GIORNATA DELLA MEMORIA


Per la 
GIORNATA DELLA MEMORIA

"Se questo è un uomo" 
PRIMO LEVI

VOI CHE VIVETE SICURI
NELLE VOSTRE TIEPIDE CASE,
VOI CHE TROVATE TORNANDO A SERA
IL CIBO CALDO E VISI AMICI:

CONSIDERATE SE QUESTO E' UN UOMO

CHE LAVORA NEL FANGO 
CHE NON CONOSCE PACE 
CHE LOTTA PER MEZZO PANE
CHE MUORE PER UN SI' O PER UN NO.
CONSIDERATE SE QUESTA E' UNA DONNA,
SENZA CAPELLO E SENZA NOME
SENZA PIU' FORZA DI RICORDARE
VUOTI GLI OCCHI E FREDDO IL GREMBO
COME UNA RANA D'INVERNO.

MEDITATE CHE QUESTO E' STATO.

VI COMANDO QUESTE PAROLE.
SCOLPITELE NEL VOSTRO CUORE
STANDO IN CASA ANDANDO PER VIA,
CORICANDOVI ALZANDOVI,
RIPETETELE AI VOSTRI FIGLI.

O VI SI SFACCIA LA CASA, 

LA MALATTIA VI IMPEDISCA, 
I VOSTRI NATI TORCANO IL VISO DA VOI.







WHAT REMAINS




“WHAT REMAINS“
(QUELLO CHE RIMANE)

Parole e segni di una memoria operante

FILM DOCUMENTARIO 
SCRITTO E DIRETTO 
DA 
MICHELE DI DIO
24 Gennaio 2015 h. 17:00

Sala "P. Novelli" 
ex Monastero dei Benedettini

L’Associazione culturale a conclusione della mostra fotografica, proietterà il film documentario scritto e diretto da Michele Di Dio, produzione Centro Studi “Paolo Borsellino”.
L’andamento caotico d’immagini sovrapposte, inseguite da voci e suoni, popola lo schermo spogliando il ricordo da consumati clichè emozionali.


Presentato la prima volta il 4 dicembre 2013 presso DG Justice and Home affaire della Commissione Europea, Place du Luxembourg, durante la cerimonia di intitolazione dell’aula della Commissione ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, questo documento vuole essere “un doveroso omaggio alla memoria e un lucido monito nel perseverare la lotta alla mafia”.

“Quello che rimane non è passato, non è a carico di una memoria contenitore, non è il ricordo che giace al fondo, non posa. Quello che rimane abita le coscienze, le attraversa, le lascia attonite nel sibilo inquietante della devastazione totale, mentre, dentro e fuori, fantasmi in chiaroscuro popolano scenari di disperazione, e ogni gesto è solo ombra di un’umanità ormai totalmente smarrita a se stessa. Infranto lo specchio della realtà, fiumi umani, e mani come ventagli accompagnano feretri carezzandoli. Il canto straziante del sacrificio estremo dei giusti è Quello che rimane. La qualità della memoria è però interprete e custode della qualità dell’esperienza del tempo. Se memoria operante consegneremo, Quello che rimane è genesi e catarsi, si rigenera ad ogni passaggio di consegna, dipende da noi, dalla nostra capacità di essere uomini per altri uomini, cittadini per altre città, presente per il futuro, capaci forse di cambiare il mondo, ma innanzitutto di cambiare il tempo”, così scrive la dottoressa Maria Tomarchio, presidente del “Centro Studi Paolo Borsellino.

L’andamento caotico di immagini sovrapposte, inseguite da voci e suoni, popola lo schermo spogliando il ricordo da consumati clichè emozionali.

Diverse personalità offrono una fredda analisi, una marcata riflessione su quello che rimane, vent’anni dopo, di quel periodo destabilizzante e ancora sanguinante.



Cfr. anche Post: 
Prima Collettiva fotografica  dell’Associazione culturale LUCEGRAFIA
  



PIER PAOLO PETTA



CITTA' DI MONREALE e CIRCOLO DI CULTURA ITALIA

presentano

PIERPAOLO PETTA
Musicista fisarmonicista, originario di Piana degli Albanesi...



...Jazz, Tango, Colonne sonore di spettacoli teatrali e brani tratti da "Zjarri": collaborazioni con valenti artisti non soltanto  siciliani.

                       SABATO 17 GENNAIO ORE  18,00


CIRCOLO ITALIA
Piazza Vittorio Emanuele - Monreale 











                                                                          
              al pianoforte Manuela Quadrante

COLLETTIVA FOTOGRAFICA


PRIMA 
COLLETTIVA FOTOGRAFICA 
DEL GRUPPO ORIGINARIO 
DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE "LUCEGRAFIA"
                    www.lucegrafia.com



                       SALA "P. NOVELLI"
                      ex Monastero dei Benedettini
                      ESPOSIZIONE NUMERO 1

                             
Direzione artistica: Nicola Cappiello
Direzione tecnica: Massimo Rizzo
Grafica: Francesco Giacalone

Espongo i Fotografi: 
Nicolò Balsano
Nicola Cappiello
Beniamino Cangemi
Vincenzo Troia 
Giuseppe Stanfa
Salvatore Martorana
Massimo Rizzo


                 INAUGURAZIONE
Assessore Comunale Dott. Giuseppe Cangemi - Dott.ssa Erminia Scaglia -Dott. Giuseppe Stanfa, Presidente dell'Associazione LUCEGRAFIA e Fotografo espositore

Dott.ssa ERMINIA SCAGLIA Storica dell'Arte e della Fotografia




                            ESPOSIZIONE


Foto di MASSIMO RIZZO








sala P. Novelli





Foto di GIUSEPPE STANFA








Foto di VINCENZO TROIA 
L'apparecchio fotografico: professionale o da dilettanti, economico o costoso, tradizionale o digitale è indispensabile per scattare fotografie. Andrè Kertèsz affermava che la macchina fotografica era lo strumento grazie al quale dava una ragione a tutto ciò che lo circondava. "Lewis Hine invece diceva che se avesse saputo raccontare una storia con le parole, non avrebbe avuto biogno di trascinarsi dietro una macchina fotografica.
Raccontare, rappresentare, collezionare è il compito che si assume il fotografo. Il mondo reale che ci circonda è un mondo complesso. Eventi fisici e psichici ci coinvolgono simultaneamente. 
La fotografia è un medium bizzarro (Roland Barthes/La Camera Chiara), una nuova forma di allucinazione.
Il fotografo, la sua personalità, il suo carattere, la sua cultura e la sua conoscenza determinano la natura di un'immagine e la sua relazione con i fatti e il tempo. 















Foto di  NICOLO' BALSANO
La fotografia è un attimo rubato al tempo che fugge. Istinto e capacità di fissare questi momenti fanno il fotografo.






Foto di BENIAMINO CANGEMI
Quando la fotografia accade, succede senza sforzo, come un dono che non va interrogato nè analizzato. 
"Elliott Erwitt
Attimi, momenti, situazioni, caso, d' emblee scatti. Capa sosteneva che la fotografia non era venuta bene perchè il fotografo non era troppo vicino. Chi scatta, come chi viene ritratto, è parte attiva di una determinata immagine, di un evento accaduto appena trascorso; anch' egli fa parte di quella realtà fotografata. Non a caso Roland Barthes indica come unico vero organo del fotografo il dito. Non l' occhio nè il cuore o il cervello, niente che possa rimandare a possibili concetti metaforici o chissacchè altro, niente di tutto questo: il dito è tatto, il senso deputato più di tutti a toccare, a verificare (San Tommaso docet) se una cosa è reale o meno. Dare un significato ad un dato evento. Testimoniarne la memoria. Registrare il Caso.











Foto di NICOLA CAPPIELLO

Non si può parlare di "fotografia" senza prima iniziare a parlare della "luce". 

Ovvero della formazione dell'immagine e la sua conseguente registrazione. 

Infatti la luce è essenziale per la formazione dell'immagine, che è fatta di luce stessa e di ombra (l'ombra non è altro che assenza di luce), interagendo con i supporti e sistemi (analogico o digitale che sia, senza che uno possa precludere l'altro) sino ad oggi conosciuti. 

Se per lo scultore la materia prima è il marmo, per il fotografo, invece, è la luce. 






Foto di SALVATORE MARTORANA

A volte fisso immagini, avendo dentro dei versi: altre volte per stupore o meraviglia, altre per rabbia o solo per inquietudine o più semplicemente per allegria. Fisso immagini e sono più ricco.

A volte fisso immagini, perchè la bellezza dell ' effimero abbia senso e non si dissolva col tempo, sparendo dalla mia memoria.
A volte fisso immagini, perchè sono poco presente in questo presente.
Fisso immagini, perchè non so scrivere versi.















... appuntamento per la chiusura della collettiva fotografica di giorno 24 gennaio h 17.00 con la proiezione di un film documentario dal titolo: 

"What Remains" (Quello che rimane)