GIORNATA DELL'ARTE


Giornata dell' ARTE
a cura degli studenti 
del 
Liceo Artistico 
"M. D Aleo"


Mattinata all’insegna dell’allegria e della gioia in occasione della manifestazione promossa per festeggiare la giornata del’arte. Tutte le scuole del territorio hanno aderito con entusiasmo all’evento, dandosi appuntamento alle ore 9,30 in piazza Guglielmo II, dove ad attenderle cerano i docenti e gli studenti del liceo artistico “M. D’Aleo” di Monreale , i ragazzi delle associazioni Lucegrafia e Link, Rodolfo Lo Iacono di Vita AllaVilla. A sorpresa i ragazzi del comitato Pioppo Comune hanno arricchito con un tocco di originalità la manifestazione, affiggendo attorno alla piazza una serie di splendidi lenzuoli sui quali erano riprodotte opere pittoriche di grandi artisti, realizzati dai ragazzi delle scuole di Pioppo, provenienti dall’evento Piopp’art, conclusosi recentemente. Gli studenti, sotto la guida dei docenti del liceo artistico, si sono cimentati nella realizzazione di manufatti utilizzando diverse tecniche sia pittoriche che musive. Contenti di sporcarsi le mani per l’occasione, i ragazzi hanno mostrato le loro attitudini artistiche , sotto lo sguardo incuriosito di turisti e passanti, testimoniando ancora una volta che la passione per l’arte accomuna grandi e bambini e rafforzando la convinzione che davvero la bellezza salverà il mondo. Ha manifestato molta soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento l’Assessore alla Pubblica Istruzione Nadia Olga Granà, che ha voluto accompagnare le scolaresche, partecipando alla manifestazione, e che, insieme all’Assessorato ai Beni culturali ha patrocinato  l’evento.







































"UN PENSIERO SULLA BELLEZZA"


di Natale Sabella

 Tratto dal blog 
MONREALE FUTURA-CITTA' E TERRITORIO

31 dicembre 2014


La bellezza sulla terra è vita, movimento, vibrazione, energia, forma, materia sostanza, dimensione e colore. La si scopre appena nati, attraverso i sensi poiché in essa è contenuta ogni cosa. La bellezza ci accompagna per tutta la vita, per tutta la nostra esistenza, essa ci sostiene e ci conduce. L’uomo coglie i frutti dalla bellezza e vive la sua sublime e immensa grandezza. La generosità offerta dalla bellezza si accumula, s’insinua in ciascuno di noi, dimora dentro e intorno a noi. La bellezza si espande ovunque, non ha confini, supera qualunque ostacolo, qualsiasi barriera visibile ed invisibile. E’ visibile in un lavoro ben fatto, nell’arte, nella musica, nella matematica. La bellezza è sorella dell’amore; è eterna, percepibile, palpabile. Sulla terra è diffusa ovunque. La si trova in ogni luogo del pianeta dalle latitudini più alte agli abissi più profondi. Genera continui scenari, paesaggi. I paesaggi della bellezza. Essa è il risultato di un processo che ha dato corpo, e immagine alla vita, ovunque presente trasmette energie positive. La bellezza che offre la natura è splendente e inquietante, impetuosa, dirompente, tranquilla, serena. La bellezza è soprattutto armonia, induce emozioni e sentimenti, stati d’animo. La bellezza, ci avvolge, ci cinge, ci permea, ci circonda, ci attrae, ci coinvolge, ci sostiene, è viva dentro e fuori di noi, non finirà mai di stupirci. Ci induce a riflettere, a meditare a pensare. La bellezza del mondo è una bellezza che si rigenera, si rinnova, si trasforma, si moltiplica in altrettante diverse e differenti forme e solo in apparenza permane in una sorta quiete. La bellezza non si può non riconoscere, ammirarla contemplarla, amarla profondamente, si può finanche piangerla e rimpiangerla. L’uomo è un esteta della bellezza, ha il culto per la bellezza. La bellezza è il simbolo e l’immagine della presenza della vita, il risultato di un lungo processo iniziato miliardi di anni or sono, un processo continuo e ininterrotto che al momento si spera non si arresti mai. La Terra è un esiguo frammento di bellezza, un granulo disperso nell’infinito universo, un pianeta ricco e fecondo, che ha generato cambiamenti biologici, geologici, climatici, epocali, ma che ha sempre prodotto vita e bellezza. Il ritmo della Terra è regolato da forze immense. La terra è deputata a vivere le sue fasi e i suoi cicli entro il tempo che le è stato assegnato, che le è stato concesso, all’interno di una ordinata – caotica esistenza cosmica. Il genero umano al pari degli altri essere viventi, senza distinzione fra le specie viventi, al pari degli oggetti, delle cose inanimate, è parte di questo processo evolutivo – creativo che ha generato la vita sulla Terra, ed essendo parte del Creato non può che nutrirsi e cibarsi della bellezza offerto da madre terra. L’uomo, a differenza degli altri esseri viventi, essendo un soggetto aventi capacità cognitive, ama la conoscenza, ricerca la verità, ama scoprire e ricercare la bellezza non solo sulla Terra ma anche fuori di essa. La bellezza non ha limiti e non appartiene solo alla Terra, essa si ritrova in ogni parte dell’universo, poiché permea e invade l’intero universo. L’uomo se ama la verità, ha desiderio, ha voglia di scoprire e ricercherà sempre la bellezza, la ricerca attraverso i suoi studi, le sue applicazioni, le sue ricerche il suo lavoro. Questo perché ricercare la bellezza diviene una questione importante e fondamentale per l’esistenza umana. L’uomo con il passare del tempo, andrà sempre più a ricercare nuovi mondi, nuove dimensioni, nuovi spazi, avendo sempre il desiderio di fare delle scoperte, la cosa importante e che non dovrà mai travalicare i confini del sogno e dell’immaginazione. Questo significa immergersi nel mistero. La bellezza è, soprattutto, fonte d’ ispirazione e creatività, suscita meraviglia, stupore; non è altro che il principio animatore che muove e anima il genere umano. La sua immagine in apparenza immutabile non appartiene solo al mondo in cui viviamo, alla terra, all’uomo, apparterrà all’eternità non al tempo. La bellezza muta, si trasforma e si riproduce. La bellezza generata dalla mente umana stenta e fa fatica a resistere al tempo. L’uomo fa tutto il possibile per conservarla e tramandarla ai posteri, ma tutto ciò non è altro che una triste ed effimera illusione. Sola la bellezza nelle sue svariate forme ed espressioni può salvare l’uomo, lo potrà redimere dal male che inesorabilmente avanza. La bellezza, sarà l’unico elemento che salverà il genere umano dalla distruzione che si ripete ogni qualvolta ci si accinge a mortificare e a violentare il nostro pianeta e noi stessi. Solo la bellezza ci sottrae alla morte in vita, poiché è un dono, un presente, segno di salvezza e di speranza. La bellezza, quella interiore, se è sentita ed è profonda e l’animo umano non è selvaggio, non può che annidarsi e germogliare dentro di noi. Di bellezza si può anche morire, ma rimane incomprensibile come l’uomo non veda il male che fa alla terra e di conseguenza a se stesso. L’acqua, la terra, il fuoco, l’aria, portano in sé l’essenza della bellezza. La bellezza, comunque ed in ogni caso, si trova dappertutto; è sempre riconoscibile, sebbene si presenti sotto diverse forme, per sua natura prevale sulla bruttezza che l’uomo ha creato, come il bene prevale sul male. E’ il presente e il futuro dell’umanità, anche nell’istante nel quale giungerà il tempo in cui l’umanità non esisterà più sopra il pianeta terra. La bellezza è all’uomo prestata, non le appartiene, poiché è di tutti e di nessuno. La bellezze è verità, conoscenza, gioia infinita, è soprattutto, mistero, non conosce confini, è compagna dell’amore e della verità, è la rotta dei sentimenti e della riconoscenza.
Natale Sabella architetto

                                               
All rights reserved


GIUSEPPE SCHIRO'






Prof. Giuseppe Schirò

L'OTTANTENNE MAGO DEGLI ARCHIVI:  "COSI' SALVO LA STORIA DELL'ISOLA"

di Amelia Crisantino




Se da Palermo da Roma o da Parigi uno studioso volesse indagare fra le carte che, raccolte presso l'Archivio Diocesano di Monreale, permetteranno di scrivere la storia sociale del vasto territorio governato dall'arcivescovo non ha che da collegarsi via Internet al sito dell'Archivio. Direttamente da casa potrà condurre la sua ricerca, accedere a cataloghi e repertori, chiedere copia dei documenti. Un servizio all'avanguardia, che funziona già da un paio d'anni. Un piccolo miracolo di efficienza che pochi conoscono. L'ordinamento di un archivio storico è di quelle cose che non ci si chiede mai come siano avvenute. Quando esiste e funziona, l'archivio sembra esserci da sempre: l'antichità delle carte che raccoglie crea un mondo a parte e aspira a essere libero da tutti quei problemi legati al quotidiano barcamenarsi che affliggono le nostre istituzioni culturali. Eppure sia l'archivio diocesano di Monreale che parecchi altri in giro per la Sicilia hanno una nascita molto recente e anche un loro creatore che oggi incontriamo.

Se esistesse una ideale tipologia umana degli ordinatori  d'archivio, non potrebbe che avere le fattezze del professore Giuseppe Schirò. Di sicuro avrebbe il suo aspetto senza tempo, simile a un saggio d'ascendenza orientale. come lui avrebbe una svagatezza gentile, che senza preavviso si trasforma in puntigliosa precisione quando si passa a parlare delle sue carte, dei criteri con cui sistemare i documenti. Se si prova a immaginare il professore Schirò da giovane lui che ormai si avvicina agli ottant'anni, è sempre come un sistematore di archivi che lo si pensa. E lui conferma quest'intuizione. Mi accoglie cordiale e sorridente nel suo studio naturalmente traboccante libri, subito mi dice che a creare archivi ha cominciato dopo essere andato in pensione, con quella che definisce ripresa tardiva di una vocazione originaria. Tutto comincia dal desiderio di conoscere la storia di Monreale.
Avevo 10 o 12 anni, non trovavo libri su Monreale. Però trovavo libri sul Duomo. Per esempio c'era il Gravina, volumi enormi, che ad aprirli occupavano tutto il piano della scrivania. Ricordo che comprai sei quaderni e cominciai a raccogliere le notizie dividendole per argomenti, realizzando una specie di titolario. La curiosità era destinata a crescere con gli anni: Ero già universitario quando il parroco mi chiese di mettere in ordine i registri della Matrice. Non si trattava di registri di battesimi, erano carte sciolte. C'erano documenti di ogni genere, centinaia di carpette, tante notizie sulla città. C'erano quattro volumi intitolati "Diversa Commentaria", li aveva raccolti un canonico ai primi dell'Ottocento e dentro c'erano atti notarili, fatti di cronaca. Era una specie di zibaldone storico, c'era di tutto. I contratti riguardanti i censi, le donazioni. Pensai di scriverla io la storia di Monreale, visto che non esisteva niente. Esisteva solo qualche opuscolo, nient'altro. Fra gli opuscoli di cui parla il professore Schirò la parte del leone la facevano gli scritti dal canonico Millunzi, ucciso nel 1992, non se n'è saputo più niente. Perchè non se n'è voluto sapere più niente. Monreale era una delle capitali della mafia, figurarsi se qualcuno parlava. Il paese sapeva perchè il canonico era stato ucciso, sapeva chi era stato. Lui, il canonico, era un uomo di cultura ma s'era messo in testa idee pericolose, voleva recuperare le rendite della Cattedrale, usurpate ormai da tempo. S'illudeva che coi soldi sarebbe stato possibile finanziare i restauri del Duomo. Aveva torto, le rendite erano state falcidiate dall'inflazione. Buona parte dei cespiti era costituita dalle acque, le acque della Conca d'Oro erano tutte della cattedrale. Lui cercò di lottare, anche aderendo a una linea mafiosa. Allora la mafia non suscitava quell'automatica condanna che si spera susciti adesso in molti di noi, se non in tutti. Puntò su un cavallo sbagliato, si appoggiò a qualche cosca perdente. E fu ucciso. Mettere in ordine gli archivi era indispensabile al progetto di scrivere la storia e Schirò, che a lungo è stato direttore della Biblioteca comunale di Monreale, stava per andare in pensione quando ebbe l'incarico di riordinare l'archivio del Comune. Nel frattempo una sua storia di Monreale l'aveva scritta, s'era adattato a che la Cassa Rurale ne facesse omaggio ai soci. Ma una storia sociale, come quella che Le roy Ladurie scrisse per il paese di Montaillou, era possibile solo creando gli archivi. Dopo quello del Comune, Schirò passa a riordinare l'archivio dell'arcivescovado: è uno dei più importanti dell'Italia meridionale, è nel portale dell'Unesco, che raccoglie 17 archivi ecclesiastici italiani. Ma gli altri hanno tutti un tono minore, gli orari, l'elogio del vescovo, cose di questo genere. Quello di Monreale contiene una corposa monografia introduttiva, a mia firma, e poi ci sono ben 18 mila record: sono schede che contengono gli elementi di individuazione e una sintesi del contenuto, è l'unico che è fatto così>. Dell'archivio diocesano, il professore Schirò può andare fiero: è fra i pochi a permettere la consultazione on line del catalogo, a rilasciare copia integrale dei documenti attraverso la posta elettronica, è una di quelle isole di eccellenza che ahimè non riescono a collegarsi una all'altra e restano a galleggiare nel malcostume e nell'inefficienza che tutti ogni giorno sperimentiamo. Dopo l'archivio diocesano c'è stata una vera pioggia di incarichi e negli ultimi venti anni Schirò ha ordinato 33 archivi, un'enorme quantità di carte. Dico sempre che pianto un albero. Ci sono dei giovani che mi aiutano, li indicano gli enti di pertinenza. io do gli elementi per continuare il lavoro, per tenerlo in vita. Ho ordinato gli archivi di Cefalù, importanti per tutto il territorio delle Madonie, quello di Piana, di Alcamo, San Giuseppe e tanti altri. La storia sociale e materiale della Sicilia, quella che volevo fare io, si potrà scrivere solo perchè ho preparato il lavoro. Ho sistemato gli archivi sempre pensando alla ricerca storica. Ho cercato una chiave di lettura, noi in Sicilia abbiamo sempre avuto una storia celebrativa o, all'opposto, una storia piagnona. Non mi piace il lamentarsi dei siciliani, nè l'elogio della sicilianità. Ho cercato una chiave di lettura, noi in Sicilia abbiamo sempre avuto una storia celebrativa o, all'opposto, una storia piagnona. Non mi piace il lamentarsi dei siciliani, nè l'elogio della sicilianità. Ho cercato di mettere le basi per una storia diversa, ho preparato tutto. Nel riordino degli archivi, ma forse sarebbe più giusto dire nella loro creazione, viste le pessime condizioni in cui spesso erano abbandonati i documenti , l'ambizione è sempre stata quella di ripristinare la struttura esistente, così come doveva essere quando funzionava. Per questo gli archivi ordinati da Schirò beneficiano tutti di un'accurata premessa storica, che ricostruisce le vicende dell'ente. Quanto alla precisione che il professore cerca di contagiare ai suoi aiutanti, spesso sono Isu forniti dai Comuni, basti dire che probabilmente si ispira al vescovo di Mazara, che addirittura comminava la scomunica a quei sacerdoti che non avessero ben tenuto l'amministrazione e quindi l'archivio, perchè responsabili della mancata salvezza delle anime del purgatorio. Molte rendite erano destinate alle messe in suffragio, se non si celebrava la messa le anime restavano a languire nel purgatorio spiega il professore sorridendo.
Oggi che gli archivi riordinati da Schirò sono in buona parte on line, lui continua a lavorare per metterli tutti in rete. Si entusiasma ancora mentre parla delle possibilità che gli archivi offrono per la promozione della cultura: Il riordino è solo un primo passo, indispensabile. Poi l'archivio torna a essere una istituzione viva, che fa cultura. Sono radici che tornano a fornire linfa vitale, possono essere la nostra salvezza in un mondo in cui le differenze si dimenticano.


AMELIA CRISANTINO




ERA IL 23 MAGGIO

Era il 23 maggio...

Era il 23 maggio...passeggiavo per le strade di Palermo. Ad un certo punto il cielo diventò scuro. Stranamente cupo...quasi buio. Poi un silenzio...uno strano silenzio. I bambini smisero di schiamazzare, le macchine si fermarono. Palermo per un attimo si fermò. Solo per un attimo...poi sirene e frastuono. Non sentii lo scoppio. Ma fu come se l'avessi sentito, tutti lo abbiamo sentito e ancora oggi lo sentiamo dentro. Un rumore sordo, agghiacciante, quasi soprannaturale che non scomparirà mai, che ha segnato la nostra generazione per sempre.
Il nostro compito sarà quello di tramandare questo "rumore" alle nuove generazioni perché nessuno potrà mai sbiadire il ricordo di alcuni uomini che hanno dato la loro vita per eliminare il "male oscuro", la fabbrica dell'illegalità e la cultura del malaffare.
Un giorno un giornalista mi chiese: "perché i suoi film brevi sulla Sicilia sono in bianco e nero." Io risposi "perché il bianco rappresenta la luce, quella della brava gente siciliana, del paesaggio, dei colori e dei profumi e il nero...è ovvio!" Ognuno con un piccolo contributo può far si che nessuno dimentichi, un piccolo gesto, un quadro, un post, un film, un tweet, uno spettacolo, una discussione al bar, al supermercato o dal parrucchiere. Tanti anni fa un politico mi disse: "se fai un film sulla Sicilia, a colori e che non parla di mafia...te lo faccio produrre". Ci pensai molto, io per natura non amo fare le cose "a comando" e poi era troppo forte il bisogno di raccontare "il male oscuro" che alberga ancora nella nostra terra e non solo. Non mi sembrava corretto raccontare il mio paese come se tutto fosse finito, dove la Mafia, l'usura, i soldi riciclati, l'arroganza di certa gente e di una certa politica fossero solo un lontano ricordo! Non accettai mai quel compromesso, non me la sentii di raccontare solo il colore della mia terra...non mi sembrò giusto! Allora scrissi e realizzai con Emanuela Mulè (protagonista femminile) un film breve contro l'usura dal titolo "L'avvoltoio". Un film ancora una volta in bianco e nero! Non diventai ricco, non presi mai tutti quei soldi, ma tante soddisfazioni: il certificato di merito al Chicago international film festival, il XII premio Rocco Chinnici.
Spero un giorno di fare un film tutto a colori...vorrà dire che abbiamo sconfitto "il nero"!


Giuseppe Moschella




Visualizza il trailer del film breve "L'Avvoltoio"

CASA MEMORIA FELICIA E PEPPINO IMPASTATO

CASA MEMORIA FELICIA E PEPPINO IMPASTATO
dal 5 al 20 giugno 2015


PROGETTO RIGHT-ECO

PROGETTO RIGHT-ECO

Rivolto a cittadini, dipendenti dei Comuni e della Provincia Regionale di Palermo, nonchè dello Stato, delle Agenzie di sviluppo locale, delle Associazioni datoriali e sindacali, delle Associazioni antiracket e antiusura.
Cfr. post sul Progetto del 9/04 /2015
IV FOCUS TEMATICO
La Comunicazione 
per la trasparenza degli atti amministrativi

Il Sindaco Avv. Piero Capizzi dà il benvenuto ai partecipanti

L'Assessore comunale Dott.  Giuseppe Cangemi con delega alla Legalità


I Relatori: Filippo Spallina - Rosario Alescio - Filippo Cali  - Paolo Maria Gemelli  - Salvatore Pezzino -Fulvio Coticchio - Roberto Antonucci



Durante il Seminario i vari Relatori, invitati a partecipare, hanno relazionato sui vari argomenti legati alla tematica della legalità:
Primo fra tutti il tema del Bene comune e della sua cattiva gestione soprattutto fino agli anni novanta. La lotta alla corruzione, definita come un "costo sociale" perchè altera le regole, è un intervento importantissimo e costante per controbbattere il fenomeno. La creazione di strumenti che prevengono certi reati attraverso una riorganizzazione della P. A. (Centrale, Locale, Enti pubblici, Forze dell'Ordine, Scuole, Università).
L'Amministratore deve adottare un modello volto al controllo del fenomeno della corruzione tramite il Piano Triennale della Corruzione. Ogni Ente pubblico deve adottare il proprio piano che contiene le regole.
Altro strumento, la trasparenza perchè consente che tutti possono vedere. L'obbligo del sito che pubblica le notizie e dà le informazioni, obbligatorie per legge. Il Responsabile designato deve verificare che il Piano venga rispettato e applicato. I dipendenti pubblici sono coinvolti perchè tutti devono partecipare, individuare e sensibilizzare in nome della cultura e dell'anticorruzione.


GIUSEPPA MATRAXIA

Città di Monreale

Personale di Pittura 
di 
G i u s e p p a   M a t r a x i a




Recital di Poesie di SALVATORE AUTOVINO
Note Critiche di FRANCESCA BIONDOLILLO


GALLERIA D'ARTE "G. SCIORTINO" 

23 MAGGIO- 4 GIUGNO 2015
Lunedì/Sabato 08,30 - 18,30
Domenica 09,00 - 13,00



“Passione e Sentimento”
personale di pittura di Giuseppa Matraxia -

Monreale - Galleria Civica d'arte Moderna “Giuseppe Sciortino” 
dal 23 maggio al 4 giugno 2015


Il Comune di Monreale ospiterà, nei prestigiosi locali della Galleria Civica d'Arte Moderna “Giuseppe Sciortino”, una personale della pittrice Giuseppa Matraxia dal 23 maggio al 4 giugno 2015.
L'artista di origine agrigentina, è nata a San Giovanni Gemini, si è subito appassionata alla pittura dei maestri paesaggisti  francesi dell'ottocento, alcuni dei quali fondatori della Scuola di Barbizon (detta anche Scuola del 1830), ma anche a quelli italiani ed inglesi.
“La città di Monreale - dichiara in una nota il Sindaco  Avv. Piero Capizzi – può sentirsi fiera di ospitare iniziative capaci di esprimere una sensibilità nei confronti dell'arte che non sempre è percepibile in altre realtà e – aggiunge infine – un particolare ringraziamento va all'artista per aver scelto ancora una volta Monreale per questa straordinaria iniziativa”
La Matraxia ha partecipato a mostre e rassegne nazionali ed internazionali, ottenendo numerosi riconoscimenti dal pubblico e dalla giuria.
Il 23 maggio, giorno dell'inaugurazione, è previsto  anche  un recital di poesie (di Salvatore Autovino),  ispiratrici di gran parte delle tele esposte.

La mostra sarà fruibile dal Lunedì al Sabato (dalle  8,30 alle 18,30) e  la domenica (dalle 9,00 alle 13,00)

Scritto da Giuseppe Moschella



Il Sindaco Avv. Piero Capizzi

 L'Assessore alla Cultura Dott. Giuseppe Cangemi

 Il Prof. Salvatore Autovino legge alcune delle sue poesie

 La pittrice Giuseppa Matraxia


 Lettura di poesie di Salvatore Autovino