ESPOSIZIONE DELLA COLLEZIONE DI OPERE D'ARTE
DI ARTISTI STORICI MONREALESI
PRESSO LA BIBLIOTECA COMUNALE dei libri del fondo moderno
"CASA CULTURA Santa Caterina" di Monreale
Senza l'Arte il mondo è silenzioso e vuoto. Rinchiuso.
L’esposizione
della collezione di opere d’arte di alcuni artisti monrealesi che hanno
mostrato attenzione agli aspetti più stimolanti dell’arte e che in passato
hanno donato alcune loro opere al Comune di Monreale, vuole porre le basi per
uno sviluppo culturale ordinato e
produttivo. Per le scolaresche del nostro territorio, stimolo al pensiero e al
giudizio critico perché un approccio estetico che parte dalle sensazioni e
dalle emozioni permette di stupirsi, meravigliarsi e sviluppare la sensibilità creativa.
L’espletamento di un progetto culturale all’interno della
biblioteca comunale, volto alle scuole del territorio, agli utenti e
ai visitatori è sicuramente arricchimento e orientamento maggiore per quanti
desiderano conoscere l’escursus artistico dell’arte monrealese che ha le sue
origini con la costruzione mosaicale del Duomo di Monreale e di tutto il
patrimonio artistico-monumentale ereditatoci dai Normanni.
E il "culto" dell'arte a Monreale, è stimolato dalla
presenza di questo patrimonio architettonico,
nucleo e fondamento di ogni settore della vita del paese.
Da fonti storiche, apprendiamo che una scuola di artisti ruota
attorno alla famiglia Oddo. Il muratore ed architetto Masi Oddo, lavora per
molto tempo nel Duomo anche come mosaicista. Masi Oddo dimora presso la torre
denominata la vetriera e alla sua scuola, viene lavorata anche la ceramica. Il
vero artista è però il figlio Pietro "fornito anche di una buona cultura
umanistica e letteraria." Egli perfeziona l'arte del mosaico a Monreale,
ripara, in Cattedrale, diversi pannelli in mosaico ma la sua opera più
importante è il pavimento dell'ala sinistra del presbiterio. Alla famiglia Oddo
si aggiunge quella dei Nicolosi, Matranga e i fratelli Zerbo. Altri artisti lavorano per realizzare commissioni da
parte di cittadini privati e Chiese. Nel ‘600 a Monreale, l'arte del barocco
assume esempi significativi: infatti molte Chiese, vengono rinnovate secondo il
nuovo gusto. Nello stesso secolo, la Sicilia vanta di avere il grande pittore
Pietro Novelli: nasce nel 1603 a Monreale e come il padre amò l'arte. Verso la
metà del '700, le condizioni politiche consentono di intensificare i rapporti
con la cultura italiana ed europea. L'isola partecipa alle vicende
socio-politiche, filosofiche, letterarie, artistiche che investono l'Europa. Le
Accademie italiane e straniere allacciano rapporti tra loro, si intensificano
le corrispondenze culturali tra italiani, francesi, inglesi e tedeschi. La
Sicilia è meta di viaggiatori stranieri che ne scoprono la bellezza naturale ed
il significato, spesso drammatico, dell'arte. Si diffonde intanto la cultura
francese ed ogni intellettuale congiunge legami alla ricerca urgente di
una verità, e non solo. Monreale è al centro di un vasto rinnovamento di studi,
specie nel campo letterario e filosofico. Nella pittura, si distingue
Antonino Leto, Giaconia e più avanti, tutta la scuola di artisti che
"nelle loro opere attingono ispirazione da Monreale, del suo Complesso
monumentale, della visione della Conca d'oro, dell'aria caratteristica della
nostra città" (G. Schirò). Pietro Oddo,
Antonino Leto, Andrea Di Piazza, Salvatore Giaconia, Pietro
Novelli
“Artisti…dal loro diverso tempo di realizzazione e di
indirizzi estetici.... Li accomuna, all'origine, una uguale carica di
sollecitazioni: quel sentirsi, da Monreale, dentro lo spazio più vasto del
proprio "durare".. Così fu per il Novelli...e poi per Antonino
Leto... pittura che si sostanzia dei fermenti culturali europei e che si attua
perciò nei migliori riscontri artistici dell'epoca. Una tensione che non
si allenta ma che si rigenera nelle più recenti generazioni di artisti
monrealesi, sino ad arrivare ai più validi linguaggi delle odierne
avanguardie."(F.sco Carbone)
La generazione dal 1936
al 1951, reduce della catastrofe mondiale, testimoniata non solo dalle rovine delle città
e dai segni fisici dei corpi dilaniati dalle stragi ma anche da una solitudine
esistenziale, prigioniera di una coscienza inutile e vuota, necessita di una
ricerca interiore che riscatti l’essere umano, ormai troppo mortificato.
I pittori, i filosofi,
i poeti, i letterati, offrono già il ritratto dell'uomo contemporaneo.
L'interscambio dei
diversi linguaggi, delle esperienze culturali ed estetiche accomuna ed avvicina
popoli lontani in un unico denominatore. Dalla fine degli anni cinquanta, le
arti figurative si ritrovano di fronte alla dialettica del
realismo-astrattismo. Lo scontro fra le due correnti, porta gli artisti a voler
superare i due linguaggi per seguire altri itinerari, fatti di esperienze di
vita anche casuali. Raggiungere cioè la realtà, non con le applicazioni di
regole e codici imposti ma con l'uso di una materia che significhi oggetto ed
enigma. Artisti che sentono la necessità di uscire da questa antinomia, per non
perdere la spontaneità creativa e che adoperano un linguaggio pittorico,
appartenente all'esperienza dei cubisti, degli espressionisti, degli
astrattisti. Si fa avanti, in campo internazionale, il nouveau rèalisme fatto
con assemblaggi di elementi. In America, la Pop Art che ironizza la civiltà dei
consumi e di cui ci si crede protagonisti. Una dissacrazione della società, in
realtà senza valori. La Pop Art americana influisce anche su artisti italiani;
si avvicendano e s'intrecciano movimenti e correnti da teorici dell'arte.
Altri, tentano invece di dare agli impulsi "pop", forza interiore. Vi
è un rifiuto della rappresentazione naturalistica, da parte di quanti scelsero
il confronto con il vero e libera reinterpretazione dell'apparenza. Artisti
diversi, vicini e lontani ma accomunati dalla volontà di far conoscere i propri
racconti, i paesaggi, gli oggetti, le commozioni e le emozioni, le follie
umane, il dramma quotidiano, non prescindendo dall'apparenza delle cose.
Non soggezione alla perfezione della realtà ma piuttosto la proposta di una
larga leggibilità del mondo in cui l'immagine, l'oggetto implichi tanti perchè
al di là della loro esistenza fisica. E già agli inizi degli anni settanta si
avverte la tendenza di fare gruppo, nel senso che si trattava di porsi in una
posizione critica di fronte alla cultura e alla società imperante che tende a
lasciare fuori gli intellettuali e a spingerli nell'individualismo. E' vivo il
bisogno di creare un rapporto tra l'artista e la società che, malgrado tutto, considerano
ancora viva. E nella ricerca di una verità, ognuno intende conservare la
propria libertà d'espressione. La Sicilia è presente con interscambi
filosofici ed estetici. I giovani conoscono molte opere esposte alle Biennali
Veneziane: informazioni e fermenti che servono a dare risonanze positive e
negative all'arte in Sicilia. Come scrive Giovanni Bonanno: "In molti è forte sia la fiducia nella
ricerca di nuove forme e significati, sia la necessità di trovare in un
ripiegamento nel passato, le ragioni per una creazione pregna di valenze,
rimandi, ironie e riletture della storia dell'arte. In un'arte dischiusa
all'universalità contemporanea è da escludere, per il superamento del perimetro
insulare, qualunque elemento che tenda a uno specifico di sicilianità. La
Sicilia non è una realtà concreta, nè una tipologia agli occhi di memorialisti
o peggio di turisti. E' una segreta immagine nel cuore di chi, siciliano,
incide, dipinge e scolpisce per diverse regioni d'Europa e d'America. Una
struggente icona di luce e di dolore che alimenta la coscienza e il senso
creativo: ideale riferimento, sempre nell'essere contraddittorio, di vita e di
morte. Sicilia, libera da condizionamento neorealisti e da stilemi figurativi,
che possiede, su una struttura stratificata da millenni di storia mediterranea
ed europea l'eredità del novecento, così come si è voluta dalla seconda guerra
mondiale in poi, sotto il carico di paure atomiche e di incertezze
post-moderne... internazionalismo formale in Sicilia, radicalmente votato alla
fissazione di una verità che non ha sede in un luogo che pertanto è identica a
Cuba, a Tokio, a Copenaghen, a San Paolo, Los Angeles e Palermo... una Koinè di
strutture e segni, ovunque
identici". Già a Monreale, in quegli anni, varie esposizioni d'arte
riflettono i nuovi fermenti artistici e, in alcuni saggi critici, si poteva
così leggere:...l'opera rileva un uomo
affascinato dalla realtà ...non come spettatore...ma lavoro di ricerca e di
meditazione sui mille meccanismi che legano l'umanità.. troppe volte
assassinata. Oppure: ...L'arte di
oggi è arte intensamente connotativa: liberatosi dai significati, l'artista
tende all'espressione pura; la pittura diviene musica, gioco libero di forme e
di colori. Come riferimento alla tradizione locale, nel 1959 nasce a
Monreale, la scuola d'Arte comunale, nel 1962 come sezione staccata per il
mosaico dell'Ist. Statale d'Arte di Palermo e nel 1968, Istituto
autonomo:Istituto Statale d'Arte per il mosaico ("M. D'Aleo"). Ne
esce una schiera di giovani Artisti …
E quanti altri, tutti educati nel
rispetto dell’arte e nel suo segno
dominante che è l’autenticità della ricerca e dell’espressione e ancora,
volontà di affermazione. Il percorso storico prosegue insieme con l’apertura di botteghe
d’arte, laboratori di ceramica e di mosaico,
e di studi d'arte di artisti locali. Nel 1971, come consolidamento di
questa tradizione, Monreale ha accettato la donazione della Sig.ra Eleonora
Nora Posabella, titolare della Galleria "Il Vantaggio" di Roma che ha
voluto onorare la memoria di Giuseppe Sciortino, illustre scrittore e critico monrealese, offrendo in diversi momenti e nel corso degli
anni, numerose opere d'arte moderna e contemporanea di famosi maestri del
'900. Lo scopo è stato quello di istituire la Civica Galleria d'Arte, per
arricchire il materiale artistico monrealese, destinata a stimolare
energie giovanili ed educare artisticamente e culturalmente tutta la
cittadinanza. Molti altri artisti, pittori, scultori, mosaicisti,
ceramisti che hanno operato, da autodidatta, con consensi e successi di
critica a Monreale e in altre città italiane e all'estero.
Un percorso storico-artistico
che a Monreale sembra non fermarsi e che continua a manifestarsi attraverso la
creazione di opere d’arte di altri artisti meno giovani e giovani talenti emergenti che meritano di farsi conoscere e di affermarsi.
Benedetto Messina Salvino Spinnato Giovan Battista Caputo
Saverio Terruso
Giuseppe Sardisco
Giovanni Alvich Calogero Gambino Mario Lo Coco
Silvio Guardi
Giovanni Marotta
Marcello Buffa
Antonino Nacci Pino Anselmo Franco Panella Enzo Arico'
Antonino Nacci
Ceramiche di Elisa Messina
GIOVANNI ALVICH
Giovanni Alvich è docente al Liceo Artistico “Mario D’Aleo”.
Conoscitore delle tecniche plastiche e decorative.
Il Prof. Alvich, nel corso degli anni, ha contribuito molto a mantenere viva la tradizione dell’Istituto d’Arte per il mosaico, promuovendo, insieme ad altri docenti, una serie di iniziative culturali in funzione del restauro, della ricerca di forme espressive, campi di applicazione e destinazione.
L’Istituto ha formato numerosi artisti/operatori che si sono affermati nell’arte del mosaico producendo opere mobili e opere applicate in edifici pubblici e strutture architettoniche sia in Italia che all’estero.
ENZO ARICO’
L’arte di Enzo Aricò, storicamente si pone dopo la guerra mondiale, quando giungono in Sicilia i primi fermenti del rinnovamento artistico che qualificano i pittori. Dopo anni di lunga guerra, si sente il bisogno di una ricerca interiore che riscatti l’essere ormai troppo mortificato. Uno stato d’animo che si traduce artisticamente con la spontaneità creativa: al di là dell’esistenza fisica delle cose, sopraggiunge la necessità di una “larga leggibilità” del mondo. In questo contesto, come Enzo Aricò si pongono Francesco Bosco, Giovan Battista Caputo, Benedetto Messina, Saverio Terruso, Giuseppe Sardisco.
PINO ANSELMO
Pino Anselmo nasce a Monreale nel 1942. Ha studiato presso l’Istituto Statale d’Arte dove ha conosciuto il Maestro Alfonso Amorelli di cui diviene l’allievo prediletto e col quale ha collaborato all’esecuzione di scenografie in occasione di rappresentazioni classiche.
Docente nello stesso Istituto monrealese e artista dalla pluralità di interessi, dalla ceramica al mosaico dalla scultura alla pittura.
L ‘Artista, prende spunto dalla realtà per giungere a composizioni trasfigurate e astratte, lasciandosi guidare dalla sua intuizione.
Pino Anselmo muore a Palermo nel 2012.
MARCELLO BUFFA
Marcello Buffa nasce a Palermo nel 1969. Le creature artificiali di Marcello Buffa partono dalla fotografia e procedono attraverso le immagini anonime catturate dal mondo della comunicazione pubblicitaria per essere riplasmate in nuove identità.
Volti inquietanti e malinconici svelano un’umanità artificiale e la riflessione sulla modificazione della dimensione naturale.
GIOVAN BATTISTA CAPUTO
L’Artista Giovan Battista Caputo nasce a Monreale nel 1914 e muore a Palermo nel 2002 all’età di 88 anni.
Egli si è dato alla poesia e più tardi alle arti figurative.
Dentro la corrente dell’Astrattismo, G.B. Caputo ritrova la natura, che non è quella paesaggistica e contemplativa.
Nelle sue opere, dal 1937 al 1967, si può constatare questa fusione intima tra concezione astratta e sentimento della natura. Gli elementi che egli sviluppa non sono semplici invenzioni, ma strutture intuite spiritualmente ed inserite nello spazio pittorico, per esprimere una profonda essenza naturalistica e umana.
Le opere successive rivelano la continuità della purezza, dell’essenza della vita e dei suoi valori primordiali: il riflesso di una “profonda religiosità, come ragione umana e verità trascendente di valore universale”.
CALOGERO GAMBINO
Nato a Torretta nel 1956, è stato titolare di discipline pittoriche presso l’Ist. St. d’arte per il mosaico di Monreale. Negli anni ’70 all’Istituto si aggiungono i corsi di ceramica e il prof. Gambino diviene il primo docente di ceramica insieme ai colleghi ed artisti come Giovanni Leto, Antonino Pedone, Sergio Mammina, Giovanni Randazzo, Franco Nocera, Sebastiano Guercio ed altri. Negli anni ’90, quelli della sperimentazione, emerge l’Artista innovatore: sculture con ricerca cubica e con spigolature mai smussate. Successivamente, approfondisce lo studio dei colori, sviluppa gli smalti, pratica vari materiali di ceramica, mantenendo sempre un equilibrio tra l’opera dell’artista-innovatore e la produzione ceramista. Oltre trent’anni di vita da ceramista artigiano: “invenzioni fantastiche che non imitavano ma creavano un’altra natura con leggi segrete”. Gambino muore a Palermo nel 2008.
SILVIO GUARDI’
Guardì nasce a Monreale nel 1945 e muore a Milano nel 1999.
L’Artista esprime la propria interiorità e il suo viaggio nella memoria, attraverso pagine di antichi registri impreziosite per mano di una antichizzatura che cancella il tempo e giungendo a configurare un suo particolare “alfabeto immaginario”. Ma al di là di questi segni, oltre i simboli, sono celati dei significati reconditi. Scrittura e memoria si stratificano, pagina dopo pagina, nel racconto universale che forma il grande libro della sua vita, tra lettere perdute e alte che affiorano da luoghi remoti. Guardì comunica, innanzi tutto, se stesso, con le immagini che gli vengono suggerite dal contesto bibliofilo del mondo, visualizzazioni della sua officina passionale, della sua passione interiore per il segno complesso della scrittura, per il disegno della decorazione. Vecchi fogli tratti da registri contabili uniti a pagine di quotidiani, arricchiti da francobolli e antichi fogli manoscritti, il tutto impreziosito da grafismi personali, misteriose sovrapposizioni e cancellature. Guardì cerca di esorcizzare la distruzione fisica dell'immagine nella cultura di oggi prodotta e trasmessa dai mass media. Cessa di vivere a Milano il 16 gennaio 1999.
MARIO LO COCO
Mario Lo Coco vive e lavora a Monreale.
Tra i critici che si sono occupati del suo lavoro creativo è stata sempre messa in evidenza la sinergia tra azione creativa e duttilità della materia come proiezione di una particolare esigenza emotiva. Una sintesi perfetta di volume e di colore. E’ questo il connotato saliente e distintivo delle raffinate ceramiche plastiche di Mario Lo Coco.
L’artista riprende un itinerario, quello della ceramica, antico, che tende a snodarsi lungo una direttrice di marcata innovazione a carattere informale.
BENEDETTO MESSINA
Benedetto Messina nasce a Monreale nel 1919 e muore a Monreale nel 2009. Fin dalla sua prima giovinezza è stato figura di rilievo nell'ambito dell'arte. Di lui, va ricordata la realizzazione a Monreale dell'Istituto Statale d'Arte per il mosaico del quale è stato ideatore e fondatore negli anni Settanta e di corsi regionali, provinciali e comunali a lui affidati, diurni, talora serali, aperti ai piccoli quanto agli adulti: molti di loro, chiamati a ricoprire incarichi di insegnamento. L’Artista giovane si inserisce in un contesto sociale e culturale caratterizzato dalle condizioni del dopoguerra. Per lui, la religio hominis, unico sentimento religioso possibile che viene in soccorso all’uomo e, l’atto creativo, l’unico rivelatore della divina creazione della natura. Alla maturità dell'Artista corrisponde la maturità dell'uomo, la sua affermazione professionale, l'insegnamento, la famiglia, legato di più alla scultura praticata ora con continuità e convinzione.
ELISA MESSINA
Elisa nasce a Monreale nel 1933. La sua attività ha inizio nel 1961 quando fonda, all'ombra delle torri centenarie, il laboratorio e la scuola di ceramica. Dalle sue mani, nascono sculture di vasi antropomorfi, donne modellate su vasi a lucignolo, espressioni intense e sognanti anche nei dipinti ad olio. Ed ancora, le Colombe, testimoni della ricerca di pace, di candore. Il colore blu che affiora sui piatti e vasche ed ancora su brocche e samovar, su piccole tazze decorate. Braccia rivolte verso l'altro, a volte reggono un filo...a volte il filo è spezzato, come le braccia delle Donne di Elisa, metafora della condizione di "impotenza" della donna siciliana dei primi anni Sessanta. In omaggio alla tradizione presepiale siciliana e napoletana, Elisa ha creato i suoi pastori, figure di intensa espressività, realizzate interamente a mano, in terracotta e tessuti antichi, che rinnovano nei suoi estimatori, il piacere di collezionare.
Elisa Messina muore a Monreale nel 2011.
GIOVANNI MAROTTA
Giovanni Marotta nasce a Monreale nel 1969.
Artista autodidatta, pieno di entusiasmo a produrre “un canto d’amore e di lode a madre natura”, come evidenziato dal Prof. Benedetto Messina, suo unico maestro.
Già agli inizi del suo percorso artistico la sua ricerca s’intensifica nello studio delle forme, dei colori e dei chiaroscuri. Nella tematica religiosa, Marotta affida al colore e a quanto c’è nella natura, “celebra la sua ricerca spirituale intrinsecamente cristiana” . La crescita artistica svela un artista più istintivo e libero, interprete della complessità della vita: surrealismo e metafore si trovano nelle opere di Giovanni Marotta. Una pittura interiore che descrive l’uomo e la sua mente, che traduce il malessere della società, proponendosi però sempre in modo ottimistico.
ANTONINO NACCI
Antonino Nacci, pittore
e scultore, nasce a Monreale nel 1938.
Nacci può essere
considerato uno dei pionieri dell'arte materica-segnica in Sicilia. Grande sperimentatore, trae
spunto e aderisce a diverse correnti pittoriche: astrattismo, informalismo,
arte povera. Protagonisti della sua ricerca sono i materiali poveri: sacchi di
tela, juta, ceramica, fil di ferro, carta, filo e colore che l'artista,
impagina in composizioni plastiche, successivamente, tra i materiali, la sabbia. Quella sabbia che Nacci raccoglie, amalgama con colla
vinilica e poi stende sulla tela con decise spatolate ed infine incide, dando
vita al suo mondo onirico. L'effetto è straordinario. La materia sporge dalla
tela, disorientando l'osservatore che non può non toccare, la comprensione
passa attraverso l'esperienza sensoriale del tatto. La sua arte è "grido di protesta" nei confronti
delle ingiustizie del mondo.
Nella produzione
dell'ultimo periodo, la pace sembra persa. I colori della tavolozza diventano
il nero e il rosso intenso e il mondo stagione geometrica più sofferta, ma non
meno intensa ed affascinante.
Antonino Nacci muore a
Sciacca nel luglio del 1989.
BENEDETTO
NORCIA
L ‘arte del monrealese Benedetto
Norcia si caratterizza per i modi con
cui riesce a cogliere con immediatezza l’umanità e la spiritualità. I
personaggi delle prime opere esprimono il rapporto tra la luce naturale e quella
interiore, mentre i colori ne esprimono le aspirazioni.
<L’indagine nel meticoloso mondo
dei segni incisi mi arricchisce di una possibilità espressiva e prontamente
offro al fruitore una sfaccettatura diversa del mio mondo creativo che nella
meditazione del gesto lascia sbocciare inaspettate visioni> (B. N.)
L’opera “L’infinito”, esprime il
legame imprescindibile tra il maschile e il femminile che è in ognuno di noi e
che richiama il simbolo della filosofia orientale yin e yang.
FRANCO
PANELLA
Franco Panella nasce a Montevago
(AG)nel 1950 e vive a Monreale dal 1972. L'arte di
Panella rinuncia deliberatamente alla bellezza consueta, all'armonia cromatica
tradizionale, ai mezzi espressivi convenzionali, alle comode frasi ereditate. Quando
ci racconta i suoi quadri parla di "pagina, di libro aperto, di
scrittura". E nel suo discorso grafico introduce i materiali più prosaici,
trovati per la strada o nelle campagne. I rifiuti e le macerie diventano la
materia prima della sua creatività. Nelle sue mani il segno della moderna
incultura si trasforma in cultura. Nelle sue conversazioni ricorrono vocaboli
come costruire, distruggere, fare, rifare, intonaco, mattone...e la parola
"muro" risuona con particolare veemenza. Panella è un costruttore di
muri. Il muro, come superba espressione di civiltà, comparve già nella prima
storia dell'uomo, nelle Ziggurat mesopotamiche, che il Dio geloso degli ebrei
chiamò "Torri della Confusione". Il muro è protezione e separazione.
Protegge la nostra vita privata dall'invadenza degli estranei e ci separa
dall'altrui intimità. Il muro ci ricorda speranze e tragedie antiche e recenti.
GIUSEPPE
SARDISCO
Giuseppe Sardisco nasce a Monreale nel 1936 dove vive e
lavora .
Si è diplomato all’Istituto d’Arte di Palermo e insegnato
discipline plastiche fino al 1998 al Liceo artistico di Palermo.
Sue opere sono presenti presso collezioni pubbliche e
private.
Il critico d’arte Francesco Carbone ha scritto di lui: “
Giuseppe Sardisco, scultore tra i più sensibili nella ricerca del tempo delle
forme, che fa della grafica non un semplice momento autonomo rispetto allo
scolpire, ma l’identificazione di un altrettanto importante ed impegnato mezzo
espressivo.
SALVINO SPINNATO
Nasce a Monreale nel
1910. Partecipa a diverse collettive,
tra queste quella organizzata in occasione dell’inaugurazione di una nuova
galleria d’arte “La Carrubella” del fondatore Prof. Benedetto Messina.
Spinnato, dopo la seconda
guerra mondiale, nel 1949 si trasferisce con la moglie Piera Lombardo in
Argentina, a Mendoza, dove lascia numerose opere. La più importante, la realizzazione, a metà
degli anni ’60, di un encausto murale, con i suoi 175mq, che adorna le pareti
del tempio di San Juan Bosco, situato nella strada Cordoba e La Rioja, una
delle stazioni della tradizionale via Crucis che si svolge a Pasqua. Sono 26
scene (evangeliche) della vita di Cristo divisi in due gruppi di 13,
regolarmente disposti su ciascun lato della navata. La tecnica utilizzata è la miscela di pigmenti
con cera lavorata sul muro a secco per una maggiore conservazione. E’ stato
registrato che sono stati trovati altri suoi dipinti presso il Collegio Don
Orione e nelle province di Cordoba e San Juan. Di Spinnato, alcuni sostengono
che sia vissuto a lungo negli Stati Uniti d’America.
SAVERIO
TERRUSO
Saverio Terruso
nasce a Monreale l’11 gennaio 1939.
Di taluni artisti si può parlare astraendoli dai luoghi
dove sono nati e hanno trascorso la giovinezza, ma così non è per Saverio
Terruso.
Le origini monrealesi sono ben presenti in vario grado
nella sua opera, con evidenza tematica nelle processioni e nei paesaggi del primo periodo.
Saverio Terruso lascia giovane Monreale e a Brera ottiene,
per i suoi meriti, la cattedra ch'era stata di un altro pittore del Sud, Domenico Purificato. Partecipa alle intemperie
artistica milanese, pur preferendo alle discussioni di caffè il raccoglimento
operoso del suo studio nel quartiere di Sant'Ambrogio, dove si moltiplicano le
tele che <raccontano> Monreale, in particolare il plurisecolare
psicodramma cui la sua gente s'abbandona, nelle strade strette antiche, nella
ricorrenza della processione di
maggio del Cristo.
Terruso muore il 3 marzo 2003
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