Dipinto "SANTA CATERINA"





 "SANTA CATERINA D'ALESSANDRIA" 
 Complesso Monumentale "Guglielmo II" , ex Monastero -



Il dipinto è stato  recuperato a Monreale all'interno dell'ex Ospedale Santa Caterina, raffigura “Santa Caterina d’Alessandria” di autore ignoto del '500. 
Il significato dell'opera artistica, fa riferimento al libro di Christine de Pizan intitolato: “LA CITTA’ DELLE DAME ” – Luni editrice – 1999.
Tra le figure più interessanti della letteratura francese femminile del XIV e XV sec., la sua produzione rispecchia un’epoca di grandi mutamenti, definita l’ ”Autunno del Medioevo”.
Infatti la “Città delle dame”, rappresenta uno spazio intellettuale nuovo, rispetto ad una eredità culturale fondamentalmente maschile ed in cui la scrittrice, tra il 1404 ed il 1405, attinge autorità dalla propria storia  personale.
La ragione di questa assenza femminile dalla scena intellettuale, è dovuta ad una educazione limitata, da coloro che temono una superiorità culturale femminile: l’impossibilità d’imparare, si unisce all’isolamento tra le mura domestiche. Un’inferiorità di tipo culturale e non naturale così come si evince dagli esempi della scrittrice…una donna intelligente riesce a far di tutto e gli uomini… ne sarebbero molto irritati se una donna ne sapesse più di loro.
Attraverso la “metafora architettonica” della fondazione di una città e l’apparizione di tre dame (Ragione, Rettitudine, Giustizia), l’Autrice può raccontare le figure mitiche femminili del passato a lei contemporanee: sante, eroine, poetesse, scienziate, regine,  recuperandone la grandezza e la nobiltà attraverso la riscrittura della loro storia, esempio del potenziale che le donne possono offrire alla società.

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Caterina, figlia del Re Costa di Alessandria, governò nobilmente sé stessa e la sua eredità; rifiutava il matrimonio perché tutta dedita a Dio. L’Imperatore Massenzio, recandosi ad Alessandria in un giorno di festa religiosa, aveva fatto preparare una cerimonia per il sacrificio solenne. Caterina che era nel suo Palazzo e poteva udire il chiasso delle bestie pronte per il sacrificio e quello degli strumenti musicali, esperta nelle scienze, si recò da lui  per rimproverarlo con saggi argomenti, sull’ esistenza unica e sola di Dio, creatore di tutte le cose: solo Lui può essere adorato e non altri. L’imperatore, meravigliato da tanta bellezza ma anche da tanta autorità  che non seppe rispondere, invitò molti filosofi importanti, i quali dapprima, stupiti d’essere stati chiamati a disputare con una fanciulla , furono persuasi e poi convertiti alle sante parole di Caterina nel nome di Gesù Cristo. Per questo oltraggio, Massenzio li mandò al rogo e, mentre ardeva di desiderio per la bella Caterina, vedendo che non c’era più nulla da fare, la fece picchiare ed imprigionare. Ma gli angeli la confortarono e l’Imperatore, per torturarla ulteriormente, <FECE COSTRUIRE DUE RUOTE CHE PIENE DI LAME TAGLIENTI, GIRAVANO UNA CONTRO L’ALTRA, DILANIANDO QUALSIASI COSA SI TROVASSE IN MEZZO.
FECE METTERE TRA LE RUOTE CATERINA , completamente nuda e lei A MANI GIUNTE, PREGAVA DIO INCESSANTEMENTE: ALLORA GLI ANGELI DISCESERO DAL CIELO, DISTRUSSERO LA MACCHINA DI TORTURA E UCCISERO GLI AGUZZINI. La sposa dell’Imperatore si convertì e lui la fece torturare. Chiese di nuovo a Caterina di essere sua sposa ma quando si accorse di essere rifiutato diede l’ordine di decapitarla. Caterina recitò le sue preghiere e sopportò il martirio: gli angeli portarono il corpo sul monte Sinai e lo seppellirono. Su quella tomba Dio compì parecchi miracoli e punì Massenzio in maniera orribile.