"Babbo Natale giustiziato" di C.L. Strauss




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Claude Levi Strauss

BABBO NATALE   GIUSTIZIATO
Sellerio editore



<Babbo Natale è vestito scarlatto: è un re.  La sua barba bianca, le sue pellicce e i suoi stivali, la slitta nella quale viaggia, evocano l’inverno.  Incarna l’aspetto benevolo dell’autorità degli anziani. 
Ma in quale categoria bisogna collocarlo dal punto di vista della tipologia religiosa?Non è un essere mitico, poiché non c’è mito che renda conto della sua origine e delle sue funzioni; e non è nemmeno un personaggio di leggenda, poiché non è collegato a nessun racconto semistorico. Appartiene piuttosto alla famiglia delle divinità. 
E’ la divinità di una sola fascia di età della nostra società e la sola differenza tra Babbo Natale e una vera divinità è che gli adulti non credono in lui, benché incoraggino i propri figli a crederci. Babbo Natale è dunque anzitutto, l’espressione di un codice differenziale che distingue i bambini dagli adolescenti e dagli adulti>.






<Il fatto di cronaca esaminato da Levi-Strauss in Babbo Natale giustiziato - scrive l'antropologo Buttitta nello studio sul significato del ritorno dei morti che introduce il volume - non è meno significativo per intendere la complessità dei percorsi attraverso i quali certe strutture ideologiche persistono rifunzionalizzandosi. Lo studioso considerando la notizia che davanti alla cattedrale di Digione per iniziativa di solerti fedeli, era stato bruciato un simulacro di Babbo Natale  per poi essere risuscitato in Municipio per iniziativa delle autorità comunali, capisce che non si tratta di un semplice fatto di cronaca. L'idea di una figura divina la cui morte è necessaria per rigenerare il tempo cioè la vita, è un complemento dello schema mitico nel quale il ruolo di mediazione risolutiva è assolto dai morti e dal loro inverso speculare costituito dai bambini>. 

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