EX MONASTERO DEI BENEDETTINI
CENNI STORICI
Al tempo di re Guglielmo, alcuni monaci
provenienti da Cava dei Tirreni - famosa come centro di diffusione
della cultura in quanto gli amanuensi si dedicavano alla copiatura dei testi
antichi - vengono a stabilirsi nel monastero per diffondere la cultura e
favorire la penetrazione latino-cristiana nella Sicilia occidentale popolata
dai Musulmani.
I monaci ebbero grande cura nel custodire i
libri ricevuti in dono, le pergamene regie e pontificie relative ai privilegi
di cui l'Abbazia di Monreale godeva, raccolti nel "Tabulario di Santa
Maria Nuova" conservato oggi presso la Biblioteca Generale della Regione
Siciliana. Tuttavia, la morte di Guglielmo II e l’incalzare di vari eventi
politici e religiosi portarono allo spopolamento del monastero ed alla
dispersione di molti libri. Sarà il cardinale Ausias de Spuig,
Arcivescovo di Monreale dal 1458 al 1483, ad incrementare il numero dei volumi,
anche se non se ne sa l’effettiva consistenza, probabilmente dovuto al fatto
che la Biblioteca non era ben custodita. Il contenuto quasi esclusivamente
giuridico, teologico e liturgico ad uso del clero si fa risalire ad un primo
inventario del 1507 con un elenco di 77 opere; ad un secondo inventario
del 1538 vengono ancora aggiunti altri 11 incunaboli.
La Biblioteca, trovandosi nella sacrestia
del Duomo, doveva essere accessibile sia al clero secolare (in continuo
sviluppo e con funzioni pastorali) che ai monaci Benedettini. E, siccome la
loro convivenza era molto difficile, nel 1591, l’Arcivescovo Ludovico II Torres
, trasferisce una parte dei libri al Seminario Arcivescovile, da lui fondato,
un’altra parte al Convento dei Cappuccini fondato dal suo predecessore Ludovico
I Torres ed una piccola parte ai Benedettini. Dunque, a partire dal 1591,
esistono a Monreale tre Biblioteche: quella del Seminario, dei Cappuccini e
quella dei Benedettini, queste ultime scomparse, a causa della soppressione
delle corporazioni religiose e sono confluite nell’attuale Biblioteca Comunale.
Nel 1626, con l’Arcivescovo di Monreale G.
Venero, vengono acquistate molte opere di diritto civile e canonico e si
rafforza la tradizione culturale del Seminario,. Dal 1754 al 1773 con
l’Arcivescovo F. Testa,"è l'epoca d'oro della scuola
monrealese" che si arricchisce ulteriormente anche per la
presenza di ottimi docenti. Nel 1844, l’Arcivescovo Benedetto Balsamo lascia
una bella libreria ed una edizione critica dei classici latini.
I monaci benedettini destinarono a biblioteca, all’interno del monastero, un
ampio salone con” volte a botte affrescate” e con pavimento di antica maiolica
bianca. La Biblioteca fu ad uso dei monaci e degli studenti della scuola
di noviziato, fino al 1866, anno della legge di soppressione delle corporazioni
religiose e, nel 1875 il Monastero venne ceduto al Municipio ed istituita la
Biblioteca Comunale di Monreale “Santa Maria La Nuova” al cui patrimonio
bibliografico si aggiunse anche quello dei Benedettini della vicina frazione di
San Martino delle Scale e quello dei Cappuccini del luogo. Col passare degli
anni di altre numerose e qualificate donazioni.
Secondo uno studio riguardante la storia della Biblioteca Comunale di Monreale, essa sorge quando la Commissione Antichità e belle Arti, con una convenzione con il Comune di Monreale , devolve allo stesso Comune il patrimonio bibliografico incamerato dallo Stato in seguito alla soppressione delle corporazioni religiose ex legge n. 3036 del 7 luglio 1866. Al nucleo originario, formato dalle biblioteche claustrali dei Benedettini e dei Cappuccini di Monreale , si aggiunsero, qualche anno dopo, i libri provenienti dalla biblioteca dell’Abbazia di San Martino delle Scale, non devoluti alle biblioteche di Palermo perché considerati dei doppioni. Sotto la sorveglianza della Commissione Antichità e Belle Arti, rimasero però sia il “Tabulario” del Duomo di Monreale, formato da 345 documenti in gran parte pergamenacei che vanno dalla fondazione del duomo fino alla metà del sec. XVIII e comprovanti i privilegi dell’Arcivescovato di Monreale, sia un fondo di 33 manoscritti e 57 incunaboli, conservati assieme al Tabulario. Nonostante la perdita di questo prezioso fondo che costituiva memoria storico-culturale per Monreale, la Biblioteca Comunale, all’interno del cospicuo patrimonio derivatole dai fondi monastici, conserva ancora fortunatamente un nucleo di preziosi manoscritti , di rarissimi incunaboli e di pregevolissimi libri a stampa che sono apprezzati e conosciuti da studiosi e che costituiscono un vanto per Monreale e per la Biblioteca stessa. Di notevole pregio sono per esempio una decina di codici medievali pergamenacei con splendide miniature, il primo testo stampato in Sicilia (1478), di cui nel mondo si conoscono soltanto altri due esemplari, e ancora un prezioso erbario manoscritto settecentesco, pregevolissimi libri d’apparato con incisioni e altre rarità bibliografiche. Per quanto riguarda la cultura locale, sono da segnalare 32 cinquecentine siciliane ed oltre 400 edizioni siciliane del XVII secolo. Nel complesso, il fondo antico racchiude più della metà dell’intero patrimonio bibliografico, più di trentamila volumi e comprende un centinaio di volumi manoscritti, 52 incunaboli, circa 1200 cinquecentine, più di 2600 seicentine alcune migliaia di edizioni dei secoli XVIII e XIX, che ne fanno una delle più ricche biblioteche della Provincia.