Monreale e l'area metropolitana di Palermo: articolo di N. Sabella


Natale Sabella


Estratto da Labor N. 3 - 1988 Palermo


La questione inerente le aree metropolitane meridionali pone precisi problemi sui sistemi di governo e di gestione, in particolar modo per la Sicilia autonomistica con la individuazione delle tre città dell'Isola, Palermo, Catania e Messina.
Si constata che è in vigore dal marzo dell'86 la Legge 9 che agli artt. 19-20-21 definisce i caratteri delle aree metropolitane, l'individuazione dell'area, la sua relativa delimitazione, specificandone le funzioni individuando nell'Ente Intermedio il livello di governo per la risoluzione dei problemi del sovracomunale. Tale Legge, però è rimasta del tutto inattuata e appare per certi versi solamente indirizzata ad un rapporto fra area urbana e territorio come ricerca dei fabbisogni, creazione dei servizi da organizzare in ambito metropolitano per la residenza e lo sviluppo di una economia di tipo terziario. Siamo del parere che poco potrà realmente concretizzarsi per lo sviluppo di una città e del suo hinterland come sistema economico organizzato, fintantochè si scinderà l'aspetto economico-amministrativo da quello fisico-urbanistico. 
Pertanto, solamente attraverso una azione che sia uno strumento progettuale concreto giustamente guidato, senza la necessità di ricorrere a mega-piani, si potrà intervenire per un riassetto in toto dell'ambito metropolitano che conduca ad interventi specifici, integrati e coordinati di tipo urbanistico-architettonico ove la dimensione economica sia giustamente guidata da una cultura della mobilità, sia nel sistema dei trasporti, sia essa mobilità di tipo telematico e delle informazioni, riuscendo a sviluppare una crescita economica tutta propria e specifica. E finalmente, liberarsi da una falsa cultura del Piano, da molti osannata, che si ostenta di interpretare esigenze collettive, che si contraddice tanto quanto basta per regolare un assetto del territorio, proponendo soluzioni schematiche, rigide, impasticciate, rigidezze strumentali, intralcio allo sviluppo dei luoghi, regole che non regolano un bel nulla e dal nulla creano lacerazioni nei tessuti naturali e nei segni fisici della storia, della cultura di un popolo, prodotti dalla urgenza e dalla necessità di partecipare un pò tutti alla costruzione dell'effimero, dell'immediato non meditato, frutto di calcoli politici non lungimiranti, opposti a quanto realmente la coscienza umana impone. E' evidente che la vicenda della cittadina di Monreale e del suo territorio non potrà continuare ad essere legata a ritmi di trasformazione che discendono da meccanismi medievali che legano alla vocazione storica dei luoghi, condizioni statiche di sviluppo produttivo importanti, non legati ad una fase della realtà locale vista come modernizzazione sociale conducendo ad oltranza ad una indifferenza territoriale.
E' forse il momento di guardare al territorio in grande scala, sia in senso giuridico-amministrativo che economico-urbanistico, senza farsi trascinare dall'astrazione a tutti i costi del sovracomunale inteso nella logica di chi vede di potere ipotizzare uno sviluppo senza contare sulle capacità autonome di intervento che ci sono e devono essere promosse ed incentivate attraverso un inserimento nei processi produttivi. 
L'effetto città, nel senso più degradante, ha causato una espansione a cerchi riflessi, che ha inglobato antiche concentrazioni in un disegno non più definito, unitario,ordinato, generando solamente aggregazioni periferiche, che non riconoscono limiti fisici ben definiti.
Così è avvenuto per tutto il bacino orografico della Conca d'oro da nord ad est da sud ad ovest, sia nell'ambito comunale di Palermo, sia nel territorio di Monreale.  Una espansione incontrollata, abnorme piena di contraddizione con scarsa qualità della vita, che dell'essere città ha tratto solamente gli aspetti negativi, quali inquinamento, congestione etc., che giorno per giorno conquistano la Conca, i rilievi che la circondano, fagocitandone i suoi alberi, il suo cielo, rendendo omogeneo il territorio ed indirizzandolo ad una unica e grande destinazione d'uso, inamovibile quella legata all'abitare, alla residenza, senza servizi ed attrezzature. 
Cosicchè Monreale Centro, ed il suo immediato intorno, traggono dalla città di Palermo modelli di attività terziaria che si trasferiscono lungo gli assi di attraversamento della città storica in maniera polarizzante senza verificarne il sistema urbano, una mobilità veicolare gommata di tipo privato che causa giornalmente problemi di congestione di viabilità e di sosta dei veicoli, dovuti sia al flusso commerciale, sia al fenomeno del turismo di passaggio, sia al pendolarismo al quale la città di Monreale in riferimento al Capoluogo di Regione non potrà giustamente mai sottrarsi.
Un pendolarismo legato alle diverse attività lavorative e del tempo libero, dove la soluzione del vivere e dell'abitare è legata per la città antica alla struttura urbanistica sviluppatasi nel corso dei secoli, per la parte aggiunta dagli anni '50 sino ai nostri giorni per la incapacità di programmazione e di sviluppo della Pubblica Amministrazione.
Non si esclude altresì il flusso turistico, singolo o organizzato, che da Palermo quale punto di arrivo si dirama verso la vicina Monreale che presenta per la notorietà dei manufatti storico-architettonici e dei luoghi, un patrimonio unico rilevante nella cultura occidentale e non in riferimento solamente al quadro grandioso del Complesso monumentale Duomo, Chiostro, Palazzo reale, ma alla stessa struttura urbana della città, alla sua storia, al ruolo assunto rispetto alle altre cittadine siciliane. Orbene ci si domanderà adesso:- sarà possibile per un riassetto sociale-economico-urbanistico di questo immenso territorio fare parte integrante dell'area metropolitana?
Riteniamo di sì, se si opererà a costruire su questo territorio un organismo amministrativo operante a carattere comprensoriale e se si avvierà un adeguato potenziamento e realizzazione del sistema delle comunicazioni e dei trasporti che permettano una accessibilità alle aree interne con precisi nodi di interscambio quali punti forti e significativi del sistema.
Ed ancora:- la città di Monreale è una identità fisica culturale storica e civile ben definita che non dovrà fondersi con la vicina Palermo, solo perchè conurbazioni ed aggregazioni urbane coesistono sul territorio, ma abbisognano nel generale come nel particolare di interventi di ricucitura e di riqualificazione.
Insistiamo ancora nel ribadire, il ruolo fondamentale e singolare del suo Centro Storico nonchè di alcune località vicine. Un polo culturale e turistico al quale si potrà forse un giorno arrivare da un tronco metropolitano ferrato di superficie (posto in alternativa al traffico veicolare) che dovrà avere con la Città Regionale un giusto ed equilibrato rapporto. Rapporto che, all'interno dell'area metropolitana di Palermo o allo esterno di essa, dovrà esserci in un dialogo affidato al buon senso ed allo strumento progettuale che abbia come base una griglia di riferimento, capace di costruire avvenimenti urbani e di paesaggio di qualità: il tutto in una confluenza economica-urbanistica, in un giusto equilibrio delle risorse, che dovrà lavorare sul territorio soddisfacendo innanzitutto la domanda di mobilità a scala urbana, metropolitana e regionale, ricordandosi che interventi esclusivamente settoriali e di tipo involutivo, non solo non assumono significati precisi ma lasciano la Sicilia al di fuori dei circuiti nazionali ed internazionali.  

  Natale Sabella Architetto