1^ BIENNALE INTERNAZIONALE
d'Arte di PALERMO
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"Ho la certezza, originata dal mio
personale ottimismo, che l’avanguardia d’Arte contemporanea non ha ancora vinto
e che non vincerà mai la partita subdolamente condotta nei confronti dell’arte
di tradizione, benché utilizzi notevoli risorse economiche e di comunicazione,
giocando sulle scelte mirate di certi musei, di alcune delle fiere
internazionali d’arte, e utilizzando in modo sapiente un’editoria che sa come
si coinvolge il gusto del collezionismo.
E’ una specie di guerra dei
trent’anni, quella di una interminabile diatriba legata alla presunta verità di
cosa sia la vera arte, e se ci sia ancora posto per coloro che con coerenza
privilegiano l’arte della tavolozza, vittime delle lobbies che la vogliono
sostituire con il regno concettuale dell’arte comportamentale, della land art,
della video art, e delle installazioni che, secondo gli esegeti, dovrebbero
sostituire l’antica nobiltà della scultura. Le ultime leve delle neo
avanguardie sono per lo più formate da giovani eredi di Dada, adepti in buona
fede che sostengono che l’arte di tradizione è ormai defunta, facendo propri i
mantra inquietanti di chi li ha preceduti negli anni Settanta del secolo
scorso. Sono in effetti gli epigoni dell’Arte Povera o dei protagonisti della
sperimentazione concettuale, che ha avuto come leaders in prima fila Beuys e
Christo.
Ma il Sessantotto, con la sua
contestazione, è lui ad essere defunto.
Mi trovo, quindi quanto mai
soddisfatto, e tutt’altro che stupito, per la notevole partecipazione di
pittori e di scultori italiani e stranieri a questa Prima Biennale
Internazionale d’Arte di Palermo. Sono presenti artisti di tradizione che
guardano con convinzione e attenzione ai linguaggi figurativi e informali
internazionali venuti alla ribalta nel Secondo Novecento, dopo il tragico
conflitto bellico, con la conseguente e immediata crisi dei valori e dei
contenuti irripetibili della fine Ottocento e dei primi tre decenni del secolo
successivo. Questa crisi dei linguaggi pittorici e plastici, con le sue
inevitabili successive mutazioni, perdura in maniera lampante in questi lavori
esposti, seguendo un percorso fatto a volte di dubbi, o in altri casi di
immutata spiritualità.
Questo evento, ricco di presenze giunte
da ogni angolo d’Italia e dall’estero, lo si deve a Pietro e a Sandro Serradifalco,
operatori culturali quanto mai determinati nei loro progetti rivolti agli
artisti contemporanei di tradizione. Sono editori di esperienza,
organizzatori di esposizioni in Europa, negli
Stati Uniti e in estremo Oriente. Gli artisti presenti rispondono quindi al
loro appello in modo eclatante, con ricerche di sapiente fantasia, sia in
pittura che in scultura.
Sono libere espressività di artisti
alle quali non è mai prestata sufficiente attenzione; alle quali non è mai
stato dato accesso presso gli spazi espositivi pubblici italiani, quelli che contano.
In questo contesto a Palermo, hanno finalmente l’occasione di essere apprezzati
per le loro singole qualità. E’ in realtà, questa, che doveva essere rivelata;
è un forte gesto conoscitivo di cui in Italia si avvertiva la necessità anche
morale. Le opere, in leggibile e percorribile allestimento, sono dislocate
presso le più importanti sedi espositive del capoluogo siciliano, sino alla
finale e importante confluenza presso gli splendidi saloni del Museo Sciortino
di Monreale.
Da cosa sono accomunati questi
artisti presenti alla Prima Biennale Internazionale d’Arte di Palermo? Viene da rispondere, da una raison ardente, per usare un’espressione
di Rimbaud, quando si riferiva all’anima inquieta di chi crea: Da questo popolo
di artisti, presente in questo territorio dove l’arte ha un cuore antico,
giunge chiaro il messaggio che si tratta di una ragione fatta di veemenza
creativa, di accesa passione o di passione sostenuta dalle convinzioni della
ragione.
Sono poeti della materia che vivono
il presente, interrogandosi, come erano portati a farlo i maestri iniziatici
del passato come Cèzanne e Picasso, sui rapporti tra l’equilibrio della forma,
la composizione cromatica e l’utopia dello spazio; di conseguenza, si è accolti
da un mondo espressivo fortemente
variegato, che va dai contenuti emblematici, ai messaggi poetici,
sovente fuori dal tempo e dalla storia. E’ la rara occasione di affrontare un
evento fatto di immagini stimolanti, e di prendere atto della ricchezza di
tanti talenti, di tanti artisti che trasmettono coincidenze visive intriganti,
inaspettate divergenze, improvvise emozioni, intuizioni del tutto veritiere. E’
infine, lo specchio sfaccettato di tante anime alla ricerca di una propria
verità, che rivelano, smentendo mirabilmente chi ne ha decretato la morte, come
l’arte attuale di tradizione sia ancora ben vitale e fertile".
Paolo Levi
dal 10 gennaio al 3 febbraio
presso:
LOGGIATO SAN BARTOLOMEO (Palermo)
Il loggiato di san Bartolomeo era
in origine parte integrante di un' ospedale, edificato nella prima metà del XIII
secolo dalla confraternita di A San Bartolomeo. La configurazione attuale del
Loggiato risale al 1608 ed è proprio questa parte, aggiunta in un secondo
momento e probabilmente adibita prima a padiglione per la degenza dei malati
infettivi, poi a ricovero per i bambini abbandonati sulla “ruota degli
esposti”, che è arrivata ai nostri giorni, sottraendosi agli attacchi del
tempo. In seguito ai bombardamenti del maggio 1943, infatti, dell’antico
ospedale rimase soltanto il seicentesco loggiato a due ordini, con prospetto
sul Foro Umberto I, scandito da lesene che inquadrano, al primo ordine, archi a
tutto sesto, e al secondo, archi dal profilo sinuoso: a coronamento una balaustra
traforata che ritaglia spicchi di cielo. Laboriosi e accurati sono stati i
restauri promossi e finanziati dalla provincia e conclusi dieci anni fa.
GALLERIA CIVICA "G. SCIORTINO" DI MONREALE
All’interno
del prezioso ex Monastero Dei Benedettini
ben si inserisce la Civica Galleria d’arte moderna “G.Sciortino”,
istituita per volere della nobildonna e pittrice Eleonora Posabella, titolare
della “Galleria del Vantaggio” di Roma. La donatrice, anche Lei prestigiosa
figura di artista, in tempi diversi nel 1986, nel 1997 e nel 2000, ha donato
oltre duecentosessanta opere della propria collezione, nel proposito di onorare
la memoria del noto ed illustre
scrittore, giornalista e critico d’arte Giuseppe Sciortino, suo indimenticabile
compagno scomparso nel 1971. Attraverso una varietà di stili, di sensibilità
artistiche, di canonici estetici, il visitatore può inoltrarsi in percorsi che
possono essere occasioni per arricchire le proprie riflessioni sul tema
dell’arte. Al di là degli elevati valori pittorici rappresentati, si può
individuare in questa rassegna, un viaggio nella storia dell’arte del
novecento che permette di distinguere le
scuole nazionali, i reciproci riflessi, la nascita del moderno. Le opere
presenti in galleria fanno rivivere momenti e sensazioni che trasmettono
messaggi legati all’evoluzione dell’umanità . per esaltare, in uno, tutti i
valori dell’arte, la Galleria Civica propone una grande rassegna nell’auspicio
di suscitare nei visitatori sincero stupore e lusinghieri consensi.
VILLA MALFITANO (Palermo)
Realizzato
nell’Ottocento dalla famiglia Whitaker, il complesso di Villa Malfitano
si trova in via Dante, nel cuore di Palermo. Il magnifico parco si estende su
circa otto ettari e costituisce un vero e proprio Orto Botanico, ricco di molte
specie di piante, anche tropicali. Molto interessanti sono la serra – il
cosidetto Giardino d’Inverno – e il laghetto dei papiri. La palazzina
ottocentesca che vi insiste è di stile neoclassico: essa mantiene intatto il
suo prezioso arredo (quadri, mobili, vasellame, avori, argenterie e una
preziosa collezione di coralli trapanesi del Seicento e del Settecento) ed è un
raro esmpio di conservazione di un bene culturale e ambientale a palermo. Di
particolare interesse è la collezione di arazzi fiamminghi del XVI secolo che
raccontano la storia del viaggio di Enea da Troia alle rive del Tevere, la
coppia di elefantini in smalto cloisonné provenienti dal palazoo imperiale di
Pechino, il clavicembalo settecentesco recentemente restaurato anche nella
parte pittorica, una slitta russa tardo-settecentesca e collezioni di porcellane,
ventagli e quadri dell’Ottocento siciliano. La palazzina è sede della
fondazione Whitaker.
TEATRO POLITEAMA (Palermo)
Nel
1865 il Comune di Palermo delibera la costruzione del Politeama. Il
teatro era stato progettato come teatro diurno all’aperto, ma fu in un secondo
tempo deciso di realizzare una copertura. Nel giugno 1874 fu inaugurato anche
se incompleto e ancora privo di copertura.
La prima rappresentazione fu I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini. Quest’ultima,
considerata per l’epoca opera di grande ingegneria, venne realizzata in metallo
dalla Fonderia Oretea nel novembre del 1877. Gli ultimi lavori, di
abbellimento, furono realizzati nel 1891 in occasione della grande Esposizione
Nazionale che si teneva quell’anno a palermo. Dal 1910 al dicembre del 2006 il
Ridotto del teatro ha ospitato la Galleria d’arte moderna di Palermo che viene
successivamente spostata al Palazzo Bonet. Nel 2000, in occasione del G8
ospitato in città, vengono realizzati i restauri delle decorazioni pompeiane
policrome dei loggiati. Dal 2001 il teatro è sede dell’Orchestra Sinfonica
Siciliana. A partire dall’estate del 2011 iniziano i lavori di restauro della
facciata posteriore del teatro.
INAUGURAZIONE ed Apertura DELLA BIENNALE AL TEATRO POLITEMA