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Fede e cultura di un popolo: <Il Crocifisso di Monreale>
FERVORE
DI ATTIVITA’ E PARTECIPAZIONE POPOLARE
di Giuseppe
Schirò
Il
Concilio di Trento, avendo posto come causa della giustificazione la
“santissima passione di Cristo sul legno della Croce” aveva confermato e rafforzato il culto e la venerazione verso
il Crocifisso, che può considerarsi il filo conduttore della vita e dell’ascesi
cristiana, San Carlo Borromeo, (1538-1584) prescelto a semplificare ed a
divulgare gli insegnamenti del Concilio di Trento, dava nel Catechismo Romano,
pressanti norme ai pastori delle anime “Il parroco curi con la massima diligenza
affinchè i fedeli rinnovino nel loro animo spessissimo il ricordo della
Passione del Signore, come insegna l’Apostolo che affermava non sapere altro
che Gesù Cristo e questi Crocifisso. Perciò in questo argomento bisogna dibire
ogni cura ed opera, affinchè esso sia illustrato il più possibile; ed i fedeli,
mossi dal ricordo di così grande beneficio si convertono interamente all’amore
di Dio verso di noi ed a riceverne la bontà”. Ed ancora “Bisogna insegnare al
fedele che si confessa che non permetta che passi alcun giorno senza meditare
qualcosa sui misteri della Passione di Nostro Signore e che si ecciti e si
infiammi ad imitarlo e ad amarlo col più grande amore”. A lui fa eco un
altro grande trascinatore delle folle, s. Alfonso dei Liguori (1694-1775),
nelle “Riflessioni sulla Passione” ed
il suo contemporaneo s. Paolo della Croce (1694-1775), fondatore dei
Passionisti. Sono solo esempi scelti da un ampio contesto, che è dato
dall’indirizzo generale della fede e della pietà cristiana. Ed a conferma della
risposta data dal popolo cristiano a tali stimoli basta citare il favore
riservato all’opera di frate Umile di Petralia, (1601-1639) che proprio negli
stessi anni in cui il Venero operava a Monreale, scolpiva i suoi numerosi
Crocifissi che si diffondevano in Sicilia e fuori. Lo storico non può misurare
gli effetti spirituali della fede, ma può registrare fatti e comportamenti
documentati che scaturiscono da questa fede.
La
venerazione verso il Crocifisso è il filone principale della religiosità
popolare a Monreale e questo sentimento ispira opere ed attività diverse, ma ha
la sua massima espressione nella celebrazione della festa, che culminava nella
processione.
La
processione del Crocifisso dall’epoca del Venero in poi, divenne un avvenimento
sempre più importante. Il giorno 3 maggio essa polarizza tutta la cittadinanza
ed ha la precedenza su ogni altra processione, compresa quella della s. Spina
che da tempi precedenti si teneva la prima domenica di maggio. Quando si fosse
verificata quella coincidenza, la processione della Spina doveva farsi di
mattina per lasciar libero il pomeriggio alla processione del Crocifisso.
Abbiamo visto che una Deputazione formata da canonici funziona almeno dal 1654.
… una Deputazione formata da canonici funziona almeno dal 1654. Ad essi si
affiancano poi dei laici. I deputati venivano eletti il 10 maggio, nel contesto
del rinnovo delle cariche capitolari: era una carica permanente e non messa in
funzione nella immediata vicinanza della festa. La festa, ovviamente, assume
ben presto, aspetti anche esteriori di esultanza popolare.
La
“vara” veniva conservata in apposito locale. La sua costruzione era a carico
del Comune o dei privati o del Capitolo, come avviene nel 1706. In quell’anno
infatti, i fratelli Andrea e Gaspare Bisagna e Nunzio Di Paola, che già
conosciamo quale autore del tabernacolo
del sacramento, scultori palermitani, costruiscono per conto del
Capitolo una “vara nuova”. Questa vara era particolarmente robusta ed adorna,
di forma quadrata. Su una struttura di legno di castagno erano applicati gli
esterni di legno di pioppo che comprendevano due piani sovrapposti divisi da
una balaustra. Agli angoli, quattro angeli scolpiti in legno, con un ero in una
mano e con un simbolo della Passione nell’altra. Sopra la balaustra quattro puttini,
uno per ogni lato. Al centro un monte, per innestarvi la croce, ai cui piedi
due puttini in preghiera. Ai quattro lati del monte vi erano quattro scudi con
lo stemma della città di Monreale. Costo complessivo onze 40. Onze 50 è invece
il costo dell’indoratura della stessa vara eseguito in oro zecchino puro, non
lucido, da artigiani monrealesi e palermitani. Oltre la consueta processione
annuale del 3 maggio vi erano le processioni penitenziali specialmente per
l’invocazione della pioggia, che si svolgevano nel rispetto del Rituale romano
e che quasi sempre erano sollecitate dal popolo, tramite il Pretore ed i
giurati. Questa usanza non apparteneva solo a Monreale, ma era propria di vari
altri centri, come Collesano, dove si venerava un’immagine del Crocifisso
scolpita proprio dal frate Umile da Petralia ed in vari altri centri ancora. A
rendere più solenne il culto contribuivano donazioni ed offerte. ....
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