8 Marzo 2013
Giornata della Donna
Progetto grafico di Rocco Micale su opera di Rosalba Madonia
“NON
UNA DI PIÙ”
- SEMINARIO SULLA VIOLENZA DI GENERE -
Monastero dei benedettini
Aula Consiliare
piazza Guglielmo II
PROGRAMMA
Ore
9.30
Saluti del Sindaco
INTRODUZIONE
ESTER
BONAFEDE
Assessore
Regionale per la Famiglia
MODERATORE LIA
GIANGRECO
Assessore
alla Cultura del Comune di Monreale
Ore 10.00 RELAZIONI:
VALERIA
AJOVALASIT
Presidente Nazionale
Arcidonna
“La relazione tra i generi nelle
nuove generazioni, cosa è cambiato e cosa no”
MAGDA CULOTTA
Sindaco di
Pollina
“Diritti delle donne e democrazia: un
connubio fra Politica e Passione”
ANNA SIDOTI
Sindaco di
Montagnareale
“Le donne e la rappresentanza: il punto di vista “di genere” nell’Azienda
Comune”
ANTONELLA
MONASTRA
Componente del
Consiglio Comunale di Palermo – Ginecologa, madre di due figli, Responsabile
del Consultorio Familiare Danisinni Asl 6
ROSARIA
CICATELLO
Insegnante
“Da Antigone ad Athenaïs. Modelli
di παρρησία al femminile”
MIRELLA FEDELE
Insegnante
"Stereotipi del femminile nel mito e nella filosofia"
Ore 11.00 Coffe Break
MIRELLA FEDELE
Insegnante
"Stereotipi del femminile nel mito e nella filosofia"
Ore 11.00 Coffe Break
Ore 11.15 Presentazione del Video “Il Commino delle Donne” realizzato
dall’associazione “Benedetto Balsamo” Onlus in occasione della Partecipazione
al Progetto “Da Antigone a Ipazia ad oggi: una scuola di pari opportunità a
Monreale” presentato dalla Dott.ssa Rossana Messina
Interverranno:
MARIA DANIELA MICELI
MARIA DANIELA MICELI
Funzionario Assistente Sociale
MASSIMILIANO
TERZO
Psicologo
GIOVANNI
FERRARO
Psicologo
Ore 12.00 DIBATTITO
Ore
12.20 CHIUSURA
DEI LAVORI
ALBERTO
ARCIDIACONO
Presidente del Consiglio Comunale
Monreale
Ore
12.30
Inaugurazione
della
MOSTRA DI ARTI FIGURATIVE
“Non
una di più”
organizzata
dall’Assessorato
alla Cultura
del
Comune
di Monreale
Ha
collaborato all’organizzazione dell’evento l’Associazione culturale “Giovani
artisti crescono”
Esposizione di libri sulla tematica del giorno
***
COMUNE DI MONREALE
Provincia di Palermo
COMUNICATO
STAMPA
“NON UNA DI PIÙ” SEMINARIO E MOSTRA D'ARTE PER
LA GIORNATA DELLA DONNA
Si aprirà con un seminario sulla
violenza di genere, la giornata dell’otto marzo dedicata alla donna. Alla
manifestazione che sarà aperta con il saluto del sindaco Filippo di Matteo e
dell’Assessore alla Cultura Lia Giangreco, interverranno: Ester Bonafede, Assessore
Regionale per la Famiglia. Tra i relatori Valeria Ajovalasit, Presidente
nazionale Arcidonna con “La relazione tra i generi nelle nuove generazioni,cosa è
cambiato e cosa no”, Magda Culotta, Sindaco di Pollina che
parlerà di “Diritti
delle donne e democrazia: un connubio fra Politica e Passione” ,Anna
Sidoti, Sindaco di Montagnareale che curerà una relazione su:“Le
donne e la rappresentanza: il punto di vista “di genere” nell’Azienda Comune”.
L’insegnante Rosaria Cicatello “Da Antigone ad Athenaïs. Modelli
di παρρησία al femminile” e l’insegnante Mirella Fedele, parlerà
degli“Stereotipi del femminile nel mito e nella filosofia. L’assessre
Giangreco ha voluto sottolineare
che “Monreale è riuscita ad
organizzare questo seminario per affrontare un tema importante e scottante
in un giorno in cui l'attenzione su di esso è massima per ottenerne il massimo dei
risultati”.Nel corso del seminario sarà presentato il video “Il Commino delle Donne” realizzato dall’associazione Benedetto Balsamo Onlus in occasione della Partecipazione al Progetto “Da Antigone a Ipazia ad oggi: una scuola di pari opportunità a Monreale” presentato dalla Dott.ssa Rossana Messina. E’ prevista anche la presenza di Antonella Monastra; Maria Daniela Miceli, Funzionario Assistente sociale e dei psicologi Massimiliano Terzo e Giovanni Ferraro. Al termine sarà aperto un dibattito le cui conclusioni sono state affidate al Presidente del Consiglio Comunale Monreale, Alberto Arcidiacono. Alle 12.30 è prevista la inaugurazione della mostra di arti figurative “Non una di più” , collettiva di opere d’arte, organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Monreale.
organizzare questo seminario per affrontare un tema importante e scottante
in un giorno in cui l'attenzione su di esso è massima per ottenerne il massimo dei
risultati”.Nel corso del seminario sarà presentato il video “Il Commino delle Donne” realizzato dall’associazione Benedetto Balsamo Onlus in occasione della Partecipazione al Progetto “Da Antigone a Ipazia ad oggi: una scuola di pari opportunità a Monreale” presentato dalla Dott.ssa Rossana Messina. E’ prevista anche la presenza di Antonella Monastra; Maria Daniela Miceli, Funzionario Assistente sociale e dei psicologi Massimiliano Terzo e Giovanni Ferraro. Al termine sarà aperto un dibattito le cui conclusioni sono state affidate al Presidente del Consiglio Comunale Monreale, Alberto Arcidiacono. Alle 12.30 è prevista la inaugurazione della mostra di arti figurative “Non una di più” , collettiva di opere d’arte, organizzata dall’Assessorato alla cultura del Comune di Monreale.
Villa Belvedere - ex Dormitorio dei Benedettini
Milioni di donne e ragazze di tutto il mondo sono aggredite, picchiate, violentate, mutilate o addirittura uccise in ciò che costituisce violazioni terribili dei loro diritti umani. Dal campo di battaglia a casa, per strada, a scuola, sul posto di lavoro o nella loro comunità, fino a 70 per cento delle donne subiscono violenza fisica o sessuale ad un certo punto della loro vita. Ben un quarto di tutte le donne in gravidanza.
Troppo spesso, i responsabili restano impuniti. Le donne e le ragazze hanno paura di parlare a causa di una cultura dell'impunità. Dobbiamo combattere il senso di paura e di vergogna che punisce le vittime che hanno già sopportato la criminalità e ora stigma. Sono gli autori che dovrebbero essere puniti, non le loro vittime.
Il mio unirsi per porre fine alla violenza contro le donne si sta impegnando in una campagna insieme a governi, organizzazioni internazionali, gruppi della società civile, i media e semplici cittadini. L'anno scorso, in riunione hanno chiesto ai giovani di tutto il mondo come avevano intenzione di far progredire questa causa fondamentale, mi ha molto incoraggiato dalle risposte. Molti giovani hanno chiesto di porre fine all'ignoranza. Hanno detto che non dovremmo tollerare atteggiamenti negativi. Hanno chiesto che alzare la voce per promuovere i diritti umani, e unire le forze per aiutare le vittime. Un giovane ha detto semplicemente che i ragazzi possono combattere la violenza contro le donne " di crescere fino a essere padri responsabili e rispettosi e mariti."
Le Nazioni Unite stanno lavorando su tutti questi fronti. Stiamo sensibilizzando attraverso programmi pubblici di sensibilizzazione. Il nostro Fondo fiduciario delle Nazioni Unite per porre fine alla violenza contro le donne proprio questo mese ha annunciato l'intenzione di erogare 8 milioni di dollari iniziative locali in 18 paesi. I membri della mia rete in espansione di Uomini Leader stanno affrontando la violenza, sensibilizzando i cittadini, sostenendo per leggi migliori e tenere i governi responsabili.
Come si costruisce su questi sforzi, dobbiamo fondamentalmente sfidare la cultura di discriminazione che permette la violenza di continuare. In questa Giornata Internazionale, esorto tutti i governi a mantenere le loro promesse di porre fine a tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze in tutte le parti del mondo, e invito tutti a sostenere questo importante obiettivo.
Ban Ki-moon
L’intervento della prof.ssa Ajovalasit, Presidente
Nazionale Arcidonna, invitata a partecipare al
Seminario organizzato dall’Assessorato alla Cultura dal titolo “Non una,
di più”, è un invito alla
riflessione sulla tematica del giorno.
La massiccia presenza di un pubblico,
composto per la maggior parte dagli alunni delle scuole territoriali, viene
infatti coinvolta nelle argomentazioni della Ajovalasit che partono dall’
interrogativo del persistere di una mancanza di rispetto nei confronti dell’altro.
Quando ciò avviene siamo di fronte ad
una società incivile.
Fa riflettere sul perché le donne,
confermato il loro ruolo fondamentale
nella società, non riescono a fare un
cambiamento vero.
Qualcosa dunque non funziona nella
relazione uomini/donne. Questo è il punto principale che la professoressa intende focalizzare.
Esistono tanti tipi di violenze che
non verranno sconfitte se non si considerano i processi culturali.
Il fenomeno del femminismo ha
cambiato il ruolo della donna che ha rivendicato la parità degli individui.
Persiste un problema di relazione e dalla sua insoluzione scaturiscono i
problemi.
La professoressa esorta il pubblico
ad iniziare ad interrogarsi su come fare perché la relazione non diventi un
conflitto e sul perché la società infierisce sulla donna!?
Esiste un concetto di proprietà del
corpo.
Quando alcuni uomini non possono
averlo, scattano le violenze.
Dunque, come mai, improvvisamente si
ammazza o si fa del male?
Forse l’uomo è impazzito? Certamente
no!
Ci si chieda il perché!?
Perché esiste la concezione del
corpo, “che è mio”!
Le scuole italiane dovrebbero
affrontare una seria e costante campagna di sensibilizzazione, perché non si
può sempre parlare di violenza per poi non far niente per arginare: non è
possibile tollerare un fenomeno così distruttivo per l’umanità.
Bisogna iniziare dal rispetto
dell’individualità e una società civile deve fare i conti con la relazione
uomo/donna.
L’Italia non è un paese abbastanza
democratico fino a quando la donna non riesce a confermarsi in ogni ruolo, come
gli uomini.
Spetta alla futura generazione
raggiungere l’obiettivo della libertà individuale.
La docente Rosaria Cicatello del Liceo “E. Basile” nel suo intervento cita Eva
Cantarella, studiosa di storia antica. La differenza di genere è un problema
che risale all’antichità classica. L’Antigone di Sofocle è, per esempio, una
donna che si macchia di “parresia” (termine greco: libertà di parola- la colpa
di dire la verità) al femminile: la violenza, anche verbale, relega la donna in
uno stato di marginalità. Antigone è la donna che si oppone al tiranno.
I docenti hanno allora un ruolo
importante perché dovrebbero, nell’ambito delle proprie discipline, affrontare
il problema sulla violenza della donna e sulle differenze, sotto l’aspetto
storico-culturale e in relazione col mondo greco.
Anna Sidoti, sindaco di Montagnareale che cita l’aforismo dell’ex Primo Ministro Inglese Margaret Tacher: “in politica se vuoi qualcosa di detto chiedi ad un uomo, se vuoi qualcosa di fatto chiedi ad una donna”) e Magda Culotta, sindaco di Pollina che racconta le proprie esperienze per conquistare l’attuale traguardo.
Relazione della Professoressa Mirella Fedele
Lo stereotipo del femminile si è
stratificato e sedimentato nella storia culturale dell’Occidente; lo si può
rintracciare nella memoria del passato, nel patrimonio dei miti e della
filosofia antica. Lo scenario delle origini di tale stereotipizzazione del
femminile e, dunque, greco ed è da lì che bisogna ripartire per comprendere
ancora oggi il peso del passato sul presente e, in modo particolare,
quell’immaginario collettivo che rimanda alla percezione e alla
rappresentazione dei due sessi con i loro differenti ruoli. Ancora oggi, alcuni
dati che emergono da ricerche sociologiche ed indagini psico-sociali condotte
dall’ Istituto nazionale IARD sulla percezione giovanile delle differenze di
genere invitano a riflettere. Si evidenzia che tra le nuove generazioni le
visioni stereotipiche della differenza di genere sono ancora lontane
dall’essere sopite. Nel 2004 (la sesta indagine del Rapporto IARD) su un
campione di giovani d’età media compresa tra i 15-19 anni, il 41% di maschi, a
fronte del 19,5% di femmine è d’accordo sul fatto che sia soprattutto l’uomo
che deve mantenere la famiglia; il 24% dei maschi a fronte del 6,6% di femmine
reputa giusto che in casa sia l’uomo a comandare; il 65,8% dei maschi a fronte
del 53,8% di femmine è d’accordo che in presenza di figli piccoli sia sempre
meglio che il marito lavori e la moglie resti a casa a curare i figli.
Ora, quando si parla di violenza
di genere non bisogna riferirsi solo alla violenza fisica, certamente
l’espressione più drammatica che colpisce un numero sempre crescente di donne
in un Paese come il nostro, in cui i valori della democrazia, del rispetto,
della collaborazione reciproca, delle pari opportunità stentano ad affermarsi
nelle pratiche sociali. La violenza che si ripercuote sulle donne è anche di
tipo culturale: è un passato che purtroppo si fa ancora oggi presente,
costruendo in modo pregiudiziale la femminilità e la mascolinità. Rimando a
quelle figurazioni classiche del femminile che attraverso la forza evocativa
del mito e le argomentazioni filosofiche possiamo oggi ricostruire brevemente. Lungo le tracce del
passato troviamo, infatti:
-donne ridotte al silenzio e private della dignità del dire come ci
ricorda il mito di Lala, dea del Silenzio, che assunse il nome di Tacita muta e
come madre dei Lari, venne chiamata Acca proprio perché la lettera H è muta; il
mito è narrato da Ovidio nei Fasti e
ripreso dalla scrittrice Eva Cantarella in
Donne romane da Tacita e Sulpicia;
-donne estraniate dallo spazio
pubblico della pólis,
-donne che tessono come Penelope
ed Andromaca, che viene invitata da Ettore a curarsi delle
sue stanze e a comandare alle ancelle le opere domestiche, mentre la guerra
la fanno gli uomini che diventano eroi
lottando per la patria;
-donne che piangono le sorti del
marito come la stessa Andromaca, che nel canto VI dell’Iliade incontra Ettore
presso le porte Scee e cerca in tutti i modi di dissuaderlo dalla fredde
ragioni della guerra;
-donne che vengono ricordate
semplicemente in qualità di compagne degli uomini, come Aspasia, che pur
eccellendo nell’arte oratoria viene ricordata come compagna di Pericle, eppure
Aspasia, come dice Socrate nel dialogo platonico intitolato Menesseno, è una
brava maestra di arte oratoria e prepara a Socrate un discorso eccellente.
Lungo le tracce della filosofia platonica si possono scorgere anche altre
figure del femminile: Fenarete, la madre di Socrate, ricordata come brava
levatrice e Diotima, eccellente sacerdotessa che pur rivelando a Socrate il
tema centrale dell’amore non parla nel Simposio platonico. Il discorso centrale
sull’Amore viene, infatti, riferito, da Socrate stesso sebbene quest’ultimo
dichiari esplicitamente di avere appreso
dalla sacerdotessa Diotima il discorso centrale sul tema di Eros che di lì a poco
si accingerà a presentare.
La differenza di genere viene
ricondotta all’interno della tradizionale dicotomia mente/corpo,
pubblico/privato, ragione/sentimento. Nel dialogo platonico Teeteto, la maieutica, l’arte del far
partorire è considerata da Platone stesso un’arte di cui solo gli uomini sanno
avvalersi, poiché le donne esercitano quest’arte solo attraverso il corpo,
invece gli uomini “partoriscono le idee” e , quindi, mentre gli uomini danno
vita alle leggi e a tutto quello che riguarda lo spazio politico, le donne
partoriscono i figli. Nota bene Adriana Cavarero nel sottolineare che la
fecondità del nous è ricondotta solo
alle virtù maschili invece la fecondità corporea è vista come esclusiva arte
del femminile che risulta pertanto per natura assegnato a compiti meramente
riproduttivi e ai lavori di cura domestica.
Interventi da parte di alcuni alunni delle scuole
Intervento di Giulia Sardisco, studentessa della classe IV B liceo scientifico :
Durante il periodo della rivoluzione francese le
donne chiedono di essere riconosciute come soggetto politico. Olympe de Gouge,
che verrà ghigliottinata sotto il governo Robespierre, si fa promotrice,
insieme ad altre donne, della stesura della Dichiarazione dei diritti della
donna e della cittadina, un documento notoriamente sconosciuto, di cui adesso
darò una breve lettura del preambolo in lingua madre.
Les
merès, les filles, les soeurs, représentantes de la Nation , demandent d'être
constituées en assemblée nationale. Considérant que l'ignorance, l'oubli ou le
mépris des droits de la femmes, sont les seules causes des malheurs publics et
de la corruption des gouvernements, ont résolu d'exposer dans une
déclaration solennelle, les droits naturel, inaliénables et sacrée de la femme,
afin que cette déclaration, constamment présente à tous les membres du corps
social, leur rappelle sans cesse leurs droits et leurs devoirs, afin que les
actes du pouvoir des femmes, et ceux du pouvoir des hommes, pouvant être à
chaque instant comparés avec le but de toute institution politique, en soient
plus respectés, afin que les réclamations des citoyennes, fondées désormais sur
des principes simples et incontestables, tournent toujours au maintien de la
constitution, des bonnes moeurs, et au bonheur de tous. En conséquence, le sexe
supérieur en beauté, comme en courage dans les souffrances maternelles,
reconnaît et déclare, en présence et sous les auspices de l'Etre suprême, les
Droits suivants de la Femme
et de la Citoyenne.
Prosegue Giulia Trapani, della classe IV B
liceo scientifico:
Dalla lettura in francese della Dichiarazione
della Donna e della Cittadina emerge che:
ArticoloI: la donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell' uomo
ArticoloIII : il principio di sovranità risiede nella nazione che è la riunione della donna e dell' uomo.
Articolo VI: la legge deve essere l' espressione della volontà generale, tutte le cittadine e i cittadini devono concorre alla sua formazione
ArticoloXVII: le proprietà appartengono ai due sessi riuniti o separati, esse sono per ciascuno un diritto inviolabile e sacro, nessuno può esserne perivato come vero patrimonio della natura,
Giulia Rossello, classe IV B liceo scientifico:
Le donne e il
silenzio
Per i Romani come per i Greci, la facoltà del parlare era sacra e quando la
parola veniva usata con discernimento e con la dovuta prudenza veniva
considerata una grande virtù: l'arte della parola appunto, che permetteva ai
retori di dimostrare con abilità le loro tesi.
La parola, però, non rientrava nell'ambito delle competenze femminili.
“Alle donne il silenzio reca grazia” diceva Sofocle,
per cui tacere non solo era
considerato una virtù ma anche un dovere delle donne. Queste ultime, infatti, non
devono sapere niente di più di quello che occorre. Le loro finalità sono la
castità, il silenzio e l obbedienza.
Il mito sottolinea tutti questi aspetti finore evidenziati.
considerato una virtù ma anche un dovere delle donne. Queste ultime, infatti, non
devono sapere niente di più di quello che occorre. Le loro finalità sono la
castità, il silenzio e l obbedienza.
Il mito sottolinea tutti questi aspetti finore evidenziati.
Tacita è la divinità degli Inferi che personifica il
Silenzio.
Il mito racconta che Tacita conosciuta con il nome di Lala (dal greco λαλέω = parlo, balbetto, chiacchero)
chiacchierare) era la divinità dell'oltretomba, la dea della morte.
Il mito narra che Tacita ebbe l'imprudenza di informare la sorella Giuturna
della passione che Giove nutriva per lei.
Giove, infuriato per questa indiscrezione le strappó la lingua e dopo averla
ridotta al silenzio ingiunse Mercurio di accompagnarla fino al regno dei morti.
Come se non bastasse, Mercurio che si annoiava, durante il viaggio la violentò,
cosicché la ninfa concepì e partorì due gemelli, i Lari, le divinità che
vegliavano sui confini e proteggevano la città.
Tacita venne venerata come madre dei Lari, fu trasformata in una ninfa e
ferocemente punita per avere esercitato un'arte, quella della parola che é
prerogativa solo degli uomini. Il peccato di Tacita non era ritenuto individuale,
Il mito racconta che Tacita conosciuta con il nome di Lala (dal greco λαλέω = parlo, balbetto, chiacchero)
chiacchierare) era la divinità dell'oltretomba, la dea della morte.
Il mito narra che Tacita ebbe l'imprudenza di informare la sorella Giuturna
della passione che Giove nutriva per lei.
Giove, infuriato per questa indiscrezione le strappó la lingua e dopo averla
ridotta al silenzio ingiunse Mercurio di accompagnarla fino al regno dei morti.
Come se non bastasse, Mercurio che si annoiava, durante il viaggio la violentò,
cosicché la ninfa concepì e partorì due gemelli, i Lari, le divinità che
vegliavano sui confini e proteggevano la città.
Tacita venne venerata come madre dei Lari, fu trasformata in una ninfa e
ferocemente punita per avere esercitato un'arte, quella della parola che é
prerogativa solo degli uomini. Il peccato di Tacita non era ritenuto individuale,
ma comune a tutte le donne.
Come dea del Silenzio Lala assunse, il nome di Tacita Muta e come madre dei
Lari, venne chiamata "Acca" proprio perché la lettera "H" é muta.
Come dea del Silenzio Lala assunse, il nome di Tacita Muta e come madre dei
Lari, venne chiamata "Acca" proprio perché la lettera "H" é muta.
Giorgia Giangrande IV B liceo scientifico
Per uno
sguardo all'Oriente: figurazioni tradizionali del femminile
Tra
le figure femminili che spiccano di più, possiamo trovare, in Giappone, la Geisha.
Il
termine Geisha letteralmente vuol dire “artista” o “persona d'arte”, eppure
ancora oggi, e soprattutto nel mondo Occidentale, la geshia viene scambiata per
una prostituta.
Fin
dalla tenera età le Geishe cominciavano il loro apprendimento e venivano
avviate ai lavori domestici così da poter formare il loro carattere e quindi
istruite per servire l'uomo.
Una
Geisha deve saper suonare, cantare, danzare, servire adeguatamente il tè o le
bevande alcoliche; ogni cosa che la
Geisha fa deve essere fatta con estrema eleganza.
Una
geisha è nubile e non può contrarre il matrimonio a meno che non decida di
abbandonare la sua professione. Eppure
ogni Geisha può avere un Danna, un uomo ricco che può permettersi le spese che
il lavoro di una Geisha comprende.
Anche
in Giappone, le Geishe vengono scambiate con le Oiren. Le Oiren sono
prostitute giapponesi che si vestono e si truccano come le Geishe, ma c'è una
differenza: l'obi, una tipica cintura allacciata alla vita e al kimono. Le
Oiren indossano l'obi sul davanti proprio perchè devono svestirsi spesso, una
Geisha indossa l'obi sulla schiena, perchè la Geisha non è portata ad avere rapporti sessuali,
la sua funzione è quella di deliziare l'uomo con le sue arti, ella è una donna
al servizio dell'uomo.
Adesso
vorrei citarvi un passo dal libro "Memorie di una Geisha" di
Arthur Golden:
"Lei
si dipinge il viso per nascondere il viso. I suoi occhi sono acqua profonda.
Non è per una Geisha desiderare. Non è per una Geisha provare sentimenti. La
geisha è un'artista che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che
volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto."
La proiezione di un video sulla parità di genere dal titolo "Il cammino delle donne" realizzato dall'associazione monrealese "Benedetto Balsamo" ha contribuito ad intensificare il dibattito sulla tematica del giorno.
Antonella Monastra, ginecologa e consigliere comunale del comune di Palermo, parla delle leggi degli uomini sul corpo delle donne ed invita gli alunni alla discussione.
A chiusura del Seminario, tutti i partecipanti si spostano in altri spazi in occasione dell'inaugurazione di una mostra d'arte sul tema della violenza sulla donna e sul femminicidio.
Sebastiana La Ferla "ANGE OU DEMON"
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Valore Roberto "Tabù"
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Rocco Micale "Il Mondo illu-mina il femminile"
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Salemi Valentina "Ti ricordi di me?
Piazza Massimo "Ricordo d'infanzia"
Elia Mammina "Sedia rossa"
Carmen Malfattore "
In alto: Riotta Luigi "L'ultimo atto"
Sulla destra: Genovese Pamela "Quella che ero"
Centro: Buttiglieri Miriam "Violence fear can start from children"(fotografia)
Lo Dico Valeria "Slave"
Viola Massa Tiziana "Lo sguardo addosso Mutilazioni"
Bonsignore M. Grazia "Oltraggio"
Contorno Francesca "Sposa di maggio"