BENEDETTO NORCIA




L'Artista poliedrico BENEDETTO NORCIA
monrealese



IL LAVORO DELL’ARTISTA
La descrizione è cronaca, l'immaginazione è letteratura...
Lo storico raggruppa cronache del tempo e le offre legate da un filo tendenzioso omettendo, sempre, la totalità a favore della parzialità.
L’opera d’arte: dipinto, scultura, ecc., è di per sé la creazione di un luogo altro, quell’ALTROVE dove vivono le idee e la poesia dell’artista. 
Un’ opera d'arte deve generare domande e no, dare risposte!
L'artista deve osservare con più imparzialità possibile per cogliere l'essenza di una tal cosa senza perdersi in didascaliche descrizioni. Deve favorire l'energia generale di un dato fenomeno e non distrarsi e distrarre con leziosi e presuntuosi tatticismi di seduzione che adescano ignare vittime le quali invece di avere dall'opera d'arte un momento di consapevolezza ne subiscono la sterile e insignificante vanità.
NON V'E' COSTRUTTO!!!
NON C'E' SENSO!!!
E' presunzione tentare di riprodurre la realtà fedelmente, può essere solo un esercizio per migliorarsi nella lettura e nella scrittura, ma imparato a leggere e a scrivere.... bisogna passare oltre.
Per rendere valida e sensata la propria opera bisogna mondarla da tutta la caducità stilistica e della moda del momento, è necessario sottendere al cuore e all'energia di un dato evento, solo riuscendo in questo si può aspirare all'immortalità dell'opera....il risultato di questo lavoro deve essere riconosciuto dalle generazioni future come valido esempio di (domanda-interrogativo) per le nuove coscienze e no risposta ad un fenomeno circoscritto e temporaneo.
Ecco chi è per me l'artista: CHI RIESCE A DARE CON LA SUA OPERA CONSAPEVOLEZZA E CORAGGIO NELL'AFFRONTARE IL TRAVAGLIATO MONDO INTERIORE DELL'ESSERE UMANO.
Poi… c’è il mondo dei sogni e dei desideri."
Non si può cogliere l’essenza di qualcosa senza esserne coinvolto, travolto e modificato nell’anima, questo è il nutrimento per la mia vita d’artista, il distillato delle mie fruizioni diventa la struttura portante della mia anima.                                                           
Benedetto Norcia



Autoritratto 
olio su cartone telato cm 30x40 2004


Fin dall'età di otto-nove anni, manifesto un'appassionata attrazione per l'arte. Sulle pareti della casa paterna campeggiavano riproduzioni fotografiche della volta della Cappella Sistina: ne ero soggiogato, in qualche occasione provavo a possederne la magia riproducendo quelle figure enigmatiche e piene di forza: risultati infantili. Ero perfettamente convinto d'avere le capacità per comprendere ciò che vedevo sia tecnicamente che poeticamente. Vivendo a Monreale, dopo la terza media, mi iscrivo all'Istituto d'arte per il Mosaico della città siciliana. Contemporaneamente frequento l'atelier di pittura e mosaico del Maestro Pino Anselmo. La sua bottega di pittura e mosaico mi dà modo di iniziare il cammino alla scoperta della mia passione. Dai primi tentativi fui consapevole che la strada imboccata fosse l'unica via che io potessi percorrere e in un lampo sono passati quarant'anni. Anni pieni di attività sia scolastica (Ist.d'Arte per il mosaico di Monreale e l'Accademia di Belle Arti di Palermo), che professionali. Dal 1983 mi occupo di restauro pittorico, musivo e scultoreo, nel 1986 una mostra personale a Monreale. Incuriosito ed un pò affascinato dalla cultura mitteleuropea, circa vent'anni fà decido di trasferirmi in Svizzera, a Chiasso, dove apro un atelier, tuttora molto frequentato e conosciuto, di pittura, scultura, mosaico, incisione e restauro, ed eseguito diversi interventi in edifici pubblici e privati; nel 2011 eseguo il restauro di un mosaico monumentale presso la dogana di Chiasso. nel corso degli anni faccio base in Svizzera per viaggiare in molti paesi dell'Europa centro-orientale: Germania, Austria, Olanda, Polonia, Ungheria. Ho così la possibilità di conoscere meglio la cultura di quei popoli: "l'estrema sintesi del linguaggio, basti pensare agli aforismi che si manifesta nell'arte con semplicità, direi povertà. ma intensa espressività delle raffigurazioni artistiche". Da alcuni anni, l'apertura di un secondo atelier in sicilia a Milazzo. mostre e opere di restauro a Monreale, Palermo, Milano, Bellinzona, Chiasso. 



Presenza 
olio su tela cm 100x100  2004 


L'ALTRUI ALTROVE di Pino Giacopelli

 Nel 1986 presentando in catalogo il giovane Benedetto Norcia, rilevavo l'affondo psicologico lancinante e magrittianamente allusivo" con cui connotava i suoi personaggi "carichi di di fregi, orpelli e parrucche" deformanti. ...Norcia accentua il rapporto tra la luce naturale e quella interiore e, soprattutto, comincia ad affrancare le sue immagini d'ogni panoplia barocca, da ogni enfasi retorica, per immergerti in una dimensione atemporale, teneramente poetica. E, nel momento in cui l'uomo, presentato da Norcia, fa esplodere la natura, arrestando o affrettando precipitosamente l'evoluzione delle forme, la sua pittura prende a distinguersi dall'arte barocca e da quella romantica, per iscriversi a pieno titolo nell'arte del '900. in realtà Benedetto Norcia, in queste sue opere, si caratterizza per i modi con cui riesce a cogliere con immediatezza l'umanità e la spiritualità. Benedetto Norcia compie un'operazione che potremmo considerare rivelatrice delle sue aspirazioni più profonde. Se c'è una differenza tra le su opere precedenti e quelle eseguite di recente, questa riguarda, infatti la sua tavolozza dove il colore si declina per svelare identità segrete, raffioranti dalla memoria: il verde dell'immaginazione, il giallo dell'incarnato, il rosso del piacere, il celeste della sacralità, l'ocra della solitudine, il bianco della follia che, nella sinopia iniziale dei suoi quadri erano estuari di fiumi acherontei, quindi astrattezza bizantina, attesa, assenza, ora, nella finitudine di questa traversata, spazio mentale, vanità, sospensione attonita, anatomia rivelata, lemnischi di desiderio. E con la pennellata agile, rotante, inesausta la tensione coloristica da vitale s'è fatta orgogliosa e visionaria, la struttura rimane innervata nel colore, la composizione, ora astrati mosaicati, ora ambiguamente modulare e, infine, quando la cromia si schiarisce comwe la lontananza, prende corpo una gestualità liberatoria che fa giustizia delle nudità che l'artista ostenta senza particolare compiacimento. perchè alla fine, al di là dei paludamenti avvolgenti, quello che al pittore Norcia interessa davvero, è l'uomo, il suo essere creatura umana, la sua intelligenza, la sua voglia di vivere, la sua anima che si fa sguardo, occhi e mani. Una tavolozza così svariata potrebbe dare l'impressione di assistere ad un gioco di vaga e incerta fascinazione. ma quelle mani e quelli facce, non sono le grandi mani e i grandi piedi dei minatori o dei pastori di Sioroni, nè sono un marchingegno tecnico per calamitare la nostra attenzione. Quegli sguardi sono emblemi di un linguaggio, il linguaggio degli innocenti che affidano a questi sortilegi l'opportunità di continuare a dialogare con l'umanità e con la natura cangiante. E' come se l'artista volesse far sua la considerazione di Arnold Schoenberg (il pittore viennese, maestro della dodecafonia), quando afferma che "l'ordine è qualcosa di artificiale. Ciò che è normale è il caos. L'anima è una terra lontana" e ci suggerisce un intervento tutto affidato alla nostra capacità prensile e allontanante al tempo stesso e alla capacità di penetrare, folgorare ed inquietare la nostra esistenza e la sua ansia di infinito. In questa atmosfera, la stessa Natura morente di Benedetto Norcia ha occhi e pensieri e il suo sentire un colore, trafitto nel profondo, dalla luce che riflette la nudità dei sogni che fanno capolino, per scomparire nei fondali umorosi delle sue tele.

Per significare questo tumulto, Norcia combian i bagliori della memoria, i colori della sua terra e lideclina con le ombre. Ed è così che sublima forme, figure arroventate come metallo nel forno fusorio, donde ricrea un inedito racconto della natura che il fuoco di una nuova figurazione accende, sbracia e trasforma in campiture essenziali di trobadorica suggestione. 



BENEDETTO NORCIA, artista eclettico 
di SALVINO CAVALLARO



  
BENEDETTO NORCIA, ARTISTA ECLETTICO di Salvino Cavallaro 

...Benedetto Norcia nasce a Monreale in provincia di Palermo, luogo d'arte e antichi mosaici che arricchiscono la Cattedrale che pullula di preziosa cultura. Non so se questa sua nascita in un luogo come Monreale abbia influito positivamente sulla sua passione per l'arte, certo è che una qualche tendenza all'amore verso le opere artistiche è stata assorbita dal suo essere persona sensibile alle bellezze architettoniche. E così Benedetto Norcia, dopo aver completato la sua formazione scolastica...decide di trasferirsi a Chiasso...dove apre un atelier molto apprezzato e frequentato  dalla stragrande maggioranza delle persone che amano il settore artistico, ma anche da coloro i quali sono capaci di entrare nell'anima dell'autore attraverso la propria sensibilità, nell'interpretazione del messaggio culturale. E, come ho sempre pensato, empatia, un gioco a due, un messaggio da interpretare, dove è importante proporre il senso di ciò che si fà, di come nasce l'idea e da quali sentimenti viene partorita, ma è altresì importante recepirne il messaggio attraverso la propria sensibilità. Ma c'è un altro amore importante nella vita di questo artista eclettico dalle mille percezioni, ed è Milazzo, la bellissima penisola siciliana della provincia di Messina dove egli vive per buona parte dei mesi dell'anno. Qui trova il suo rifugio, l'esaltazione e la realizzazione delle sue opere ispirate da un luogo dove l'alba e il tramonto sono sempre concilianti e significativi del vero senso della vita, fatto di cose semplici ispirati dalla natura stessa. La sua casa è là. davanti all'immenso, maestoso, azzurro mare aperto di ponente, dove il vento soffia impetuoso ma anche lieve, significando l'umore talora soggetto a impeto ma anche a più dolci pensieri. Non è un caso che Benedetto Norcia abbia scelto questo straordinario angolo di mondo che per certi aspetti è davvero particolare, se si pensa che Milazzo, come egli sostiene, è la prua della sua terra natìa ed il punto energetico più forte al centro dei tre vulcani siciliani, Etna, Vulcano, Stromboli, Cero, solo lui può dare una definizione così originale di Milazzo e, anche in questo, è capace di portarti per mano verso una realtà che talora sfugge al comune sentire. Per me, cronista sportivo di lungo corso, Benedetto Norcia è una gradita conoscenza non solo sotto l'aspetto artistico culturale che approfondirò ancor di più attraverso il suo bellissimo Atelier Musia (espressione artistica di mosaico che deriva dal greco per significare un'opera paziente degna delle Muse) che si può visitare sul sito www. ateliermusia.org ma anche dal punto di vista squisitamente umano. Questa conoscenza rafforza ancor di più il significato profondo della conoscenza tra uomini anche di coloro i quali si occupano di mondi diversi ma così vicini nell'interpretare attraverso la sensibilità., il meraviglioso senso del dare e dell'avere in maniera vicendevole. Sono gli incontri inaspettati che amplificano le emozioni talora sopite da un quotidiano appiattito da troppi svilimenti di vita.






Gentildonna 
olio su cartone telato cm 18x24  2008


Gentiluomo  
olio su cartone telato cm 18x24  2008 


 Incontro  
olio su cartone cm 68x71  2007


Il sogno di Qoèlet 
olio su cartone telato cm 24x31  2001


Sguardo 
olio su cartone telato cm40x50  2004


Turbinio emozionale 
olio su tela cm100x120  2006 


Perplesso
olio su cartone telato cm25x31  2004


Introspezione 
olio su tela cm 50x60  2002

















Meteore psichiche…elementi che squarciano la scatola delle ombre per fuoriuscire sotto forma di psicosi che tendiamo a proiettare sugli altri 

Tormento interiore 
acquarello su carta mm350x500 - 2005





Proietto  
acquarello su carta 





























 Impatto  
 acquarello su carta 






                                     


Insinuarsi 
acquarello su carta 
























Incisioni...l'indagine nel meticoloso mondo dei segni mi arricchisce di una possibilità espressiva e prontamente offro al fruitore una sfaccettatura diversa del mio mondo creativo che nella meditazione del gesto lascia sbocciare inaspettate visioni 




Questo si che è peggio 
maiera nera e acquaforte mm250x320 - 1996





Allegorie scultoree...il trait d'union fra la pittura e la scultura è per me il mosaico. Questa tecnica mi permette di coniugare diversi materiali con valenza pittorica e scultorea, sia come inserimenti preziosi su terrecotte e legni sia nell'accezione totalizzante come pittura tridimensionale 


Concerto per mano sinistra 
terracotta e mosaico cm60x60  2005


Copricapo
      terracotta e mosaico cm 60x60    2005
                 
            
 Incontro 
terracotta e mosaico cm60x60   2005



   Medusa
        terracotta e mosaico cm 60x60   2005




Con-tatto mosaico e legno cm 20x18x53   1994
                                       
                                                                 













Impatto ambientale..mutamenti del paesaggio che l'uomo provoca con le sue attività. L'assenza dell'uomo non vi tragga in inganno egli è presente con le sue tracce, non col corpo. Sono queste ferite inflitte alla terra che chiedono di essere illuminate dal mio sguardo d'artista, affinchè ciò che passa inosservato venga celebrato dal furore del gesto pittorico 

 Carotaggio e Ciminiera mosaico cm 12x96 e cm 14x96 2007



Carotaggio geologico  mosaico cm10x70  2009






Allegorie... figure che tendono a rappresentare gli stati d'animo. Paure remote e sotterranee, le più intime aspirazioni e l'ineluttabile inadeguatezza a se stesso dell'essere umano Mosaico... richiama dal profondo dell'animo dell'artista l'esigenza contemplativa della composizione lenta e misurata. Questa paziente costruzione non prevede risultati casuali, come può accadere con la spasmodica e vertiginosa attività pittorica di pennelli e tele, bensì la scomposizione e ricostruzione dell'immagine in ogni sua parte... 


Consapevolezza 
olio su tela cm 80x100 1996


Angelo 
olio su tela cm100x120 2005


Baldanzoso 
olio su tela cm 80x120  1993


Nudo con foglie 
olio su tela cm100x120  2006














Mosaico... richiama dal profondo dell'animo dell'artista l'esigenza contemplativa della composizione lenta e misurata. Questa paziente costruzione non prevede risultati casuali, come può accadere con la spasmodica e vertiginosa attività pittorica di pennelli e tele, bensì la scomposizione e ricostruzione dell'immagine in ogni sua parte... 

L'amore per noi 
mosaico cm 47x82


I quattro elementi 
bozzetto mosaico cm 30x42  2004


Fiume tra le dune 
bozzetto e mosaico cm 15x60  2008


Tappeto 
mosaico cm 47x73  2002


 Tra Natura e Ragione 
mosaico cm 70x100 2006

Ciotola










<Me ne sto tranquillo
nella mia foresta primordiale crescevo e
con me la mia prole
D'un tratto venne lo spirito
mi sussurrò ch'ero diverso
da allora guardo la natura come qualcosa di differente da me (DEVO POSSEDERLA)
Quando lo spirito giunse me la tolse>

























RESTAURO MOSAICO






ORIGINE DELLA VITA E DEL GLOBO



ELUCUBRAZIONI







MILAZZO ANNO 2018


Presentazione dell'opera di Benedetto Norcia in memoria GIUSEPPE TUSA - vittima del crollo della torre VTS di Genova del 7 maggio 2013











Quando accade un evento drammatico, una tragedia, ci immedesimiamo e ringraziamo di non esserne coinvolti, si archivia il fatto e si torna alla vita di tutti i giorni fino a che non arriva la notizia di di un altra tragedia, e via così sino all'assuefazione...
Un opera d'arte come questa  va progettata in ogni dettaglio affinchè non resti solo un fatto di cronaca pronto ad essere rimpiazzato da un altra catastrofe ma sottenda alla storia in maniera che ricordando certi errori si possa non più commetterli.
Queste le esigenze della committente "Adele Chiello Tusa" che nella tragedia del crollo della torre piloti di molo Giano a Genova del 7 maggio 2013 perse il figlio Giuseppe Tusa e con lui persero la vita 8 suoi colleghi.
Raccontare la cronaca dell'accaduto non ha mai la potenza evocativa             dell' IMMINENTE, ecco perchè ho scelto di non fare cadere la torre  e non incastrare la poppa della nave su una banchina che ricordasse l'accaduto. Nella mia opera ancora tutto deve accadere, tutti gli attori sono a loro posto, manca un istante all'impatto. La vita scorre nei corpi delle nove vittime rappresentate con la loro festosa e giovane esuberanza dalle fasce colme di musica e poetico infinito, cartigli musicali e nodi marinari non ancora stretti, il tutto colorato con colori caldi e passionali all'interno e con colori pacati e  freddi all'esterno come per adeguarsi alla società mentre nell'intimo sono  vulcani  attivi. Le fasce  adornano la chioma della torre, (una trasposizione della cabina piloti posizionata in cima alla torre). La torre piloti di colore grigio come la prua della nave, ( uniti nel colore e nel destino),  che ha la forma di un proiettile e inesorabile s'avvicina.
La posizione della nave nella mia composizione è fondamentale.
Se guardiamo la scena da dove è esposta la biografia di G. Tusa e immaginiamo il disco blu come il quadrante di un orologio vedremo la nave posizionata fra le ore 22;:30 e 23:00 ora in cui la nave colpisce la torre. Da  questa posizione si ha l'impressione che la nave arrivi da dietro, alle spalle,a tradimento.
La scelta del basamento a forma circolare ha diverse chiavi di lettura
1 la circonferenza non ha inizio ne fine;
2 circolari sono i dischi dov'è incisa la musica;
3 circolare e ciclico è il tempo e la vita degli uomini;
4 blu come il mare.
La parte posteriore della nave è adornata da onde che le imprimono forza e movimento ma sono anche le dita del dio del mare che intuendo l'imminente tragedia cerca di fermarla  facendone sprofondare la poppa, ma la distanza fra la prua e la torre è così minima che neanche l'intervento di Poseidone può nulla contro il destino ineluttabile.
Quest'opera ci ricorda l'evento funesto del 7 maggio 2013 a Genova e contemporaneamente ci avverte che la tragedia è sempre pronta a manifestarsi e che la vita è legata ad un filo così sottile che Atropo non fa nessuna fatica a recidere.
Benedetto Norcia