ARTE




L'ARTE A MONREALE 

Cenni Storici


La tradizione artistica monrealese si allaccia con la fondazione del Complesso Monumentale-abbaziale, espressione e testimonianza  dell'arte normanna in Sicilia. Una creazione, quella di re Guglielmo, che rappresenta il momento culminante di una sintesi fra le componenti latino-occidentale, bizantino-orientale e arabo-islamico.
Il "culto" dell'arte a Monreale è stimolato dalla presenza di questi monumenti, nucleo e fondamento di ogni settore della vita del paese.  "Poco o nulla sappiamo degli artisti che lavoravano a Monreale fino al '400"; documentata risulta invece la tradizione artistica nel '500 ed oltre, fino al secolo successivo.
Una scuola di artisti ruota attorno alla famiglia Oddo
Il muratore ed architetto Masi Oddo, lavora per molto tempo nel Duomo anche come mosaicista.
Masi Oddo dimora presso la torre denominata la vetriera e alla sua scuola viene lavorata anche la ceramica. Il vero artista è però il figlio Pietro "fornito anche di una buona cultura umanistica e letteraria." Egli perfeziona l'arte del mosaico a Monreale, ripara, in Cattedrale, diversi pannelli in mosaico ma la sua opera più importante è il pavimento dell'ala sinistra del presbiterio.
Alla famiglia Oddo si aggiunge quella dei Nicolosi, Matranga e i fratelli Zerbo. 
Altri artisti lavorano per realizzare commissioni da parte di cittadini privati e Chiese.
A Monreale, l'arte del barocco nel '600 assume esempi significativi. Molte Chiese vengono rinnovate secondo il nuovo gusto: tra gli esempi più interessanti del barocco monrealese, la cappella del Crocifisso, nel Duomo. Costruita su progetto del cappuccino fra Giovanni da Monreale e dove vi lavorano anche vari scultori.
Nello stesso secolo la Sicilia vanta di avere il grande pittore Pietro Novelli. Nasce nel 1603 a Monreale e come il padre amò l'arte.
Importante per il Novelli l'influsso del fiammingo Van Dych: affievolisce i colori e toglie i toni aspri della giovinezza; successivamente lo stile subirà l'influsso del Domenichino e del Ribera. La sua scuola ha numerosi continuatori ma nessuno riesce ad eguagliarlo.
Verso la metà del '700 si nota un risveglio della cultura siciliana. Le condizioni politiche consentono di intensificare i rapporti con la cultura italiana ed europea. L'isola partecipa alle vicende socio-politiche, filosofiche, letterarie, artistiche che investono l'Europa.
Le Accademie italiane e straniere allacciano rapporti tra loro, si intensificano le corrispondenze culturali tra italiani, francesi, inglesi e tedeschi. La Sicilia è meta di viaggiatori stranieri che ne scoprono la bellezza naturale ed il significato, spesso drammatico, dell'arte.
Si diffonde intanto la cultura francese ed ogni intellettuale congiunge legami alla ricerca urgente di una verità, e non solo.
Monreale, al centro di un vasto rinnovamento di studi, specie nel campo letterario e filosofico. 
"In virtù della Costituzione del 1812, Monreale viene considerata città regia e  inizia un nuovo periodo per la vita civile". Nella prima metà dell''ottocento, a causa delle condizioni politiche, la cultura monrealese è chiusa in se stessa, senza più contatti. Nella seconda metà del secolo, le tradizioni culturali riprendono vigore, soprattutto per la Pubblica Istruzione. Maurizio Polizzi nel 1877 fa sorgere il "Convitto Guglielmo" nei locali dell'ex Monastero  dei benedettini.
Nella pittura, si distingue Antonino Leto, Giaconia e più avanti, tutta la scuola di artisti che "nelle loro opere attingono ispirazione da Monreale, del suo Complesso monumentale, della visione della Conca d'oro, dell'aria caratteristica della nostra città" (G. Schirò).
"...Artisti, dal loro diverso tempo di realizzazione e di indirizzi estetici.... Li accomuna, all'origine, una uguale carica di sollecitazioni: quel sentirsi, da Monreale, dentro lo spazio più vasto del proprio "durare".. Così fu per il Novelli...e poi per Antonino Leto...pittura che si sostanzia dei fermenti culturali europei e che si attua perciò nei migliori riscontri artistici dell'epoca. Una tensione che non si allenta ma che si rigenera nelle più recenti generazioni di artisti monrealesi, sino ad arrivare ai più validi linguaggi delle odierne avanguardie."(F.sco Carbone) 
Pietro Oddo Antonino Leto*  Andrea Terzi Salvatore Giaconia* 
Pietro Novelli 
Alla vigilia, durante e dopo la seconda guerra mondiale, giungono in Sicilia i primi fermenti del rinnovamento artistico. Cubismo, futurismo, espressionismo, manifestano la complessità dell'arte e soprattutto determinano e qualificano l'identità dei pittori, reduci di una catastrofe mondiale.
Quest'ultima, testimoniata non solo dalle rovine delle città e dai segni fisici dei corpi dilaniati dalle stragi ma anche da una solitudine esistenziale, prigioniera di una coscienza inutile e vuota.
Nessuna concretezza, pone l'uomo di fronte alla creazione di un'opera d'arte letteraria, artistica, filosofica ma soltanto ricerca interiore, bisogno di verità, di liberazione, di risposte. l'angoscia del futuro, spinge l'essere umano nel baratro e perciò, vi è la necessità urgente di acquisire una verità interiore che riscatti l'essere, ormai troppo mortificato.
I pittori, i filosofi, i poeti, i letterati, offrono già il ritratto dell'uomo contemporaneo. L'interscambio dei diversi linguaggi, delle esperienze culturali ed estetiche accomuna ed avvicina popoli lontani in un unico denominatore. Dalla fine degli anni cinquanta, le arti figurative si ritrovano di fronte alla dialettica del realismo-astrattismo. Lo scontro fra le due correnti, porta gli artisti a voler superare i due linguaggi per seguire altri itinerari, fatti di esperienze di vita anche casuali. Raggiungere cioè la realtà, non con le applicazioni di regole e codici imposti ma con l'uso di una materia che significhi oggetto ed enigma. Artisti che sentono la necessità di uscire da questa antinomia, per non perdere la spontaneità creativa e che adoperano un linguaggio pittorico, appartenente all'esperienza dei cubisti, degli espressionisti, degli astrattisti. Si fa avanti, in campo internazionale, il nouveau rèalisme fatto con assemblaggi di elementi. In America, la Pop Art che ironizza la civiltà dei consumi e di cui ci si crede protagonisti. Una dissacrazione della società>, in realtà senza valori. La Pop Art americana influisce anche su artisti italiani; si avvicendano e s'intrecciano movimenti e correnti da teorici dell'arte. Altri, tentano invece di dare agli impulsi "pop", forza interiore. Vi è un rifiuto della rappresentazione naturalistica, da parte di quanti scelsero il confronto con il vero e libera reinterpretazione dell'apparenza. Artisti diversi, vicini e lontani ma accomunati dalla volontà di far conoscere i propri racconti, i paesaggi, gli oggetti, le commozioni e le emozioni, le follie  umane, il dramma quotidiano, non prescindendo dall'apparenza delle cose. Non soggezione alla perfezione della realtà ma piuttosto la proposta di una larga leggibilità del mondo in cui l'immagine, l'oggetto implichi tanti perchè al di là della loro esistenza fisica. E già agli inizi degli anni settanta si avverte la tendenza di fare gruppo, nel senso che si trattava di porsi in una posizione critica di fronte alla cultura e alla società imperante che tende a lasciare fuori gli intellettuali e a spingerli nell'individualismo. E' vivo il bisogno di creare un rapporto tra l'artista e la società che, malgrado tutto, considerano ancora viva. E nella ricerca di una verità, ognuno intende conservare la propria libertà d'espressione.  La Sicilia è presente con interscambi filosofici ed estetici. I giovani conoscono molte opere esposte alle Biennali Veneziane. Informazioni e fermenti che servono a dare risonanze positive e negative all'arte in Sicilia. La generazione dal 1936 al 1951 degli artisti siciliani mostra attenzione agli aspetti più stimolanti dell'arte.

Come scrive Giovanni Bonanno:
"In molti è forte sia la fiducia nella ricerca di nuove forme e significati, sia la necessità di trovare in un ripiegamento nel passato, le ragioni per una creazione pregna di valenze, rimandi, ironie e riletture della storia dell'arte. In un'arte dischiusa all'universalità contemporanea è da escludere, per il superamento del perimetro insulare, qualunque elemento che tenda a uno specifico di sicilianità. La Sicilia non è una realtà concreta, nè una tipologia agli occhi di memorialisti o peggio di turisti. E' una segreta immagine nel cuore di chi, siciliano, incide, dipinge e scolpisce per diverse regioni d'Europa e d'America. Una struggente icona di luce e di dolore che alimenta la coscienza e il senso creativo: ideale riferimento, sempre nell'essere contraddittorio, di vita e di morte. Sicilia, libera da condizionamento neorealisti e da stilemi figurativi, che possiede, su una struttura stratificata da millenni di storia mediterranea ed europea l'eredità del novecento, così come si è voluta dalla seconda guerra mondiale in poi, sotto il carico di paure atomiche e di incertezze post-moderne... internazionalismo formale in Sicilia, radicalmente votato alla fissazione di una verità che non ha sede in un luogo che pertanto è identica a Cuba, a Tokio, a Copenaghen, a San Paolo, Los Angeles e Palermo... una Koinè di strutture e segni, ovunque identici".

FrancescoBosco Giovan Battista Caputo Benedetto  Messina 
Elisa Messina Saverio Terruso Giuseppe Sardisco
Enzo Aricò Saverio Terruso 
Già a Monreale, in quegli anni, varie esposizioni d'arte riflettono i nuovi fermenti artistici e, in alcuni saggi critici, si poteva così leggere:...l'opera rileva un uomo affascinato dalla realtà ...non come spettatore...ma lavoro di ricerca e di meditazione sui mille meccanismi che legano l'umanità.. troppe volte assassinata. Oppure: ...L'arte di oggi è arte intensamente connotativa: liberatosi dai significati, l'artista tende all'espressione pura; la pittura diviene musica, gioco libero di forme e di colori.  Come riferimento alla tradizione locale, nel 1959 nasce a Monreale, la scuola d'Arte comunale, nel 1962 come sezione staccata per il mosaico dell'Ist. Statale d'Arte di Palermo e nel 1968, Istituto autonomo: Istituto Statale d'Arte per il mosaico ("M.D'Aleo").
Ne esce una schiera di giovani Artisti come:
Pino Anselmo Calogero Gambino Emilio Matera
Angelo Cangemi  Giosuè Cangemi Antonina La Gumina
Antonino Nacci Franco Nocera Nino Renda
Sergio Mammina  Giuseppe Sardisco Cristoforo Sciortino
Gaetano Salviolo Salvino SpinnatoPietro Villanti
Il percorso comprende le botteghe, i laboratori di ceramica e di mosaico, gli studi d'arte di un gruppo di artisti.
Come consolidamento di questa tradizione, l'Amministrazione Comunale nel 1971 ha accettato la donazione della Sig.ra Eleonora Nora Posabella, titolare della Galleria "Il Vantaggio" di Roma che ha voluto onorare la memoria dell'illustre scrittore e critico monrealese scomparso Giuseppe Sciortino offrendo, in diversi momenti e, nel corso degli anni, numerose opere d'arte moderna e contemporanea, di famosi maestri del '900. Lo scopo è stato quello di istituire la Civica Galleria d'Arte, per arricchire il  materiale artistico monrealese, destinata a stimolare energie giovanili ed educare artisticamente e culturalmente tutta la cittadinanza.  
Molti altri pittori, scultori, mosaicisti, ceramisti e, non dimentichiamo, gli artisti che hanno operato, da autodidatta, come Silvio Guardì, tutti, con consensi e successi di critica a Monreale e in altre città italiane e all'estero.

Ed ancora:
Santo Di Bianca*Piero Costa *Franco Panella Fabio Sciortino
Giovanni Alvich Salvo Arena Pantaleo Giannaccari
Nicolò Giuliano Beppe la Bruna Mario Lo Coco
Benedetto Rossi   Rorò(Rossella) Zuccaro 


R.M.

Testi consultati: 
Giovanni Bonanno "Novecento in Sicilia" Dicembre ed. Serpotta 1990
Giuseppe Schirò "Monreale Capitale Normanna" 1978
Domenico Guzzi "L'anello mancante- Figurazione in Italia negli anni '60 e '70" I° Vol. Editori Laterza anno 2002





















dal codice miniato "Vaticinia pontificum"








LE BOTTEGHE D'ARTE 
DI MONREALE

(Cfr. il post dall'home page)

La presenza nel territorio monrealese delle botteghe e laboratori d'arte di ceramica e di mosaico fa riferimento alla tradizione artistica di Monreale: alle testimonianze monumentali ereditate dai Normanni, alla fondazione della Scuola d'arte ed alla passione naturale per l'arte dimostrata da molti artisti locali.









ARTE ANTICA


(Cfr. Post  dall'home page)







Codice miniato 
"VATICINIA PONTIFICUM"
(Cfr. Post dall'home page su: CERCA)



VATICINIO I
Hipocrisia abundabit

"L'illustrazione si riferisce assai probabilmente a papa Nicolò III (1277-1280), della famiglia Orsini, accusato di nepotismo dai suoi nemici  e, pertanto, responsabile dei mali del mondo. L'orsa in alto tiene con la zampa la tiara del pontefice e fa pensare ai versi di Dante" (G.Schirò)
          e veramente fui figliol dell'orsa
          cupido si per avanzar gli orsatti
          che su l'avere, e qui me misi in borsa.

continua... 



Le sedici illustrazioni a colori sono tratte dal prezioso codice miniato che si conserva nella nostra biblioteca comunale, già appartenuta ai benedettini, intitolato Vaticinia pontificum. Contiene la serie più antica delle quindici profezie sui pontefici, che aveva origine da una rielaborazione di oracoli greci del sec. IX, attribuiti all'imperatore di Costantinopoli Leone il Saggio e derivati, a sua volta, da oracoli più antichi. Le profezie sui pontefici appartengono alla vasta letteratura oracolista medievale che ricorre spesso al simbolismo per esprimere le proprie attese politiche in cui si riflettevano le ansie di giustizia e di bene, assai spesso soffocate dal papato immerso negli interessi terreni. Il fatto che questo manoscritto, pur essendo in ottimo stato, presenta le impronte di un uso assiduo, ci dimostra che presso i benedettini di Monreale penetravano assai profondamente gli influssi di quelle correnti spiritualistiche, non sempre ortodosse, che serpeggiavano nelle chiesa. Prova di un superamento di visioni anguste o dell'ascolto di voci di fronda? E' poco per arrivare a conclusioni.
Ma è certo che il nostro codice è uno dei più antichi e forse il più bello. Con ogni probabilità esso nacque nella Francia settentrionale, intorno all'anno 1300, forse sotto Celestino V. Ad ogni vaticinio corrisponde una illustrazione, l'ultimo ne ha però due. Più che al contenuto delle profezie la nostra attenzione va all'elevato pregio artistico delle illustrazioni che rivela una autentica ingenuità e le fanno apparire di una modernità impressionante. Scrive infatti Angela Daneu Lattanzi:  I colori sono vivaci, distribuiti con senso di armonia spaziale. Si notino i volti, in generale graziosi e feminei e disegnati con finezza, dalle acconciature eleganti; i riccioli sono accuratamente distribuiti sulla massa dei capelli, ch'è di un biondo leggero. Una sola linea di carminio colora le guance. Il resto delle carni è di biacca.

Prof. Giuseppe Schirò


(Queste immagini sono state tratte dal  libro dello storico G. Schirò "Monreale Capitale Normanna" pubblicato a Palermo nel 1978. 
Appartengono al  codice miniato "Vaticinia pontificum" conservato presso la Biblioteca Comunale "Santa Maria La Nuova" - fondo antico - di Monreale )







LA SCUOLA D'ARTE di Monreale 
Cfr. Post











M O S A I C O Monreale
(cfr Post dall'Home page)





 LA CERAMICA A MONREALE

 

La tradizione artistica monrealese è forte e persistente.

Al tempo di Re Guglielmo alcuni monaci benedettini vengono a stabilirsi nel monastero per diffondere la cultura in quanto esperti amanuensi. Ebbero grande cura nel custodire i libri ricevuti in dono e destinarono la biblioteca all’interno del monastero in un ampio salone con volte a botte affrescate e con pavimento di antica maiolica bianca.

Da fonti storiche apprendiamo che i primi riferimenti individuali sono Masi e Pietro Oddo, vissuti nel ‘500 che lavorano come mosaicisti nel Duomo, dimorano presso la torre denominata la vetriera e dove lavorano anche la ceramica.

Alla famiglia Oddo, si aggiunge quella dei Nicolosi, Matranga, Zerbo.

Altri artisti, lavorano per realizzare commissioni da parte di cittadini privati e di Chiese che nel ‘500, con il fenomeno associativo delle Confraternite, Corporazioni religiose e Associazioni, diventano sempre più numerose.

A Monreale, nel ‘600 si distingue il famoso pittore Pietro Novelli ma tra le preziosità esistenti nella cittadina normanna, merita sicuramente d’essere ricordato il pannello figurato in mattonelle di ceramica maiolicata policroma che si può ammirare all’esterno dell’abside della Chiesa del San Salvatore o Collegiata, dove ancora viene venerata un’immagine del SS. Crocifisso, sin dal 1625, ricorrenza del miracolo della scomparsa della peste al tempo dell’arcivescovo Girolamo E Leyva.

Lo storico monrealese Giuseppe Schirò, ci fa sapere che essendo stati perduti gli atti storici, si possono soltanto rilevare delle ipotesi avanzate da diversi studiosi.

Che inoltre, dopo la morte del Venero, si effettuano lavori nella Chiesa e che tra il 1716 e i 1719 si registra l’utilizzo di mattoni per un pannello maiolicato. Ci informa pure di un mattonaro palermitano che forniva le Chiese di Monreale e di altri centri.

Da un accurato studio di A. G. Alaimo “Notizie inedite sulla Collegiata del SS. Crocifisso di Monreale e sul grande pannello d’Italia in ceramica maiolicata del sc. XVIII” si rileva che originariamente il pannello era formato da circa 1500 mattonelle di cm 18 di lato per una superficie di ceramica maiolicata policroma di circa cinquanta metri quadrati e che studiare questo pannello significa avvicinarsi all’arte della ceramica maiolica in Sicilia, anche se le notizie sugli autori dell’opera d’arte e sull’anno di realizzazione appaiono discordanti.

L’Alaimo,  sostiene che l’opera non sia stata realizzata nel XVI secolo ma dopo, ci dice che la Chiesa subisce nel corso degli anni, successivi la morte del Venero, una serie di interventi e di aggiustamenti e che si darà mano alla costruzione della nuova Chiesa al principio del secolo XVIII: “Il pavimento della Chiesa della Nuova Collegiata venne fatto con mattonelle in ceramica di cm 18 di lato con disegni ornamentali e foglie a colori verde pisello azzurro terroso e giallo canarino e cromo vivo con disegni perfilati in bruno manganese” e così continua: “allorquando nel secolo XIX si pavimentò la Chiesa con mattoni di marmo, le mattonelle di maiolica  vennero tolte e con alcune di esse si provvide a rifare il mattonato ai lati degli altari ed anche le predelle degli stessi,,”

Intanto, dalla metà del ‘700, cominciano ad intensificarsi i rapporti con la cultura italiana ed europea. La Sicilia, anche se posta geograficamente ai margini, partecipa culturalmente e recepisce  le vicende socio-politiche, filosofiche letterarie e artistiche del tempo.

E se già alla fine del ‘700 l’isola viene attratta da intellettuali e viaggiatori francesi, inglesi, tedeschi, ora la Sicilia viene affascinata dall’estetica francese, dalla intellettualità poetica che incarna aspirazioni di libertà ideativa e testimonia l’urgenza di una visione moderna della natura e della storia.

Monreale è al centro di un vasto rinnovamento di studi, specie nel campo letterario e filosofico.

Nella pittura si distingue Antonino Leto, Giaconia e più avanti, tutta la scuola di artisti che “nelle loro opere attingono ispirazione da Monreale, dal suo Complesso monumentale, dalla visione della Conca d’Oro”.

La generazione, reduce della catastrofe mondiale, manifesta la complessità dell’arte, l’interscambio dei diversi linguaggi delle esperienze culturali ed estetiche, li accomuna in un unico denominatore, la volontà cioè di far conoscere i propri racconti, i paesaggi, gli oggetti, le commozioni e le emozioni, le follie umane, il dramma quotidiano, non prescindendo dall’apparenza delle cose.

A Monreale nel 1962, nasce la sezione staccata dell’Istituto Statale d’Arte di Palermo grazie all’impegno e alla determinazione del monrealese Prof. Benedetto Messina e della folta schiera di allievi-artisti monrealesi ormai famosi e testimoni di quel particolare periodo storico.

Come riferimento alla tradizione locale, ancora negli anni sessanta, al Prof. Lillo Gambino vennero affidati alcuni incarichi d’insegnamento presso l’Istituto Statale d’Arte e nel suo laboratorio di ceramica, già si producevano piatti in argilla di eccellente manifattura. Dopo oltre trent’anni di vita da ceramista artigiano, Gambino era arrivato alla creazione di opere d’arte “diventate invenzioni fantastiche che non imitano ma creano un’altra natura con leggi segrete … e creare, è sognare una cosa per tradurla in realtà”.

Negli stessi anni, va ricordata Elisa Messina, quasi un’istituzione della ceramica monrealese. Fonda infatti l’antico laboratorio  ed una scuola di ceramica. Dalle sue mani nasceva una preziosa oggettistica, visi di donne, vasi antropomorfi, figure coi mestieri, espressioni di intensa sicilianità.

Negli anni settanta a Monreale si trasferisce l’artista Nicolò Giuliano.

Inizia la sua carriera negli anni cinquanta tra le botteghe di Santo Stefano di Camastra, città nota per le sue maestranze. Il noto Mastro Edoardo Fratantoni sarà il suo maestro ed intanto, guarda, studia e viaggia.

A Monreale, inizia a costruire dapprima un laboratorio ed una scuola per ceramisti, in un secondo tempo quello diventa una fabbrica che inizia ad espandersi a livello locale, nazionale ed internazionale. Oggi la fabbrica è diventata anche un prezioso museo e punto di riferimento per le ceramiche di Palermo e non solo.

Vengono realizzati pavimenti, complementi d’arredo, restauro.

I pavimenti in cotto e le maioliche nascono dal metodo di lavorazione e dall’estro dell’artista . Il cotto rosato, fatto a mano con l’utilizzo esclusivo di terra imprunetina, sassuolese e siciliana. Le piastrelle vengono calcate manualmente in uno stampo poggiato su uno spolvero di terra fine, poi rifinite a mano ed essiccate a temperatura ambiente. Successivamente infornate, raffreddate per tre, quattro giorni.

 

La maiolica è una ceramica a smalto. La produzione risale all’epoca classica ma le tecniche persiane di smaltatura sono state introdotte dagli arabi nel sec. IX. La Sicilia è il centro più attivo per la produzione della maiolica, soprattutto Monreale, Caltagirone, e Santo Stefano di Camastra.

Negli anni novanta l’artista e architetto Rossella Zuccaro in arte Rorò, realizza oggetti e composizioni di grande originalità.

Il Tempio normanno, le Absidi, il racconto delle tessere musive, “sono ri-create  ri-vissute caricate dall’artista, di nuove simbologie. Architetture arabeggianti  che evocano un richiamo al passato verso nuove istanze.

Degne di essere ricordate sono inoltre le ceramiche di Mario Lo Coco.

Si è diplomato all’istituto d’arte per il mosaico di Monreale.

Inizia la sua attività di artigiano lavorando come mosaicista, vetraio e ceramista.

Artista che ha saputo coniugare la tradizione, la ricerca e l’innovazione. Parlare di Mario Lo Coco significa infatti parlare appunto di ceramica, della quale conosce tutti i segreti. La sua produzione inizia nel ’77 quando compaiono le sue prime ceramiche che si ispirano alla tradizione classica ma in cui appare già la volontà dell’artista di allontanarsene per affrontare con estrosità il campo dell’astrattismo, quello che “si adopera a penetrare i segreti stessi della materia”. Dopo, vi è una vera e propria esplosione  della materia in “veri pezzi scultorei” in cui l’artista può dare sfogo alla sua creatività più intima. “E’ come se la ceramica si dimenticasse di essere ceramica”.

L’opera dell’artista si evolve come fusione di quelle tre attività con un risultato artistico unico ed originale che ha interessato diversi critici.

Il suo spirito di ricerca e di innovazione, lo porta ad abbracciare l’esperienza della ceramica orientale RAKU, che significa Gioia.

E’ quella sperimentata in Giappone nel sec. XVI e la sua caratteristica è la sua modellazione a mano con pasta tenera di terra porosa, cotta a bassa temperatura di fondo marrone chiaro o grigio con coperta di vari colori sfumati.

A  Monreale, sono da ricordare altre maestranze artigianali, laboratori di ceramica e di mosaico, studi d’arte,  le famose botteghe d’arte, sparse per il centro storico del paese che contribuiscono a tramandare e perpetuare la nostra tradizione artistica monrealese.







INAUGURAZIONE 
DELLA NUOVA INSEGNA MUSIVA 
DEL LICEO ARTISTICO "MARIO D'ALEO"
DI MONREALE







Ricordiamo che, nell'anno scolastico 1959-60 il Professore Benedetto Messina fonda a Monreale la scuola comunale per la ceramica e per il mosaico con sede presso la sua stessa abitazione portando avanti dei corsi serali sovvenzionati dal Consorzio Provinciale per l’Istruzione Tecnica. 
Negli anni '60 viene istituita una sezione staccata dell’Istituto Statale d’Arte di Palermo, ma solo per il mosaico, dal 1962 al 1968 con promessa di riconoscere in seguito anche la sez. Ceramica.
Nel 1964 la scuola si trasferisce, dalla casa del prof. Messina nei prestigiosi locali dell'ex monastero dei Benedettini in piazza Guglielmo. 
Dal 1974 ad oggi l'Istituto d'Arte ha sede in via Biagio Giordano,14.
Successivamente, nei primi anni ottanta, l’Istituto viene trasferito nei locali attuali, costruiti appositamente, grazie a dei finanziamenti, anche se lontani dal centro.
L’Istituto d’Arte il 13 giugno 1985 viene intitolato al Capitano Mario D’Aleo, barbaramente assassinato assieme ai suoi collaboratori, il 13 Giugno 1983.

Nel 1994, l’Istituto Statale d’Arte per il mosaico “M. D’Aleo”insieme al Comune di Monreale ed il contributo della Regione Siciliana, nell’11° Anniversario della scomparsa del Capitano M. D’Aleo e dei suoi collaboratori, “come esempio nobile di collaborazione con le istituzioni civili”, inaugurano la realizzazione del progetto “UN GRAFFITO ALLA MEMORIA”- Ovvero educare alla legalità, esprimendosi col fare artistico, a cura di Giovanni Gambino. 
Una memoria storica, dedicata al Cap. Mario D'Aleo rivolta ai giovani, affinchè non si perda. 
Il graffito è una frase scritta in cinquantadue caratteri presi tra gli alfabeti di nove civiltà mediterranee che vogliono essere decodificati: 
"fino a quando i fiori germoglieranno odori nuovi respireremo" 
L'opera così realizzata viene sistemata davanti la facciata della caserma dei carabinieri, vicino l'ingresso e bene in vista. 
(vedi post pubblicato in data 08.03.2011) 
Nel corso degli anni  l'Istituto ha mantenuto viva la tradizione promuovendo una serie di iniziative culturali legate allo studio del mosaico in funzione del restauro e della ricerca di nuove forme espressive, campi di applicazione e destinazione.

Oggi, 22 gennaio 2018, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, la Scuola d'arte rinnova la sua insegna posta all'esterno dell'istituto.











20 GENNAIO 2017

Mostra d'arte di manufatti 

"Artistiche sicilianità"


Organizzata dall'Assessore Nadia Olga Granà, la mostra di artigianato siciliano con opere di alcune donne che mettono in mostra oggetti e manufatti di propria creazione. Elaborati di ceramiche e maioliche della Bottega Farnese, borse in pelle decorate a mano; la bottega d'arte di Monreale "La Fornace di Bisanzio"espone alcuni oggetti di propria produzione; la monrealese Sarah Patellaro e i suoi orecchini realizzati con la tecnica del chiacchierino e decorati con pietre dipinte a mano; l'esposizione del libro di ricette: "Sweet Sicily" di Alessandro Dammone; le tele di Guccione e gli elaborati sulla costruzione del carretto siciliano.























A Monreale, nella sede del Collegio di Maria, Fondazione Greco Carlino, in occasione delle festività natalizie è stata creata una collaborazione tra l'Associazione sociale territoriale "Il Quartiere", l'Associazione delle famiglie dei disabili "Nati due volte" e la classe 3^C del Liceo Artistico Damiani Almeyda-Crispi di Palermo.

Ad una esposizione di manufatti artigianali con decorazioni natalizie si è aggiunta un'installazione scenografica che rappresenta un'antica filastrocca " RE FEFE' BISCOTTU E MANE' ".
Il tema del biscotto si riallaccia al progetto " Un Biscotto per un giocattolo"dell'Associazione sociale "Il Quartiere" per la creazione di uno spazio ludico, curato da Seraina Kistler con la collaborazione di Arci Link, Dorcas e i ragazzi della 3ì C del Liceo Artistico di Palermo. 


















9 Dicembre 2016

INAUGURAZIONE 
ESPOSIZIONE OPERE D'ARTE

"L'Altrui altrove"
DI
BENEDETTO NORCIA




  CASA DELLA CULTURA 










                     Trent'anni dopo ....Benedetto Norcia espone ancora una volta al Santa Caterina





                                          


 Il Funzionario del settore cultura dott.ssa Ivana Forzieri
 visita la mostra dell'artista







































































"GLI INVISIBILI 
AMMAZZATI DALLA MAFIA E DALL'INDIFFERENZA"

MOSTRA FOTOGRAFICA
<Non calpestate i nostri sogni, il nostro futuro>


30 MAGGIO 2016 
EX MONASTERO DEI BENEDETTINI



L'Assessorato alla P. I. del Comune di Monreale ha il piacere di inaugurare oggi la mostra intitolata "Gli invisibili, ammazzati dalla mafia e dall'indifferenza "NON CALPESTATE I NOSTRI SOGNI IL NOSTRO FUTURO a cura di Lavinia Caminiti. La mostra, visitabile fino al giorno 13 giugno è patrocinata dal Comune di Monreale e dall'Istituto Comprensivo Guglielmo II. Il suo progetto, "Gli invisibili, ammazzati dalla mafia e dall'indifferenza, nasce per documentare quale memoria la Sicilia conservi dei delitti efferati, mettendoli a confronto con documenti prodotti immediatamente dopo i delitti. Questo rende evidente come persino le tragedie più difficili da sopportare siano cadute in alcuni casi nell'oblio della stessa generazione che le ha vissute, o che siano sconosciute alle nuove generazioni. Persone che per il senso del dover e della giustizia hanno perso la vita e spesso l'hanno persa anche i loro cari, o chi semplicemente in quel fatale momento gli stava accanto. La mostra è articolata come una sorta di itinerario nella memoria dimenticata attraverso la visione di fotografie e lavori prodotti dai giovani allievi della Guglielmo II.  
-Auspico una partecipazione attiva delle scuole che possa  generare dibattiti e incontri anche con testimoni di questi fatti luttuosi, per non dimenticare. Sono entusiasta di aver conosciuto Lavinia, una splendida persona sotto il profilo umano e professionale, dotata di una sensibilità fuori dal comune. Voglio ringraziare di cuore Lavinia Caminiti per la passione e la tenacia con la quale ha svolto questo progetto in collaborazione con la scuola e ringraziare altresì il Dirigente dell'ICS Guglielmo II, Claudio Leto, per averci ridato l'opportunità di poter ammirare questa interessantissima mostra. Siamo orgogliosi di patrocinare e ospitare un lavoro così interessante ed emozionante, non solo per il suo alto valore artistico ma anche per la sua capacità di tenere viva, persino tra i più giovani, la memoria di coloro che si sono battuti coraggiosamente, in prima linea, per la legalità, sino a sacrificare la propria vita, in nome della lotta alla criminalità e alla mafia. 
L'Assessore Nadia Olga Granà
























L'ASSESSORE ALLA CULTURA E PUBBLICA ISTRUZIONE NADIA OLGA GRANA'










































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"Dialogus Creaturarum Moralisatus"

Progetto grafico ROCCO MICALE



LIBRI D'ARTISTA IN FORMATO LEPORELLO


Preziosi capolavori precedentemente esposti a Palermo nella sede della biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia; oggi, presentati tra le "mura benedettine" dell'ex Monastero di Monreale - piazza Guglielmo II.



COMUNICATO DELLA MOSTRA
“Dialogus  Creaturarum Moralisatus”

Il giorno 10 luglio 2015 alle ore 18,00 nella Civica Galleria d’arte moderna di Monreale, alla presenza del Sindaco Avv. Piero Capizzi, dell’Assessore al Turismo Dott. Ignazio Zuccaro, dell’Assessore alla Cultura Dott. Giuseppe Cangemi sarà inaugurata la Mostra di libri d’artista:
“Dialogus Creaturarum Moralisatus”

in formato leporello

a cura di Antonina Greco

La Mostra, già presentata nella biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia di Palermo, sarà introdotta dalla Prof.ssa Francesca Massara. In questa sede dell’ex Convento dei benedettini, essa si collega idealmente al grande ciclo musivo della Creazione che campeggia nella vicina Cattedrale Normanna; in consonanza di tempi storici e di contenuti che esaltano entrambi la loro stessa visione ideologica del medioevo.
La Mostra è aperta sino al 5 settembre 2015 con il seguente orario:
DAL LUNEDI' ALLA DOMENICA  ore 9,00/13,00
E I POMERIGGI DEL MARTEDI' GIOVEDI' SABATO  ore 15,00/18,00



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Aprile 2013

La Biblioteca Centrale per le Chiese di Sicilia accoglie volentieri una manifestazione che ha la sua "anteprima": l'interpretazione artistica in chiave contemporanea delle tematiche trattate nel Dialogus Creaturarum Moralisatus
L'affascinante testo, che ben si inserisce nella tradizione letterari della favola di animali di origine classica (Esopo, Fedro), affonda le sue radici anche nel grande patrimonio antico e medievale dei bestiarii, herbarii e lapidari (come il Filologus). In queste trattazioni, vere e proprie enciclopedie tematiche, si raccoglie tutto il sapere simbolico in riferimento agli animali, reali e fantastici, alle piante ed alle pietre, preziose o "speciali" per la loro rarità o peculiarità. Animali, piante ed elementi dell'universo appaiono talvolta animati da forze taumaturgiche, ma, molto più spesso, divengono emblemi di vizi e virtù umane e sono protagonisti di situazioni che rispecchiano le più diverse circostanze della società e della vita. Il DIALOGUS ha dunque espliciti connotati morali ed allegorici ed intento didascalico. Le chiose filosofiche ed i riferimenti biblici ne fanno un modello ideale per la creazione di opere d'arte ispirate alle diverse tematiche presenti nel testo, estremamente vario. Gli artisti del nostro tempo, in ideale continuità con le raffinate incisioni del 1483, traggono liberamente dal testo segni, simboli, suggestioni, sequenze iconografiche e immaginifiche con cui decodificano e insieme traspongono sotto mentite spoglie, nel vivido linguaggio figurativo, la condizione umana.
La Biblioteca per le Chiese di Sicilia, in diverse occasioni ha, come sua mission, promosso ed accolto, iniziative legate all'inesauribile tema del sapere; ancora una volta non può sfuggire la fecondità della connessione tra Arte e Libro, e di entrambi, Biblion/Biblia.

FRANCESCA PAOLA MASSARA





     L'idea di approfondire la conoscenza del Dialogus Creaturarum Moralisatus e di renderne l'essenza in forme figurate, nasce dal ricordo degli studi di latino medievale che hanno lasciato un fertile seme ora arrivato a maturazione.
            Com'è noto, il testo raccoglie centoventidue favole scritte in quella forma latina ormai lontana dalla aulicità classica e più vicina al linguaggio del romanice loqui che è già la prima formulazione della filologia romanza.
            In questo particolare Dialogus gli elementi talora antropomorfizzati duettano nella maggior parte dei casi con intonazione ora pacata ora petula; ironica e saccente. Ma sempre con l'intento rivolto al dettato biblico del quale costituiscono la “summa”. Una universalità che include tutti gli elementi del Creato, tutto ciò che è vivente e organico, come animali e piante, e perfino minerali e astri, il sole e la luna; le acque. Con un insegnamento etico e morale; e quindi riconducibile a Dio. Come le cattedrali gotiche con le loro misure celesti; numeri e proporzioni divine che dal disfacimento del mondo romano portano alle città di Dio. E diversamente dai contemporanei “cammini delle fate” nella Valle dei Monaci in Cappadocia. Questo Dialogus è l'epopea di un apparato letterario che forse non ha un vero autore. È probabile che Nicolaus Pergamenus o Mayno de Mayneri seguendo una inclinazione erudita li abbiano raccolti, come un aedo antico, dalla tradizione popolare e mettendoli insieme abbiano dato vita all’opera che è stata pubblicata per la prima volta a Stoccolma nel 1483 da un immigrato di Rostock, Johann Snell: di questo originale sopravvivono soltanto cinque preziosissime copie.
            Nel 1483 in Italia ma anche in vari centri dell'Europa era già stato consumato nella sua ideologia scardinante il primo Umanesimo e si realizzavano parallelamente quelle forme audaci del Rinascimento nell'architettura, nella scultura, nella pittura; e nella prospettiva. Sulla traccia di quella linea speculativa che presto al suo culmine sarebbe arrivata alla visione leonardesca: un altro poema ambizioso ed esaltante ma diversamente moralisatus.
            Il tema apparentemente semplice, ma complesso per le sue implicazioni teologiche e teosofiche, elemento postumo di una simbologia medievale evoca scenari immaginifici di antichi scriptoria e di tanti amanuensi attivi ed operosi ad maiorem gloriam Dei. Attorno ad esso abbiamo raccolto un gruppo di artisti libristi siciliani di notevole spessore culturale e manuale. Sempre disponibili a misurare la propria creatività anche con temi di carattere più impegnativo dal punto di vista intellettualistico e di più specifico approfondimento concettuale.
            Abbiamo affidato il nostro pensiero alla loro interpretazione che ne restituisce aspetti individuali e generali in forma assolutamente libera per quanto riguarda il linguaggio e i materiali. In particolare nel caso di questa mostra ci siamo attenuti al formato leporello che con i suoi molteplici ripiegamenti offre la possibilità di raccontare episodi diversi e variegati; e ancora di utilizzare sia il recto che il verso di ogni pagina. E di realizzare piccoli preziosi capolavori come quelli esposti in questa mostra e già presentati a Palermo nella sede della Biblioteca della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia.        
                       Nell’attuale assetto espositivo in questo particolare spazio dell'ex Monastero di Monreale essi dialogano con disinvolta, ammiccante naturalezza con le autorevoli opere alle pareti. E queste a loro volta le accolgono armoniosamente pure nella consapevolezza di trattenere la nobile storia della pittura del passato. Le piccole opere del Dialogus ora sciamano con le loro ali spiegate; ma soprattutto tendono ad attraversare lo spessore delle mura benedettine per ricongiungersi al ciclo musivo della Creazione che si accampa maestoso e paradigmatico nella contigua cattedrale normanna; nella loro implicita essenza ideale e nella continuità del tema comune intriso di significato mistico. Inseguendo pure nella diversità di espressione quel Medioevo ancora non del tutto svelato: articolato e complesso fondamento della cultura moderna.
          Palermo, Luglio 2015
 ANTONINA GRECO




Gli Artisti partecipanti

 Giuseppe Agnello
 Mariano Brusca
 Gai Candido
 Franco Castiglione
 Liliana Conti Cammarata
 Nicolò D’Alessandro
 Rosetta D’Alessandro
 Isabella Ducrot
 Antonio Freiles
 Laura Giambarresi
 Nella Giambarresi
 Carla Horat
 Giuseppe La Bruna
 Michele Lambo
 Carlo Lauricella
 Rossella Leone
 Giovanni Leto
 Gaetano Lo Manto
 Carmelo Marchese
 Elmo Napoli
 Gina Nicolosi
 Arianna Oddo
 Enzo Patti
 Marilena Pecoraro
 Lorenzo Reina
 Salvatore Rizzuti
 Salvatore Salamone
 Paolo Sardina
 Franco Spena
 Enzo Venezia
 Vincenzo Ventimiglia






VINCENZO VENTIMIGLIA
Tabula nova aucae coniuncta cun Dialogo creatura rum, 13032013, 2013
inchiostro di china e xilografia su carta 
cm 81x52x5



PAOLO SARDINA
Interazione nella favola, 2013
legno dipinto
cm 30x40; esteso cm 90


FRANCO CASTIGLIONE
Pensiero, 2013
stampa su carta, ferro
cm 80x13



ISABELLA DUCROT
Dialogus, 2014
matite, pigmenti e tessuto su carta tibetana
cm50x40



ROSSELLA LEONE
Senza Titolo, 2013
resina, legno, cuoio, argento,filo



NICOLO' D'ALESSANDRO
Dialogus Creaturarum Moralisatus, 2013
carta antica manoscritta
libro cm 14x8,5x3,5; leggio cm 16x14x10



GAETANO LO MANTO
Dialogus Creaturarum "Sine morale", 2013
grafite, acrilici, collage, colla di conoglio, gesso, similoro resinato, su cartoncino vegetale
cm 13x18



MARIANO BRUSCA
De Sirene Et Lubrico, 2013
stampa digitale su carta ritoccata a mano
cm 15x15x9



CARLO LAURICELLA
Dialogus Creaturarum Moralisatus, 2013
acquarello
cm18,5x17



CARMELO MARCHESE
Letternavigando. 2013
elaborazione elettronica, stampa digitale ink-jet



ENZO PATTI
Monologus creaturarum, 2013
inchiostro di china su carta con copertina in pelle
cm 15x10; esteso cm 140



ARIANNA ODDO
L'uomo differisce dagli altri animali perchè esso solo comprende?, 2013
tecnica mista su carta giapponese, legatura a borsetta in pelle
cm 14,7; esteso cm 80



ELMO NAPOLI
Sole Solo, 2014
grafica a china riprodotta con stampante, matita, colori a pastello su carta e legno
cm 14x16,5; esteso cm 110



CARLA HORAT
Laudato sie, 2014
acquaforte
cm13x113



ROSETTA D'ALESSANDRO 
Dialogus Creaturarum Moralisatus, 2013
matita, pastelli, acrilici, colla
cm24x34



LORENZO REINA
Dialogo con le mie ossa, 2013
lettere trasferibili su lastre radiografiche, catenine d'oro, conchiglie
cm15x30



LAURA GIAMBARRESI
Leporello scatolato, 2013
acquaforte, acquatinta, grafite, lastre di zinco
cm 100x14x4



GINA NICOLOSI 
Dialogus Anima, 2013
collage su carta, cartone, acrilico, colla
cm 100x20

FRANCO SPENA
De arcu caeli et cancro, 2013
tecnica mista su carta a mano di Cartavezia
cm 25x35; esteso cm 78x35



LILIANA CONTI CAMMARATA
De Aquila et Avibus et Leone et Aliis Bestilis, 2013
China acquarellata su carta Arches, copertina in lino ricamato
cm76x19



GIOVANNI LETO
Ordine - disordine, 2013
inchiostri, matita, pigmenti, lana, carta
cm 113x13,5



ENZO VENEZIA 
Dialogus creatura rum continuo, 2013
tecnica mista, cartone, tela, smalto, colla, inchiostro
cm 100x20


GIUSEPPE LA BRUNA
De stella- de caelo - de terra - de mari et aqua et aere, 2013
cartoncino, tela, pittura a olio, cera, gesso, sale grosso
cm 90x10,5





ANTONIO FREILES
Colloquio, 2013
inchiostro su carta
cm 20x20; esteso cm 100



GIUSEPPE AGNELLO
Due Volti del Sacro, 2013
tecnica mista-fibre vegetali
cm120x20



MARILENA PECORARO
Dal Dialogus Creaturarum Moralisatus, 2013
tecnica mista su carta con gesso, colla, acrilico, cera, vernice per bronzare, pigmenti oro ducato e oro ricco pallido
cm 25x35; esteso cm 100



SALVATORE SALAMONE
De caelo et terra, 2013
tè, zafferano pennarello nero su cartoncino
cm 20x30; esteso cm 100

NELLA GIAMBARRESI
De Lauro nauta, 2013
tipografia originale, inchiostro di china, collage, stampa in bianca e volta 
cm 29x20; esteso cm 131


MICHELE LAMBO
De Sole et Luna, 2013
stampa digitale, tempera
cm 100x29,7


GAI CANDIDO 
Dialogo tra gli elementi, 2015
cartone, carta velina, legno, pietra
cm 42x80


SALVATORE RIZZUTI
Dialogus Creaturarum Moralisatus, 2013
terracotta e multistrato
 cm 105x35






Alcuni momenti dell'inaugurazione



Prof ssa Fr.sca Massaro  -  Assessore Dott. Giuseppe Cangemi  -  Prof. Salvatore Autovino 






     " DIALOGUS CREATURARUM MORALISATUS" 
 BY GIUSEPPE MOSCHELLA


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L’Esposizione dellaMostra“DIALOGUS CREATURARUM MORALISATUS” in formato leporello a cura di Antonina Greco, continua negli spazi dell’ex monastero dei Benedettini di Monreale fino al  5 settembre.

Dopo tale data,  la Mostra sarà trasferita a Cefalù nelle sale della biblioteca del Barone di Piraino del Museo Mandralisca  dove si concluderà il suo percorso nei luoghi medievali del territorio. 


MOSTRA D'ARTE 
presso

ABADIR
Accademia di Belle Arti e di Restauro 
Abbazia di San Martino delle Scale *





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San Martino delle Scale è una frazione del Comune di Monreale e sorge a 589 s.l.m. nei pressi dell'omonimo Monastero benedettino. Il paesaggio montuoso e ricco di boschi ne ha fatto una località di villeggiatura, soprattutto estiva. La località è nota per l'Abbazia fondata in età bizantina, VI sec. da Gregorio Magno; distrutta dai Musulmani e ricostruita nel XIV sec. 








 Ci accoglie l'albero maestoso e ornamentale del Platano....




La Chiesa è ad unica navata, doppio transetto e vi si trovano opere pittoriche di Pietro Novelli, di Ribera, Salerno, di Zoppo di Gangi e opere marmoree di Benevento Tortelli e dei Pampilonia.'



Il Convento si addossa alla Chiesa con la facciata che è del 1786. 


All'esterno, accostata alla navata destra è una fontana, "il fiume Oreto" del Marabitti











 OPUS INCERTUM"
dal cemento nascono i fiori


MOSTRA d'Arte
degli allievi dell'Accademia di Belle Arti Abadir
a cura di Valentina Di Miceli
Coordinamento organizzativo Simona Marino e Giuseppe Terrusa
Allestimento Mario Lo Conte 

Franco Lo Coco
Progetto grafico Giuseppe Sinatra


Definizione: <Opus incertum (dal latino, opera incerta) è una tecnica edilizia romana di costruzione di un muro in opera cementizia utilizzata soprattutto dagli inizi del II secolo a. C.. Il muro è costituito da un solido nucleo formato da frammenti di vari materiali (pietre, laterizi) cementati con malta, rivestito da un paramento in blocchetti (caementa) di forma irregolare e sommariamente sgrossati. Opus incertum è anche il titolo della nostra degli allievi dell'Accademia Abadir, scelto, facendo riferimento non tanto all'incertezza dell'opera o dei tempi, ma al solido nucleo formato da ragazzi di età differente e di differente provenienza, pietre grezze e irregolari, uniti qui dalla potente malta dell'arte. Nasce così un caleidoscopio di opere realizzate con tecniche e forme espressive diverse che di fatto rompe il muro del silenzio che da qualche anno a questa parte si era formato attorno all'Accademia Abadir di S. Martino delle Scale, che con questa Mostra ritorna a proporsi come valido polo di formazione artistico/culturale del palermitano. All'inizio dell'anno accademico, a novembre, riflettendo intorno al tema della mostra con gli allievi ci siamo lasciati ispirare da un evento importante della nostra storia: la ricorrenza del 25° anniversario della caduta del muro di Berlino. Era  il 9 novembre del 1989: < "Smettetela!", urlava il Muro, "sto cadendo!". Ma era troppo tardi. Un milione di cuori si erano ritrovati. Il Muro era caduto prima che fosse abbattuto>. (Michael Jackson -Berlino 1989) 
Da qui le suggestioni sono state tantissime, dai Pink Floid con "The wall" alla poesia di M. Jackson, fino alle infinite barriere psicologiche, sociali, artificiali che di fatto limitano la libera espressione di ciascuno di noi. I fiori cominciarono così a sbocciare, prima sulla carta come progetti e poi in un clima di collaborazione tra i diversi laboratori e i diversi professori in una vera e propria fucina dell'arte collettiva (elemento da sempre distintivo delle qualità formative di Abadir), son nate le prime opere. Dalla pittura all'incisione, dalla fotografia all'installazione, dalla scultura al video, ognuno degli allievi ha messo in campo la propria ispirazione, la propria tecnica e il proprio bagaglio culturale fatto di esperienze personali e collettive, coltivate anche all'interno dell'abbazia che ospita l'Accademia nei suggestivi spazi battuti dal vento freddo in inverno e immersi in un orizzonte artistico e naturale di pace e armonia favorevole alla meditazione creativa. Quando nel 1992 nasceva l'accademia Abadir le prime mostre che si fecero erano: "Segni di un sogno" di alcuni monaci e professori della plurisecolare tradizione benedettina, un polo importante in Sicilia nel campo dell'arte e del restauro. Oggi a distanza di 23 anni il sogno continua  e, a darne conferma è l'omaggio sentito che alcuni ex allievi dei primi tre anni dell'accademia (1992-1995) simbolicamente uniti agli allievi di questi ultimi 3 anni e alcuni professori hanno voluto fare ad Abadir presentandosi in mostra con le loro opere. Umanità, grande professionalità, senso di appartenenza, individualità e collettività in un contesto unico come l'Abbazia trecentesca sono gli elementi che hanno nutrito tutti gli allievi che negli anni si sono avvicendati in Accademia fino ad oggi e che custodiscono profondamente questa importante esperienza formativa e di vita. Il mio ringraziamento va quindi a tutti i professori del passato e del presente che a vario titolo hanno contribuito e contribuiscono a rendere sempre vivo il sogno di Abadir, al Direttore didattico Prof.ssa Elisabetta Brugè e al Direttore Amministrativo Don Mariano Colletta che condividono questo sogno sin dagli esordi; alla comunità monastica che ospita l'accademia; e a tutti gli allievi, ex e neo, vera forza trainante di un sogno destinato a continuare nella realtà.
VALENTINA DI MICELI



                     (San Martino delle Scale)        
*OMAGGIO AD ABADIR*

di 
Roberta Civiviletto Stefania Cucciardi 
Franco Fazio Giuseppe Grippi Franco Lo Coco Mario Lo Conte Federica Orlando Raffaele Piccoli Ombretta Sapio Valentina Supino Raffaella Piccoli
Emilia Wanderlingh


























GIUSEPPE GRIPPI: DONNA E UOMO


























































DEPOSIZIONE - Autore Ignoto





























INSTALLAZIONE



















Giornata dell' ARTE
a cura degli studenti 
del 
Liceo Artistico 
"M. D Aleo"


Mattinata all’insegna dell’allegria e della gioia in occasione della manifestazione promossa per festeggiare la giornata del’arte. Tutte le scuole del territorio hanno aderito con entusiasmo all’evento, dandosi appuntamento alle ore 9,30 in piazza Guglielmo II, dove ad attenderle cerano i docenti e gli studenti del liceo artistico “M. D’Aleo” di Monreale , i ragazzi delle associazioni Lucegrafia e Link, Rodolfo Lo Iacono di Vita AllaVilla. A sorpresa i ragazzi del comitato Pioppo Comune hanno arricchito con un tocco di originalità la manifestazione, affiggendo attorno alla piazza una serie di splendidi lenzuoli sui quali erano riprodotte opere pittoriche di grandi artisti, realizzati dai ragazzi delle scuole di Pioppo, provenienti dall’evento Piopp’art, conclusosi recentemente. Gli studenti, sotto la guida dei docenti del liceo artistico, si sono cimentati nella realizzazione di manufatti utilizzando diverse tecniche sia pittoriche che musive. Contenti di sporcarsi le mani per l’occasione, i ragazzi hanno mostrato le loro attitudini artistiche , sotto lo sguardo incuriosito di turisti e passanti, testimoniando ancora una volta che la passione per l’arte accomuna grandi e bambini e rafforzando la convinzione che davvero la bellezza salverà il mondo. Ha manifestato molta soddisfazione per l’ottima riuscita dell’evento l’Assessore alla Pubblica Istruzione Nadia Olga Granà, che ha voluto accompagnare le scolaresche, partecipando alla manifestazione, e che, insieme all’Assessorato ai Beni culturali ha patrocinato  l’evento.











































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