Libri in biblioteca ...Santa Rosalia



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"Santa Rosalia" 

                                        ( foto tratta dal libro S ROSALIA di Castrenze Civello 1967)



                                                                                         

                                                                                    dal libro: SANTA ROSALIA E PALERMO del Benef. Emmanuele Salemi Battaglia  maestro di canto della Real Cappella Palatina di Palermo 1885



alla gloriosa romita della quiquisna e del pellegrino che vegghiando amorosa la terra ove fu nata e cresciuta nella luttuosa moria dell'ultima lue asiatica cesso' dai figli suoi il calice delle amarezze e della morte devotamente l'autore O.D.C. 


CAPITOLO i 
Palermo-Nascita di S. Rosalia- Sua fuga


La ragion di nobil cuna 
    Nell'April della speranza,
Le delizie, la fortuna 
Di regal fecondità 
L'oro, i suoi, la patria stanza
Pel suo Ben disprezza, e va. 

                                                                                                                  

Siede Palermo in amenissima valle difesa contro Borea e Greco da' monti, ed aperta del resto al Mediterraneo. La floridezza de' campi nelle vigne intrecciate agli olmi e nelle biade guardate dall'olivo: la fragranza de' simmetrici giardini inghirlandati dall'arancio e dal limone: le deliziose colline pomate e ridenti; che correndo attorno aggiungono grazia e brio: l'andare e venire sollazzevole da' villaggi qua e là graziosamente seminati fanno bella e deliziosa questa regione incantevole, baciat in riva dalle acque del Mediterraneo. La vasta pianura in estensione di ben quaranta miglia coltivata e ben messa, da placidi rigagnoli e marmoreggianti ruscelli inaffiata, è feracissima nelle produzioni di vino, olio frumento, canape, cotone ed altri cereali: per cui a buon dritto s'appella la Conca d'Oro. Abbondanti praterie favoriscono a dovizia i prodotti di burro, cacio, latte nutricando ben pingui vacche, fetose capre, lanute pecore. dalla parte di mare, cui inoltrarsi le sentinelle dei monti il Pellegrino ed il Gerbino, formanti cosi vasto seno, si ritrova ad Oriente il piccolo porto detto Cala, in cui le navi se ne stanno a riparo dagli sbuffi de venti. A settentrione è guardato dal porto grande, detto Molo, con bellissimo faro, che tra il buio pesto della notte e l'irato imperversare  delle procelle, incuora lo smagato nocchiero, e n'addita il riparo e la salvezza. Ad Ostro, il fiume Oreto, come a guardia della città regina, passando dalla Guadagna si scaica nel Mediterraneo; mentre ad Occidente, in distanza sui erge come corona la maestosa catna de' monti, che per essere discoscesi e ripidi, formano un circuito di naturali muraglie che solo consentono l'ingresso per dodici porte. 
In sì floridissima città sortiva i natali l'illustre vergine ROSALIA  figlia a Sinibaldi, signore de' monti della Quisquina e delle Rose, sulla metà del dodicesimo secolo. Non avendo pertanto precisione dell'anno in cui Ella nacque, pure, affin di accattare credito all'antica tradizione che dice<aver Rosalia soggiornato nella corte di re Guglielmo e Margherita,> c'è parso opportuno mandare avanti alcune pagine della nostra sicula.
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Presso a morte Ruggero II faceva coronare Re il suo terzo figlio Guglielmo, che nel 1150  conduceva in moglie Margherita figlia del Re di Navarra. Or nel mentre cotali cose avvicendavansi in Palermo, sortiva i natali l'illustre vergine ROSALIA. La tradizione, che dice <esser ella stata cara alla Regina Margherita, anzi essere stata una delle sue ancelle,> ci fa conoscere avvenuta la nascita di Lei o su' primordi del governo di Guglielmo, o in sugli ultimi di Ruggiero II. ...Ala giovinetta Rosalia che soggiornava in corte....ben potè apprendere quant'è fugace la gloria mondana, e quanto vane e piene di veleno le gioie terrene; sicchè per tutto questo trambustìo affermatasi vie più ad aspirare le pure gioie celesti, verso cui quale purissima colomba sollevavasi, determinava solo pel suo Dio vivere e morire. 
....Si vuole che la Santa desse inizio al suo eremitico tirocinio da una grotta vicino Morreale, quattro miglia distante da Palermo.
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E' un fatto ed un ricordo glorioso per la città di Monreale non solo l'avere essa conservato nel suo Duomo memoria della Verginella palermitana S. Rosalia sin da una epoca assai precedente al ritrovamento del suo corpo, ma l'avere poi gareggiato con le principali città della Sicilia nel renderle onore, omaggio e culto devotissimo. In mezzo alle tante incertezze che occupano tuttavia una buona parte della storia civile ed ecclesiastica dell'Isola nostra, per quel che riguarda l'epoca precedente al secolo XVI., è impossibile determinare con precisione il tempo in cui S. Rosalia cominciò ad avere il suo culto in Monreale, come del resto è impossibile determinarlo per tutte le altre città siciliane. Però nessuna di esse è in grado di vantare una memoria più certa e più antica di quella che nel dicembre del 1620 si ritrovò nel Duomo monrealese, quando si restaurava il tetto. Allora in un'antichissima trave, che era la terza contando dalla porta maggiore del tempio, si trovò dipinto il mezzo busto di S. Rosalia tra cinque figure di altri santi, cioè San Domenico, S. Francesco , S. Angelo e S. Alberto. Era la verginella circondata da un festone di rose e vestita in abito monacale di color nero, che per l'antichità si degradava al bigio. Con la sinistra teneva una rosa sbocciata e con la destra il Rosario della Madonna: una ghirlanda, anch'essa di rose, le cingeva la fronte esotto di lei in lettere latine stava scritto <Sancta Rosalea>. ...una taccia di questo culto sia...che S. Rosalia  ritornando dal luogo del primo romitaggio si sia fermata in una grotta presso Monreale nella contrada di Buarra, e che lì per suo favore sia sgorgata una bella sorgente di acqua.  


........ L'abitatrice dell'orrosa Quisquina, la real Vergine del Signor delle Rose, la Figlia tua, la Solitaria.l'Eroica. L'Immortal Rosalia forma, o Palermo, la verace l'intera, l'immancabil tua gloria. Che? Al nome solo già il core coi palpiti ti balza in petto? Già il soave pallore ti sbianca il volto? Già sul ciglio ti corrono le dolci lacrime di tenerezza? Segui pur, fortunata, segui così dolci impressioni. Son io commosso, che ospite solo, e peregrino a tesser laude mi accingo, benchè inesperto , alla tua Figlia; non dovrai esserlo Tu , che sei di Essa e Patria , e Madre? Scorda per tanto qualunque onore, che vienti da Lei: volgi uno sguardo a quel Monte, che beato sovrasta alle tue mura; tempra il cor tuo insieme a riverenza, e stupore, e poi m'ascolta, Rosalia nell'involarsi dal mondo volle occultarsi a tutt'altri che a te, perchè il suo Nome sempre grande suonasse..... 

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