fuse in momenti preparatori dell'opera definitiva incalzati e scanditi dalla efficace mobilità dei movimenti, dai loro gesti allusivi ed emblematici. Da quell'impianto grafico frammentato dalla successione di geometrie che si cercano a vicenda, per conferirsi infine un esito omogeneo di intenzioni e di destinazione. Questa mostra accoglie pure altre opere di Sardisco; opere non
Giuseppe Sardisco - Opera senza titolo - Materiale previsto: bronzo
Progetto facente parte di un concorso per l'acquisizione di opere d'arte del
Nuovo Palazzo di Giustizia di Palermo
Nuovo Palazzo di Giustizia di Palermo