Aldo Gerbino
"MARALDO"
o
QUATTRO VEDUTE DI MONREALE
I Poeti del Gufo Trombettiere - Accademia Siculo Normanna 1981
Dare inizio ad una attività editoriale rovolta anche alla poesia non era nell'intento dell'Accademia Siculo-Normanna "Giuseppe Sciortino". Anche se in questi sette anni di attività culturale caratterizzata da convegni, mostre, tavole rotonde, il problema del linguaggi poetico, era stato avvertito con crescente interesse. Così i poeti del gufo trombettiere (di misogallica memoria) curati da Salvatore Orilia, aprono con questo primo mini-book di Aldo Gerbino uno spazio, che se graficamente è piccolo, idealmente vuole estendersi a sempre maggiori fruizioni.
Pino Giacopelli
MARALDO
Maraldo è eccezionale nella sua tunica
di meccanico delle fontane
s'immerge con dolcezza
nei sotterranei colmi d'acqua
e raccoglie fossili di carassi,
amuleti di donne, pettini d'avorio.
Quando nuota
bigi diventano i suoi occhi
e chiara è la cicatrice
che porta al braccio metallico.
Proprio come un fanciullo discolo
sciorina al vento i suoi pensieri
appesi agli alti toriioni
mentre scava tra notizie e molecole
lividi anfratti suoni serpiginosi
nel suo corpo
infissi come aguzze punte di vetro.
Guarda Maraldo l'arco tenebroso
della grande chiesa
come una cinghia di dolore
un sole diverso
posa tra i suoi spiragli di pietra.
Ne estrae colori smussati
come certe tempere d'anni
e sapori di carte e pelle macerata
e scorge il piede/calzare rapido della ninfa minuta che sussurra
questo suo nome
Maraldo!
Maraldo grida tutto impennandosi
tra i merli e le pietre di genziana
e vipere giganti
sotto la faretra di pietra
del castello ciondolante,
Maraldo ancòra è grido di minuta ninfa serpeggiante di monete d'oro
e chiocce impinguate
e sterco di cavalli
e turbinosi ricami di frumenti.
Quale fede verso le cose e l'uomo
quale uomo o ninfa
può ricompensarti Maraldo
dell'amico che t'uccidono sulla via
sotto gli occhi cerosi dipinti col sangue
e squame di carassi
da te pescati, Maraldo
del Crocifisso instancabile
al vento tiepido
e dello stesso uomo dalla calzamaglia
dagli occhi azzurri come le fontane
che tu ripari
ricercandone il collegamento
col mare d'isola.
Ora i suoi occhi sono due castagni,
Maraldo
uomo, fanciullo, donna meccanico
di fontane e carassi
e lontano dalle tende dei monti
tra i fuochi dei coleotteri,
raccogliendo solo gatti
dagli occhi di malachite
e giostre di fumo tenue
come se tutta la città e la piazza e l'uomo riverso
ne accompaganssero questo nome semplice di libero e immortale falcone.
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