ARTE A MONREALE

Arte


L'ARTE A MONREALE 
Cenni Storici



















dal codice miniato "Vaticinia pontificum"

La tradizione artistica monrealese viene collegata alla fondazione di un imponente Complesso Monumentale-abbaziale, espressione dell'arte normanna in Sicilia. Una creazione, quella di re Guglielmo, che rappresenta il momento culminante di una sintesi fra le componenti latino-occidentale, bizantino-orientale e arabo-islamico.
Il "culto" dell'arte a Monreale è stimolato dalla presenza di questi monumenti, nucleo e fondamento di ogni settore della vita del paese.  
"Poco o nulla sappiamo degli artisti che lavoravano a Monreale fino al '400"; documentata risulta invece la tradizione artistica nel '500 ed oltre, fino al secolo successivo.
Una scuola di artisti ruota attorno alla famiglia Oddo. Il muratore ed architetto Masi Oddo, lavora per molto tempo nel Duomo anche come mosaicista.
Masi Oddo dimora presso la torre denominata la vetriera e alla sua scuola viene lavorata anche la ceramica. Il vero artista è però il figlio Pietro "fornito anche di una buona cultura umanistica e letteraria." Egli perfeziona l'arte del mosaico a Monreale, ripara, in Cattedrale, diversi pannelli in mosaico ma la sua opera più importante è il pavimento dell'ala sinistra del presbiterio.
Alla famiglia Oddo si aggiunge quella dei Nicolosi, Matranga e i fratelli Zerbo. 
Altri artisti lavorano per realizzare commissioni da parte di cittadini privati e Chiese.
A Monreale, l'arte del barocco nel '600 assume esempi significativi. Molte Chiese vengono rinnovate secondo il nuovo gusto: tra gli esempi più interessanti del barocco monrealese, la cappella del Crocifisso, nel Duomo. Costruita su progetto del cappuccino fra Giovanni da Monreale e dove vi lavorano anche vari scultori.
Nello stesso secolo la Sicilia vanta di avere il grande pittore Pietro Novelli. Nasce nel 1603 a Monreale e come il padre amò l'arte.
Importante per il Novelli l'influsso del fiammingo Van Dych: affievolisce i colori e toglie i toni aspri della giovinezza; successivamente lo stile subirà l'influsso del Domenichino e del Ribera. La sua scuola ha numerosi continuatori ma nessuno riesce ad eguagliarlo.
Verso la metà del '700 si nota un risveglio della cultura siciliana. Le condizioni politiche consentono di intensificare i rapporti con la cultura italiana ed europea. L'isola partecipa alle vicende socio-politiche, filosofiche, letterarie, artistiche che investono l'Europa.
Le Accademie italiane e straniere allacciano rapporti tra loro, si intensificano le corrispondenze culturali tra italiani, francesi, inglesi e tedeschi. La Sicilia è meta di viaggiatori stranieri che ne scoprono la bellezza naturale ed il significato, spesso drammatico, dell'arte.
Si diffonde intanto la cultura francese ed ogni intellettuale congiunge  legami alla ricerca urgente di una verità, e non solo.
Monreale, al centro di un vasto rinnovamento di studi, specie nel campo letterario e filosofico. 
"In virtù della Costituzione del 1812, Monreale viene considerata città regia e si inizia un nuovo periodo per la vita civile". Nella prima metà dell'''800, a causa delle condizioni politiche, la cultura monrealese è chiusa in se stessa, senza più contatti. Nella seconda metà dell''ottocento, le tradizioni culturali riprendono vigore e soprattutto per la Pubblica Istruzione. Maurizio Polizzi nel 1877 fa sorgere il "Convitto Guglielmo" nei locali dell'ex Monastero  dei benedettini.
Nella pittura, si distingue Antonino Leto, Giaconia e più avanti, tutta la scuola di artisti che "nelle loro opere attingono ispirazione da Monreale, del suo Complesso monumentale, della visione della Conca d'oro, dell'aria caratteristica della nostra città" (G. Schirò).
"...Artisti, dal loro diverso tempo di realizzazione e di indirizzi estetici.... Li accomuna, all'origine, una uguale carica di sollecitazioni: quel sentirsi, da Monreale, dentro lo spazio più vasto del proprio "durare".. Così fu per il Novelli...e poi per Antonino Leto...pittura che si sostanzia dei fermenti culturali europei e che si attua perciò nei migliori riscontri artistici dell'epoca. Una tensione che non si allenta ma che si rigenera nelle più recenti generazioni di artisti monrealesi, sino ad arrivare ai più validi linguaggi delle odierne avanguardie."(F.sco Carbone) 


Alla vigilia, durante e dopo la seconda guerra mondiale, giungono in Sicilia i primi fermenti del rinnovamento artistico. Cubismo, futurismo, espressionismo, manifestano la complessità dell'arte e soprattutto determinano e qualificano l'identità dei pittori, reduci di una catastrofe mondiale.
Quest'ultima, testimoniata non solo dalle rovine delle città e dai segni fisici dei corpi dilaniati dalle stragi ma anche da una solitudine esistenziale, prigioniera di una coscienza inutile e vuota.
Nessuna concretezza, pone l'uomo di fronte alla creazione di un'opera d'arte letteraria, artistica, filosofica ma soltanto ricerca interiore, bisogno di verità, di liberazione, di risposte. l'angoscia del futuro, spinge l'essere umano nel baratro e perciò, vi è la necessità urgente di acquisire una verità interiore che riscatti l'essere, ormai troppo mortificato.
I pittori, i filosofi, i poeti, i letterati, offrono già il ritratto dell'uomo contemporaneo. L'interscambio dei diversi linguaggi, delle esperienze culturali ed estetiche accomuna ed avvicina popoli lontani in un unico denominatore. Dalla fine degli anni cinquanta, le arti figurative si ritrovano di fronte alla dialettica del realismo-astrattismo. Lo scontro fra le due correnti, porta gli artisti a voler superare i due linguaggi per seguire altri itinerari, fatti di esperienze di vita anche casuali. Raggiungere cioè la realtà, non con le applicazioni di regole e codici imposti ma con l'uso di una materia che significhi oggetto ed enigma. Artisti che sentono la necessità di uscire da questa antinomia, per non perdere la spontaneità creativa e che adoperano un linguaggio pittorico, appartenente all'esperienza dei cubisti, degli espressionisti, degli astrattisti. Si fa avanti, in campo internazionale, il nouveau rèalisme fatto con assemblaggi di elementi. In America, la Pop Art che ironizza la civiltà dei consumi e di cui ci si crede protagonisti. Una dissacrazione della società, in realtà senza valori. La Pop Art americana influisce anche su artisti italiani; si avvicendano e s'intrecciano movimenti e correnti da teorici dell'arte. Altri, tentano invece di dare agli impulsi "pop", forza interiore. Vi è un rifiuto della rappresentazione naturalistica, da parte di quanti scelsero il confronto con il vero e libera reinterpretazione dell'apparenza. Artisti diversi, vicini e lontani ma accomunati dalla volontà di far conoscere i propri racconti, i paesaggi, gli oggetti, le commozioni e le emozioni, le follie  umane, il dramma quotidiano, non prescindendo dall'apparenza delle cose. Non soggezione alla perfezione della realtà ma piuttosto la proposta di una larga leggibilità del mondo in cui l'immagine, l'oggetto implichi tanti perchè al di là della loro esistenza fisica. E già agli inizi degli anni settanta si avverte la tendenza di fare gruppo, nel senso che si trattava di porsi in una posizione critica di fronte alla cultura e alla società imperante che tende a lasciare fuori gli intellettuali e a spingerli nell'individualismo. E' vivo il bisogno di creare un rapporto tra l'artista e la società che, malgrado tutto, considerano ancora viva. E nella ricerca di una verità, ognuno intende conservare la propria libertà d'espressione.  La Sicilia è presente con interscambi filosofici ed estetici. I giovani conoscono molte opere esposte alle Biennali Veneziane. Informazioni e fermenti che servono a dare risonanze positive e negative all'arte in Sicilia. La generazione dal 1936 al 1951 degli artisti siciliani mostra attenzione agli aspetti più stimolanti dell'arte.
Come scrive Giovanni Bonanno: "In molti è forte sia la fiducia nella ricerca di nuove forme e significati, sia la necessità di trovare in un ripiegamento nel passato, le ragioni per una creazione pregna di valenze, rimandi, ironie e riletture della storia dell'arte. In un'arte dischiusa all'universalità contemporanea è da escludere, per il superamento del perimetro insulare, qualunque elemento che tenda a uno specifico di sicilianità. La Sicilia non è una realtà concreta, nè una tipologia agli occhi di memorialisti o peggio di turisti. E' una segreta immagine nel cuore di chi, siciliano, incide, dipinge e scolpisce per diverse regioni d'Europa e d'America. Una struggente icona di luce e di dolore che alimenta la coscienza e il senso creativo: ideale riferimento, sempre nell'essere contraddittorio, di vita e di morte. Sicilia, libera da condizionamento neorealisti e da stilemi figurativi, che possiede, su una struttura stratificata da millenni di storia mediterranea ed europea l'eredità del novecento, così come si è voluta dalla seconda guerra mondiale in poi, sotto il carico di paure atomiche e di incertezze post-moderne... internazionalismo formale in Sicilia, radicalmente votato alla fissazione di una verità che non ha sede in un luogo che pertanto è identica a Cuba, a Tokio, a Copenaghen, a San Paolo, Los Angeles e Palermo... una Koinè di strutture e segni, ovunque identici".





Già a Monreale, in quegli anni, varie esposizioni d'arte riflettono i nuovi fermenti artistici e, in alcuni saggi critici, si poteva così leggere:...l'opera rileva un uomo affascinato dalla realtà ...non come spettatore...ma lavoro di ricerca e di meditazione sui mille meccanismi che legano l'umanità.. troppe volte assassinata. Oppure: ...L'arte di oggi è arte intensamente connotativa: liberatosi dai significati, l'artista tende all'espressione pura; la pittura diviene musica, gioco libero di forme e di colori.

Come riferimento alla tradizione locale, nel 1959 nasce a Monreale, la scuola d'Arte comunale, nel 1962 come sezione staccata per il mosaico dell'Ist. Statale d'Arte di Palermo e nel 1968, Istituto autonomo:Istituto Statale d'Arte per il mosaico("M.D'Aleo")
Ne esce una schiera di giovani Artisti ed un percorso che comprende le botteghe, i laboratori di ceramica e di mosaico, studi d'arte.
Come consolidamento di questa tradizione, l'Amministrazione Comunale nel 1971 ha accettato la donazione della Sig.ra Eleonora Nora Posabella, titolare della Galleria "Il Vantaggio" di Roma che ha voluto onorare la memoria dell'illustre scrittore e critico monrealese scomparso Giuseppe Sciortino offrendo, in diversi momenti e, nel corso degli anni, numerose opere d'arte moderna e contemporanea, di famosi maestri del '900. Lo scopo è stato quello di istituire la Civica Galleria d'Arte, per arricchire il  materiale artistico monrealese, destinata a stimolare energie giovanili ed educare artisticamente e culturalmente tutta la cittadinanza.  
Molti altri pittori, scultori, mosaicisti, ceramisti e, non dimentichiamo, gli artisti che hanno operato, da autodidatta, tutti, con consensi e successi di critica a Monreale e in altre città italiane e all'estero.

R.M.


Testi consultati: 
Giovanni Bonanno "Novecento in Sicilia" Dicembre ed. Serpotta 1990
Giuseppe Schirò "Monreale Capitale Normanna" 1978
Domenico Guzzi "L'anello mancante- Figurazione in Italia negli anni '60 e '70" I° Vol. Editori Laterza anno 2002




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