Gli antichi mestieri


Gli antichi mestieri…. 

(rimasti  a Monreale)





Nel corso del '500, la vita economica di Monreale era basata sull'agricoltura che svolgeva attività integrativa con un fiorente piccolo artigianato. Le prospettive di miglioramento e di progresso non erano però facili: numerosi erano i divieti da parte degli ufficiali pubblici perchè si temeva che un cambiamento potesse avere ripercussioni negative sulle entrate arcivescovili. Le prepotenze, a cui la popolazione era costretta a subire, provocavano vari tumulti. Il commercio, in stretto rapporto con l'agricoltura e la pastorizia, mostrava una certa "vivacità", limitata per le numerose restrizioni e per i frequenti periodi di carestia.
Nel '600 si sviluppava l'agrumicoltura: la categoria dei "giardinari" si organizzava in congregazioni. Meglio distinte le categorie in cui si divideva la popolazione: <custureri, fornai, bottari, falegnami, calcinari>. Queste congregazioni si mantenevano per tutto il '700. Sorgeva la congregazione dei vermicellai, fornai, maccarronari, ignocchittari, tagliarinari.
Nell'800 l'agricoltura era sempre la base della vita economica del paese accanto alla pastorizia. Sempre attiva l'industria dei pastai, (nel 1842 vi erano 12 mulini) e quella dei linaioli.
Nei primi del '900, l'agricoltura, l'industria e l'artigianato si mantenevano con le stesse caratteristiche dei periodi precedenti. Continuava ad esserci la piccola industria ma spesso era il singolo, l'artigiano (calzolai, cestai) che distribuiva lavoro a domicilio e fuori Monreale.
Notevole l'industria alimentare e dolciaria.
I mezzi antichi si andavano sostituendo a quelli meccanici ed elettrici.
I fabbri ferrai, continuavano ad essere ancora numerosi al contrario dei maniscalchi, che andavano scomparendo a causa dei trasporti e le comunicazioni effettuati  con mezzi meccanici. 
Persisteva l'antica categoria dei calzolai, soprattutto durante l'ultima guerra per le forniture militari. Successivamente, con la diffusione di prodotti delle grandi industrie meccanizzate e le calzature di gomma, subivano un forte calo. 
Molto alimentata la categoria dei cestai, anche se le "gabbiette" per il commercio della frutta, minacciava gravemente questa attività.
Proseguiva l'attività dei calcarai e fornaciai; l'industria tessile impiegava molte donne  che manovravano i telai. 
L'attività commerciale principale era quella ortofrutticola. 
Nel corso del '900 il processo d'industrializzazione della vicina Palermo, non si espandeva in direzione di Monreale che però esercitava ugualmente l'assorbimento della manodopera. 
Le attività, che nel passato erano più fiorenti, subivano una notevole trasformazione a causa dell'innovazione della meccanizzazione agricola e artigianale.

 Oggi, le rare testimonianze sopravvissute, legate alla grande tradizione artigianale, sono ricchezze patrimoniali per non far perdere la memoria storica, salvaguardare le nostre radici e farle conoscere alle nuove generazioni. 
R. M. 

da "Monreale Capitale normanna" di G. Schirò






Fabbro Arrotino
















Il mestiere del... CALZOLAIO

Oggi la figura del calzolaio è pressochè scomparsa.
La parte più consistente del lavoro era quella della riparazione che è diventato nel corso degli anni un vero e proprio lavoro. La bottega era impregnata di odori i più strani: colla, pece, cuoio.
Lì si poteva scambiare alcune parole col calzolaio che però non toglieva mai lo sguardo dal suo lavoro.
Uno dei mestieri più antichi che però, nel corso degli anni, le tecniche e i materiali per la realizzazione e la riparazione, si sono evoluti. I macchinari sono la lampada infrarossa per asciugare la colla, passaggio sottomacchina elettrica per cucire, forma per allargare o stringere la scarpa, pressa spara chiodi, arnesi vari







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