CENTENARIO DELLA MORTE
DI
ANTONINO LETO
COMUNE DI MONREALE
Provincia di Palermo
Comunicato stampa
SEMINARIO E MOSTRA SULL’ILLUSTRE
PITTORE MONREALESE
ANTONINO LETO
In occasione del centenario della morte del pittore monrealese Antonino
Leto, l’Amministrazione ha organizzato un evento per ricordare e far conoscere,
soprattutto alle nuove generazioni, la straordinaria forza creativa
di questa personalità illustre dell’800 siciliano. La manifestazione, prevede
l’organizzazione di un Seminario e la proiezione di un DVD, per
presentare l’Artista ed i suoi dipinti. Seguirà una Mostra d’arte delle opere
di Antonino Leto ed una esposizione di documenti reperiti nel nostro Archivio
Storico, relativi alla formazione del Maestro. L’apertura della manifestazione
alla quale vi prenderanno parte, fra gli altri, il sindaco Filippo Di Matteo,
l’assessore alla Cultura Lia Giangreco, il direttore della Galleria D’arte
comunale Salvatore Autovino e il professore Stefano Gorgone che ha collaborato
nella organizzazione dell’evento culturale, avrà luogo
giorno 30 novembre 2013 presso l’Aula Consiliare alle ore 10,00 e alle ore
12,00 l’inaugurazione della Mostra artistica e documentaria che si realizzerà
nella “Sala P. Novelli” – ex Monastero dei Benedettini e che si protrarrà fino
a giorno 11 Dicembre 2013. Nella organizzazione della manifestazione sono stati
coinvolti gli studenti dei licei di Monreale (artistico, classico e
scientifico).
“E’ importante essere riusciti – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Lia Giangreco – a valorizzare una personalità illustre della cultura monrealese, con il pieno coinvolgimento delle scuole del territorio. Ma è ancora importante che questo momento sia anche una occasione di incontro con l’intera città che puo’ in questa occasione riappropriarsi e ricordare uno degli artisti più rappresentativi dell’ottocento siciliano”.
“E’ importante essere riusciti – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Lia Giangreco – a valorizzare una personalità illustre della cultura monrealese, con il pieno coinvolgimento delle scuole del territorio. Ma è ancora importante che questo momento sia anche una occasione di incontro con l’intera città che puo’ in questa occasione riappropriarsi e ricordare uno degli artisti più rappresentativi dell’ottocento siciliano”.
L'Assessore alla Cultura Sig.ra Lia Giangreco porge i saluti e dà il benvenuto alla manifestazione
Il Prof. Stefano Gorgone
La Prof.ssa M.A. Spadaro
Sala P.Novelli - Mostra artistica e documentaria su Antonino Leto
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI MONREALE
"GIUSEPPE SCHIRO'"
LETTERA AUTOGRAFA DI ANTONINO LETO
Trascrizione integrale della lettera autografa di Antonino Leto
ASCM, busta 474, Serie 1 – Corrispondenza, Monreale, 1867
Al Signor Regio Delegato Straordinario di Monreale
Signore
Antonino Leto di Pietro da Monreale con il dovuto rispetto rassegna alla S.V. quanto appresso.
Egli per una provvida deliberazione di codesto Consiglio – intento mai sempre a favorire chi possa, e voglia render vanto al proprio paese per opera di mano e d’ingegno – si gode da quasi tre anni di un tenue sussidio onde sopperire a non pochi mezzi di cui abbisogna la più eccellente e a un tempo la più difficile delle belle arti – la pittura -.
Ma per un giovine che ebbe sortite da natura le più felici inclinazioni per quall’arte divina, qualunque mezzo ei s’ abbia, qualunque studii ei faccia, non è mai bastevole, onde riuscire a stampare una qualche orma, nel cammino che tracciarono con tanto splendore del nome italiano i maestri dei tempi andati.
Però Ella ben sa che tra noi ce n’à ben poche di quelle. Ond’è che il supplicante prega la S.V. perché amante com’è delle arti belle si degni prendere in considerazione lo esposto e fargli assegno di un sussidio tale che valga a poterlo allontanare dal paese natio e recarsi in una delle tante città d’Italia nostra, che per fortuna o carità di patria àn saputo farsi albergo delle arti, ciò che vuol dire sede di civiltà e di educazione.
E il giovane artista per fare onore a se stesso e per essere nello stesso tempo grato e riconoscente verso coloro che gli preparano sì ridente avvenire oserà presentare qual frutto del suo giovine ingegno un lavoro, ch’è sul punto di finire, onde possa Ella giudicare se egli coltivi ed ami le arti belle e il suo paese natio.
Nutro speranza …
Monreale, lì 9 1867 Antonino Leto
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI MONREALE
"GIUSEPPE SCHIRO'"
Il pittore Antonino Leto dalle carte
dell’ Archivio storico comunale
Nel 1863 tre artisti monrealesi, i
“giovanetti” Giuseppe Maria Modica pittore, Antonino Leto pittore e Giuseppe Di
Giovanni scultore, inoltrano richiesta al Comune di convertire il beneficio di
cui già godono, per essere ammessi presso il “novello Istituto degli
artigianelli” di Palermo, in un assegno di mantenimento agli studi presso
“valenti artisti di Palermo” ognuno secondo le proprie inclinazioni artistiche.
Infatti, si continua nella delibera, in quell’Istituto s’imparano abilità
meccaniche che nulla hanno a che fare con le “belle arti liberali”. Il
Consiglio comunale approva la richiesta all’unanimità di voti[1].
L’anno successivo, 1864, i tre
chiedono l’aumento dell’assegno loro accordato in precedenza. La richiesta
viene corredata da una lettera del prof. Delisi (?), richiedente l’aumento
degli assegni stante la loro “tenuità”. Ai tre giovani artisti si aggiunge la
richiesta di Antonino Mandalà, indigente cittadino monrealese ma considerato
pittore di belle speranze. Gli artisti donano ognuno un saggio della loro opera
al Comune. Allora, “considerando che una delle principali cure dei Municipi si
è quella di incoraggiare i Comunisti ed agevolarli nello sviluppo degli
ingegni, e delle loro tendenze”, oltre aver constatato la inadeguatezza del
sussidio economico per vivere al di fuori di Monreale, a voti unanimi del
Consiglio lo stanziamento viene portato a £ 803.24 e cioè a £ 267, 75 annuali
per ognuno degli studenti. L’assegno si paga mensilmente dietro un certificato
di presenza rilasciato dal maestro della bottega d’arte di Palermo presso cui
esercitano l’apprendistato[2]. La Giunta ribadisce la volontà
del Consiglio, reperendo i fondi necessari in un altro articolo del bilancio
vigente[3].
Nel 1867 Antonino Leto e Giuseppe Di
Giovanni, che si dimostrano i più perseveranti nel loro apprendistato di studi
artistici, sono ormai consapevoli di esser pronti al salto di qualità e chiedono,
a tale scopo, ancora l’aumento del sussidio comunale, per potersi “perfezionare
nelle arti suddette recandosi in una delle più cospicue Città del continente
italiano”. L’aumento è accordato visti i loro progressi e l’assidua frequenza
nell’apprendistato. I due portano a testimone del loro zelo un saggio ciascuno,
“testè donati al Municipio e rappresentanti il primo una prospettiva con le
varianti di una catena di monti con Custello, pianura e mare, e il secondo una
statua in gesso dell’insigne monreale Pietro Novelli, con naturali e ammirevoli
mosse, che oggi adornano le Aule del Palazzo Municipale”. Al Consiglio appaiono
giuste e fondate le esigenze di studio dei due; tuttavia le ristrette
economiche cittadine non consentono di accondiscendere alla richiesta,
posticipandola ad un futuro bilancio[4].
Una bella lettera di alcuni mesi
prima, a firma di Leto e conservata presso l’ASCM, che è anche prova della sua
abilità come scrittore di bella prosa, perora la sua causa e ci informa che
egli mostrerà una sua opera che sta per ultimare in cui è racchiuso il suo
amore per “le belle arti e per il suo paese natio”. Soprattutto questa lettera
ci anticipa il disegno di Leto di voler emigrare verso nuovi lidi per
approfondire e migliorare la sua arte di pittore[5].
Trascorrono alcuni anni, senza avere
più notizie di Leto, quando nel 1872 riconoscente al Municipio per i benefici
avuti per il mantenimento agli studi a carico dello stesso, “dona un quadro
parto del suo pennello, rappresentante il Fiume Anapo”. Il Consiglio
contraccambia con una giusta ricompensa di £ 1.000 per “continuare nella nobile
intrapresa carriera”[6]. Gli
anni a seguire vedono Leto, ormai pittore affermato, sempre più lontano da
Monreale, spostandosi fra Napoli, Firenze, Parigi etc. La sua ultima
destinazione è Capri, dove ha prodotto alcuni fra i suoi capolavori e dove è
spirato nel 1913. L’ultimo, breve, ritorno a Monreale sarà nel 1910 dopo trenta
anni di assenza.
Ultima notizia circa le sue opere in
possesso del Comune si traggono da un registro d’inventario di beni del Comune,
del 1941-1942. In
questo apprendiamo che nel “salone podestarile” esiste un quadro ad acquarello
di un autore (Cannata?). Mentre nella stanza del Segretario capo esiste un
“grande quadro ad olio del pittore Leto”[7].
[1] ASCM
- Fondo Comunale, Sezione II – Registri e Volumi, Reg. 100, Serie 2 -
Deliberazioni del Consiglio Comunale, “Deliberazioni
del 1863 e 1864 - vol. II”, “Assegno ai tre alunni Modica, Di
Giovanni e Leto”, Monreale, 19 maggio 1863, n° 900.
[2] ASCM
- Fondo Comunale, Sezione II – Registri e Volumi, Reg. 101, Serie 2 -
Deliberazioni del Consiglio Comunale, “Deliberazioni
del Consiglio dal 1864 al 1865 vol. III”, “Assegno ai studenti in
scultura e pittura”, Monreale, 6 maggio1864, pp. 117-120.
[3] ASCM
- Fondo Comunale, Sezione II – Registri e Volumi, Reg. 136, Serie 1872”
[4] ASCM
- Fondo Comunale, Sezione II – Registri e Volumi, Serie 2 -
Deliberazioni del Consiglio Comunale, Reg. n° 102, “”Per la domanda degli studenti Leto e Di
Giovanni”, Monreale, 13 maggio1867, pp. 283-284.
[5] ASCM
– Fondo Comunale, Sezione III - Carte Sciolte, Serie 1 – Corrispondenza, “1 - Fascicolo
relativo a corrispondenza riguardante petizioni rivolte da privati cittadini
alle Istituzioni Comunali”, pos. 8, Monreale, 9 aprile 1867.
[6] ASCM
- Fondo Comunale, Sezione II – Registri e Volumi, Serie 2 -
Deliberazioni del Consiglio Comunale, Reg. n° 105, “”Compra del quadro rappresentante l’Anapo”,
Monreale, 20 maggio1872, pp. 237-238.
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI MONREALE
"GIUSEPPE SCHIRO'"
Gli
esordi
del pittore Antonino Leto dalle carte
dell’ Archivio storico comunale
Antonino
Leto nasce a Monreale il 14 giugno 1844, mostrando sin da bambino le sue
qualità ed attitudini artistiche, recandosi nella vicina Palermo per copiare su
fogli volanti e taccuini ciò che vedeva nelle vetrine della grande città.
La
sua carriera di studi comincia a Monreale, presso il convitto dei Chierici
Rossi in cui era stato mandato grazie agli interessamenti dei suoi zii
sacerdoti Antonino e Salvatore. All’indomani della rivoluzione nazionale il
Comune di Monreale, che pagava la retta dei giovani studenti presso i Chierici
Rossi cittadini, decide che quella non è il giusto tipo di educazione da
impartire e invia i giovani che godono di quella retta presso l’istituto
Artigiano di Palermo.
Le
inclinazioni del giovane Leto non tardano ad emergere e le sue aspirazioni si
concretizzano il 24 aprile 1863, quando tre artisti monrealesi, Giuseppe Maria Modica
pittore, Antonino Leto pittore, Giuseppe Di Giovanni scultore, inoltrano al
prefetto di Palermo una supplica per intercedere presso l’autorità comunale
monrealese al fine di ottenere un cambio di destinazione dei fondi concessigli.
Si
tratta di convertire il beneficio di cui già godono in un assegno di
mantenimento agli studi presso “valenti
artisti di Palermo”, ognuno secondo le proprie inclinazioni artistiche.
Infatti, si continua nella delibera, “(…)
in quell’ Istituto s’imparano abilità meccaniche che nulla hanno a che fare con
le “belle arti liberali”. Il Consiglio comunale, con lungimiranza e
finalità di incoraggiamento di quelle tendenze, approva la richiesta
all’unanimità di voti.
L’anno
successivo, 21 maggio 1864, i tre chiedono l’aumento dell’assegno loro
accordato in precedenza. La richiesta viene corredata da una lettera di
raccomandazione del prof. Delisi, illustre figura del mondo artistico
palermitano di fine Ottocento, richiedente l’aumento degli assegni stante la
loro “tenuità”. Ai tre giovani
artisti si aggiunge la richiesta di Antonino Mandalà, indigente cittadino
monrealese considerato pittore di belle speranze.
In
questa occasione ognuno degli artisti dona un saggio della propria opera al
Comune, volendo dar conto e soddisfazione dei progressi raggiunti. Allora il
Consiglio comunale “considerando che
una delle principali cure dei Municipi si è quella di incoraggiare i Comunisti
ed agevolarli nello sviluppo degli ingegni, e delle loro tendenze”,
oltre aver constatato la inadeguatezza del sussidio economico per vivere al di
fuori di Monreale, a voti unanimi approva la richiesta di aumento.
Nel
1867, Leto invia una sua lettera, scritta in bella prosa, in cui perora la sua
causa e ci informa che egli mostrerà una sua opera che sta per ultimare in cui
è racchiuso il suo amore per “le
belle arti e per il suo paese natio”. Soprattutto questa lettera ci
anticipa il disegno di Leto di voler emigrare verso nuovi lidi per approfondire
e migliorare la sua arte di pittore.
Nello
stesso anno Antonino Leto e Giuseppe Di Giovanni, che si dimostrano i più
perseveranti nel loro apprendistato di studi artistici, sono ormai consapevoli
di esser pronti al salto di qualità e chiedono, a tale scopo, ancora un aumento
del sussidio comunale per potersi “perfezionare
nelle arti suddette recandosi in una delle più cospicue Città del continente
italiano”.
I
due portano a testimonianza del loro zelo un saggio ciascuno, “testè donati al Municipio e
rappresentanti il primo una prospettiva con le varianti di una catena di monti
con Custello, pianura e mare, e il secondo una statua in gesso dell’insigne
monrealese Pietro Novelli, con naturali e ammirevoli mosse, che oggi adornano
le Aule del Palazzo Municipale”. L’aumento è loro accordato visti i
progressi e l’assidua frequenza nell’apprendistato. Al Consiglio appaiono
giuste e fondate le esigenze di studio dei due; tuttavia le ristrettezze
economiche cittadine non consentono di accondiscendere alla richiesta,
posticipandola ad un futuro bilancio. Purtroppo del busto raffigurante il
grande Pietro Novelli non si hanno notizie, mentre la tela di Leto sembra
essere quella attualmente esposta presso il circolo di cultura Italia di
Monreale.
Trascorrono
alcuni anni, senza avere più notizie di Leto, quando nel 1872, riconoscente al
Municipio per i benefici avuti per il mantenimento agli studi a carico dello
stesso, “dona un quadro parto del suo
pennello, rappresentante il Fiume Anapo”. Il Consiglio contraccambia
con una giusta ricompensa di £ 1.000 per “continuare
nella nobile intrapresa carriera”. Gli anni a seguire vedono Leto, ormai
pittore affermato, sempre più lontano da Monreale, spostandosi fra Napoli,
Firenze, Parigi etc.
La
sua ultima destinazione è Capri, dove ha prodotto alcuni fra i suoi capolavori
e dove è spirato nel 1913. L’ultimo, breve, ritorno a Monreale sarà nel 1910
dopo trenta anni di assenza. Ultima notizia, dalle carte d’archivio, circa le
sue opere in possesso del Comune, si traggono da un registro d’inventario di
beni del 1941-1942. Nella stanza del Segretario
capo esiste un “(…) grande quadro ad
olio del pittore Leto”.