IL "SOGNO DI GUGLIELMO"

IL 

SOGNO

 DI

 GUGLIELMO II
a cura di Salvatore Autovino



Foto realizzate in occasione della manifestazione culturale "Nel segno di Guglielmo" anno 2011 - Estemporanea di  pittura  in piazza Guglielmo II
   * "IL SOGNO DI GUGLIELMO"  olio su tela





...Preso dal fascino delle maestose costruzioni dell'avo Ruggero, quali la Cappella palatina ed il Duomo di Cefalù, Re Guglielmo II volle emularne la gloria e così continuò i lavori lasciati incompleti dal nonno e dal padre nel Palazzo Reale di Palermo.
...Per continuare le tradizioni della famiglia decise di fondare un complesso monumentale che doveva superare le precedenti simili realizzazioni per la vastità della concezione e la ricchezza dei mezzi. Il Duomo di Monreale fin dall'inizio della sua costruzione destò tanta attenzione e meraviglia per le forme colossali e la sontuosità con cui si ammirava, che subito la leggenda prese il sopravvento sulla storia. Si narra infatti che un giorno la Madonna si sia affacciata dall'alto dei Cieli a contemplare la terra di Sicilia. Lo sguardo della Vergine ne percorse lentamente le contrade cercando l'angolo più bello di questa bella isola. Dopo avere osservato le baie azzurre, i monti erti, brulle vallate, alla fine il suo sguardo si posò su una bella conca verde, chiusa da monti ora coperti di boschi ora rossoastre di scabre rocce. Bianca sul lido si estendeva la città di Palermo, cinta di fiumi azzurri, fresca di fontane e di giardini, una via bianca l'attraversava dal mare al monte. Oltre le turrite porte della città la via continuava, piccola, quasi un sentiero; affrontava il monte e saliva, perdendosi nei folti boschi. Dove essa finiva, alto era il silenzio, immensa la quiete. Sulle pendici del monte una terrazza naturale era come una tribuna regale aperta alla vista della conca più bella del creato. La Madonna sorrise e tra sè pensò: -Qui sorgerà il mio tempio più bello, qui avrò il mio trono, il cui uguale non esiste in paradiso. Quello stesso giorno l'alta quiete del Monte Caputo fu rotta da un suono di corni, dal calpestìo di molti cavalli, dall'abbaiare dei cani. Il Re Guglielmo con il suo seguito aveva deciso di fare una delle solite battute di caccia. Per ore e ore durò la caccia regia. Il sole era già alto nel cileo, quando il giovane Re, stanco per la fatica, si sdraiò per riparare sotto un frondoso carrubo. Subito cadde in un sonno profondo. la Vergine gli apparve in sogno e proprio lì sul posto dove egli dormiva gli indicò un grande tesoro con il quale egli avrebbe fatto costruire un meraviglioso tempio. Il Re, destatosi, comandò di scavare sul posto dove gli aveva indicato la Madonna. Tra le zolle si vide una abbagliante profusione d'oro. Con quel tesoro fu innalzato un tempio alla Vergine, tale che in nessun altro posto della terra possa rinvenirsene uno uguale. Da secoli sta lì, come uno scrigno tapezzato d'oro, sulla terrazza fiorita che guarda la Conca d'Oro. In esso è racchiusa l'espressione più bella e più compita dell'arte arabo-normanna. 




GIUSEPPE VELASCO - Guglielmo II rinviene il tesoro - olio su tela  351x503 
[IL RE RAPPRESENTATO IN PIEDI E CON L'ELMO PIUMATO STA ATTENTAMENTE SEGUENDO LE OPERAZIONI DI SCAVO]





Duomo di Monreale, interno - Re Guglielmo inginocchiato offre il modello del Duomo di monreale alla Madonna