"Monreale:Guardare al passato per migliorare il futuro" di Natale Sabella




tratto da <COMUNICAZIONE> 
Il Giornale dei Comuni Siciliani  
anno 8 - aprile 2007 pag. 9

di 
Natale Sabella


Nello scrivere questo articolo inizio col ricordare che lo scorso 18 novembre è ricorso l'anniversario del giorno della scomparsa avvenuta nell'anno 1189 di Guglielmo II re di Sicilia, fondatore della chiesa abbaziale Santa Maria Nuova di Monreale.
Figura non del tutto conosciuta ancora da approfondire e scoprire dagli storiografi, cultore della pace e della giustizia, in questi ultimi decenni resta sempre poco celebrata e sempre meno commemorata dalle istituzioni. Sopravvive nel ricordo della tradizione popolare a seguito di una "legenda" che narra il sogno del re e del ritrovamento di un tesoro nascosto dal padre Guglielmo I, rivelatogli dalla Madonna, che servì ad edificare la magnifica cattedrale col Monastero. Un sovrano siciliano, aperto all'Europa e allo stesso tempo attento alle vicende interne del suo regno, che ha impegnato tutte le forze per realizzare con un progetto il suo sogno: edificare un grande cattedrale sulla scia di un processo di fede di rinnovamento e di modernizzazione comune in molte parti e città d'europa.
Un'abbazia a capo di una vastissima area " una zona franca", con pieni diritti di giurisdizione civile e penale, il cui territorio si estendeva dall'entroterra alla costa, al mare.
Centro privilegiato del potere, a cui affluivano i proventi riscossi dell'agricoltura e del commercio. 
Una ricchezza diffusa territorialmente le cui rendite provenienti dalle entrate della mensa arcivescovile servivano alla gestione, al mantenimento e al restauro della cattedrale e dell'abbazia benedettina. Un piccolo stato nel Regno, alle porte di Palermo, con terre, castelli, casali, mulini, tonnare, barche, navi, con aree agricole e boschive, con  possedimenti oltre stretto in Calabria e in Puglia, con diritto di pesca, con rappresentanza di voto alla corte reale. 
Lo sviluppo urbano di Monreale accompagnato non sempre da una crescita sociale ed economica a causa di siccità, carestie, pestilenze, guerre..., si accrescerà a partire dal XVI sec. con un abitato, il cui tessuto edilizio si estenderà oltre l'originaria cittadella "santa". Una trama urbana ordita in un articolato morfologico e tipologico interessante, singolare, in parte compromesso: un patrimonio da tutelare, testimonianza storica delle diverse culture fino a noi in parte pervenute. Tra la fine del XIX e l'inizio del XX sec., le lacerazioni culturali e politiche arrivano a Monreale così pure la crisi profonda economica e politica e nessun movimento popolare si afferma. L'identità " campanilistica" è rimasta forte, ancorata alle origini. Il senso di appartenenza si rivela agli altri all'occorrenza come un gioiello di famiglia che si tira fuori in quanto ben conservato per essere poi mostrato con compiacimento. Una comunità " civile" che vive ed opera nel radicamento, nella tradizione e nei valori del cristianesimo in quanto figlia delle condizioni storiche e religiose del proprio tempo. Un centro che si fregia del titolo di "Città" che ospita e riceve nelle "segrete" stanze, illustri visitatori, re, principi, ambasciatori, capi di stato, varie personalità che visitano soltanto il duomo ed il chiostro e subito dopo vanno via.
Una città che è rimasta nell'attesa di qualcosa di un evento, scampata ad un bombardamento aereo nel secondo conflitto mondiale, risparmiata per scelta politica e militare, che accoglie gli sfollati della città ed assiste in silenzio quasi come se partecipasse ad uno spettacolo alla distruzione della Palermo un tempo "felicissima", con le chiese, i palazzi nobiliari, le case, colpita e segnata nei punti strategici. Una cittadina riconosciuta fra le "centocittà d'arte d'Italia", già stazione climatica e di soggiorno turistico, che offre al visitatore, al turista il suo grande e splendido patrimonio artistico-monumentale, testimonianza di una crescita culturale, sedimentata nei diversi periodi storici, che non riesce a trovare un rapporto con il suo entroterra. Questo in estrema sintesi è il sunto delle cose che ci porta a fare un ragionamento e ad articolare alcune considerazioni. 

Monreale dispone di:
- Un'immenso patrimonio di arte, architettura, cultura dalle originali caratteristiche con le sue tradizioni antiche;
- Una posizione invidiabile, strategica, ed è pur sempre un piccolo centro nel quale operando con una buona qualità dell'ambiente, dei servizi, della vita in generale, si potrà in futuro vivere meglio, 
- Un territorio e un vasto paesaggio, diverso nei suoi ecosistemi, con risorse, aziende e attività umane;
- Un bacino territoriale di ampia estensione confinante con altre realtà comunali, articolato in un sistema territoriale e paesistico, con una specificità al contempo agricola, storica e culturale. 

Tutto questo esige alcune serie riflessioni nel concretizzare una nuova dimensione futura che dalla storia può condurre al progresso, se si rafforza l'identità e si incentivano i processi di territorializzazione. Le diverse problematiche andrebbero affrontate in modo non astratto ma calate nella realtà odierna e nelle dinamiche "globali",  attraverso la comunicazione e la conoscenza quali mezzi indispensabili dei processi di cambiamento in atto, lo sviluppo delle politiche del lavoro, degli scambi, della salvaguardia sociale e ambientale. Questioni che hanno la necessità, il bisogno di svilupparsi e crescere a condizioni che se tutti, compresi i politici quali gestori dei processi di cambiamento locale, rilevassero il vero carattere del cambiamento, recuperando il tempo perduto, sollevando e riscattando Monreale dal torpore. 
Occorre con intelligente lungimiranza culturale e politica, dare avvio ad un nuovo percorso, che consenta di far lavorare i nostri figli nella propria terra, che miri a gestire le risorse esistenti, per uno sviluppo sostenibile a partire da oggi e comunque  da preservare per le future generazioni.
Dovremo essere consapevoli che il riscatto della condizione sociale-culturale ed economica parte prima da noi stessi, dai valori che sono in noi, dalla consapevolezza, dai comportamenti, dalle iniziative che intraprendiamo, sta nel credere e nel voler cambiare le cose. Un composito bene che appartiene a tutti, da preservare concretamente. Ed è in questa direzione, in questo senso che bisogna lavorare con impegno nel promuovere azioni comuni, condivise, per costruire il nuovo cambiamento della società tutta. La storia di Monreale, non è un fatto isolato ma s'intreccia e si compenetra con le vicende politiche, economiche ed artistiche non soltanto della Sicilia e d'Italia ma è partecipe degli avvenimenti europei.
Tutto questo comporterà prima l'avvio dei processi della conoscenza e di seguito la costruzione di un sistema articolato che identifica le strategie, i diversi percorsi, le filiere. Ed è in questa direzione, in questo senso che si dovrà lavorare con impegno assiduo, ma costante nel tempo, promuovendo azioni comuni per costruire un nuovo cambiamento; così soltanto si potrà avviare un nuovo percorso, uscire dalla stasi, non cadere nell'indifferenza, lasciando indietro la vecchia immagine stereotipata.

Natale Sabella - Architetto