DUOMO DI MONREALE

DUOMO DI MONREALE 
Breve storia













La Bolla di papa Lucio III del 1183, elogia la rapidità dei lavori di costruzione del Duomo di Monreale, di alcuni edifici circostanti (Palazzo Reale e Monastero), concede alla Chiesa il titolo di Metropolitana, di Chiesa-Madre di una provincia ecclesiastica: l'abate del monastero ha il titolo di Arcivescovo.
Giungono da Pisa i battenti in bronzo di Bonanno Pisano, successivamente quelli di Barisano da Trani.
Alla morte di Guglielmo II (1189) il Complesso non era ancora stato ultimato e all'Abbazia, vengono sottratti beni e privilegi, riconquistati nel tempo con tanta fatica. 
Intanto nel Tempio, trovano sepoltura il padre e la madre di re Guglielmo, poi egli stesso e i suoi fratelli Ruggero e Arrigo.
Nel periodo angioino in Sicilia, Carlo D'Angiò fa deporre alcuni dei resti di Luigi IX il Santo, re di Francia, morto di peste a Tunisi. 
Seguono una serie di restauri per il soffitto in legno, i pavimenti, il coro, l'organo, i mosaici. Fra le aggiunte e le varianti, la sacrestia (fine '400 primi del '500), il porticato laterale, la Cappella di San Benedetto, quella di San Castrenze e del Crocifisso. Con Alfonso de Los Cameros si sostituiscono le finestre, costituite da lastre di piombo traforate con vetri; Luigi Veladier crea l'altare maggiore d'argento dorato (1773).
Seguono "episodi funesti": cade il portico della facciata e messo in opera da Ignazio Marabitti di Palermo; un fulmine nel 1807, spezza la torre destra; nel 1811, l'incendio del soffitto, organi, coro, le colonne delle tombe dei re Guglielmo; danneggiati altri sepolcri.
L'atteggiamento liberale dei re Normanni verso le componenti etniche e religiose delle popolazioni sottomesse, si ritrova anche sotto l'aspetto artistico.
Numerose sono infatti le testimonianze architettoniche e decorative dei bizantini e degli arabi: nel Duomo di Monreale, gli elementi latini (la navata tripartita da colonne), bizantini (la crociera del transetto a pianta quadrata priva di cupola), arabi (le arcate a ogiva, la decorazione e la conformazione del soffitto), normanni ( la robustezza delle strutture delle due torri alle estremità della facciata). Arabo e bizantino: la parte superiore della facciata esterna e le absidi, dal tono chiaroscuro, archi ciechi semiacuti, colonnine e rosoni. 
Il portone principale formato da 42 formelle in bronzo modellate da Bonanno Pisano raccontano le storie dei due testamenti: dalla Creazione di Adamo al Cristo in trono che benedice il mondo.
Il portone laterale con battenti in bronzo di Barisano da Trani: 28 formelle con figurazioni sacre e mitologiche.
L'interno del Duomo è a tre navate, la centrale è la più ampia.
Le 18 colonne sono in granito, sormontate da capitelli figurati; il pavimento marmoreo, si eleva simbolicamente verso l'altare maggiore. Lateralmente al presbiterio, a sinistra, la sede riservata alle autorità politiche e religiose, a destra, quella arcivescovile.
L'abside centrale è fiancheggiata da due absidiole, quella di destra detta diakònikon (luogo riservati ai diaconi), quella di sinistra pròtesis (dove il clero si preparava ai riti).
Nel tempio, vennero aperte alcune cappelle, la più antica quella di San Castrenze, Protettore di Monreale; di un secolo posteriore, la Cappella del Crocifisso; da questa, si passa al Tesoro con oggetti d'arte.
Dall'opposto lato del transetto, si entra nella cappella di San Benedetto.

L'opera musiva doveva tenere conto della fede cristiana, dei fatti  significativi della vita di Cristo, raffigurati nei luoghi più importanti del tempio: abside e presbiterio; le altre vicende, negli spazi rimanenti, le navate.
L'illustrazione dei mosaici del duomo inizia dall'abside centrale: a centro il Cristo onnipotente (dal greco Pantokràtor) circondato da creature semidivine (a due ali arcangeli, a sei ali cherubini o serafini con quattro teste simboleggianti i quattro evangelisti; i discepoli (apostoli); i continuatori ( vescovi e santi).
Nella parete sottostante, la Madonna col Bambino fra due arcangeli e gli apostoli. Nella fascia inferiore, le figure dei 14 santi e sante. Accanto all'abside maggiore le due absidiole: Pietro, il principale degli apostoli e Paolo, il maestro delle genti.
Lo spazio antistante l'absidiola destra è detto diakònikon, il busto di Cristo Emanuele (dal greco: Dio è con noi) circondato da quattro cherubini. Nel catino dell'absidiola, S. Pietro seduto in trono  benedice con la mano destra e con la sinistra tiene il libro dei Vangeli e le simboliche chiavi, tutt'attorno raffigurate le vicende della sua vita: la Caduta di Simon Mago per comando di Pietro - preghiera di Paolo e la Crocifissione di S. Pietro.
Nell'absidiola sinistra (pròtesis), storie di San Paolo: che consegna lettere a Timoteo e Sila per la conversione dei popoli -  i discepoli calano S. Paolo dalle mura di Damasco per liberarlo dalle mani dei giudei - il sacerdote Anania battezza Saulo che prende il nome di Paolo -  su Paolo scende il raggio dal cielo che porta lo Spirito Santo in forma di colomba.
Dalla sezione centrale del transetto, prende inizio il ciclo cristologico - dall'Annuncio a Zaccaria al Battesimo di Cristo; transetto destro - dalle tentazioni di Cristo al Giudizio di Pilato; transetto sinistro - dalla salita al calvario alla Pentecoste; navatella destra - dal Risanamento della donna di Cana alla Moltiplicazione dei pani e dei pesci; navatella sinistra - dalla Guarigione della donna curva alla Guarigione del figlio del centurione.
Le pareti della navata centrale narrano i fatti dell'Antico Testamento. Storie disposte su due piani, uno superiore e uno inferiore.
Piano Superiore, parete destra: dalla Creazione del Cielo e della terra  ad Adamo nel paradiso terrestre. Sul retrofacciata: creazione di Eva ed Eva presentata ad Adamo.
Parete sinistra: da Eva tentata dal serpente a Noè che ordina di edificare l'arca.
Piano inferiore, parete destra: dalla Costruzione dell'arca ad Abramo che ospita i tre angeli e Distribuzione di Sodoma.
Parete sinistra: da Dio che ingiunge ad Abramo di sacrificare Isacco alla Lotta di Giacobbe e l'Angelo.
Molte altre le figurazioni che arricchiscono il tempio: angeli, apostoli, santi, vescovi, evangelisti, dottori della Chiesa, martiri, eremiti, diaconi, profeti. 
Non manca il ricordo del fondatore del Duomo, re Guglielmo II.
Neppure trascurato il tessuto decorativo mosaicato: vasi floreali, fregi ornamentali, intrecci geometrici.



Testo consultato: Il Duomo di Monreale - testo di Sandro Chierichetti