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STORIA DEI RE MAGI 

di Giovanni da Hildesheim

dall'Iran e dalla Mongolia

mito e realtà intorno alla grotta di Bethlem


                                  Cura e traduzione di Alfonso M. di Nola



MAGIA E RELIGIONI
Newton Compton Editori  1973





.........Quando fu matura la pienezza del tempo, nel quale Iddio decise di mandare in questo mondo il suo Figliolo, nato da una Vergine, l'impero era governato da ottaviano Augusto. 

E, nell'anno XLII dell'impero di lui, come narra Luca, <fu promulgato un editto ecc.>  Bisogna sapere che Bethlehem a quanto pare, non aveva allora grande riputazione e fama. E' costruita su un suolo roccioso, nel quale si aprono molte caverne e spelonche sotterraneee. Distante da Gerusalemme circa due miglia piccole, secondo le misure del luogo, è ora, un villaggio non grande. Viene poi, designata come la città di Davide perche Davide vi nacque e nel medesimo luogo nel quale fu la casa di Isai, padre di Davide e, nel quale Davide venne al mondo e fu unto re da  Samuele, proprio lì il Cristo nacque; e questo posto era al limite di una platea che. allora, si chiamava la platea coperta perchè secondo le consuetudini del paese era stata coperta con drappi neri ed altre stoffe, per difesa contro l'ardore del sole. E, in questa platea, ogni giorno si teneva mercato di ogni specie di oggetti, in particolare di vesti usate e di ornamenti femminili, anch'essi usati. Una volta alla settimana, vi era nella platea, la fiera pubblica di varie mercanzie e soprattutto  di legna. All'estremità poi della platea, era la casa di Isai e vi rimane tuttora un tugurio dinanzi ad una grotta ricavata dalla roccia. Ed essa, adattata a cellare, serve a riparare le vettovaglie dal fervore del sole. E' pure opportuno dire che, in tutte le terre e villaggi di oltremare che abbiano una qualche importanza fin dall'antichità vi fu, e tuttora vi è, la consuetudine di tenere speciali case, chiamate alchan nelle quali  sono cavalli, muli, asini e cammelli: e, se un pellegrino o un mercante ha bisogno di bestie da soma,prende ivi a nolo l'animale che vuole. Giunto poi, alla città cui è diretto, riconsegna l'animale al custode di quella casa che, anche lì, si chiama alchan. Questi lo provvede di foraggio e lo rimanda al suo padrone  insieme con il  denaro guadagnato  ovvero,  se non può farlo accompagnare riporta l'animale fuori dela città e lo lascia sulla via e quello se ne torna da solo a casa dal suo padrone.  Questi patti hanno fra loro i custodi di codeste case e ognuno di loro conosce  i nomi degli altri, anche se sono molto lontani e tutti gli animali sanno riconoscere gli itinerari. Tali case appartengono al re e ai signori di quei paesi ed essi ne traggono alte gabelle, mentre anche i custodi ne ricavano molto.

Proprio una casa di tale genere era una volta nel luogo dove il Signore venne al mondo. Ma, nel tempo della natività del Cristo, essa era andata in completa distruzione e, dinanzi a quella spelonca, era rimasto soltanto un piccolo tugurio. In piedi erano restati le pareti di mattoni e i muri sconnessi e sull'aia, che era dinanzi al tugurio, si faceva la vendita del pane. E infatti, secondo il costume di tutte le città di Oriente, il pane si vende in un solo luogo, e i signori delle terre percepiscono  a sera, le decime sulle vendite fatte. Dopo che Davide fu fatto re, la casa di suo padre,  gli era rimasta ancora assegnata per i suoi usi ma, in seguito per i grandi guasti che vi furono nella regione, nessuno ne ebbe più cura ed essa andò in rovina. E. nel tugurio e nella grotta, si lasciavano in deposito, in attesa di poterle vendere, legna e mercanzie che, portate alla fiera, erano rimaste invendute. Intorno al tugurio e nel suo interno, i villici che rano venuti al mercato, legavano gli asini e gli altri animali.

Ora, poichè tutta la gente , uomini e donne, si dirigeva, in obbedienza, all'editto di Cesare, alle città e ai villagi nei quali erano nati, anche Giuseppe e Maria arrivarono tardi al crepuscolo, quando già tutte le locande erano occupate e piene di ospiti. Poveri come erano, fecero il giro di tutta la città e nessuno volle ospitarli. e, specialmente al vedere  la giovanetta Maria , seduta su un asino, disfatta dal viaggio, gemente e sospirante, incinta e prossima al parto, non vi fu, nella città, alcun disposto ad accoglierla. Giuseppe, allora la condusse in quel tugurio e in quella spelonca.

E così in quella grotta nel corso della notte, Iddio nacque in povertà sì grande, senza dolore come doveva avvenire.  E in quel tugurio, dinanzi alla grotta, dall'antichità fino ai giorni nostri, è rimasta murata nella parete una piccola mangiatoia  di pietra, dalla grandezza di un'ulna.  E pure ad essa fu legato il bue di un mendicante, che nessuno aveva voluto ospitare e, accanto al bue, Giuseppe legò il suo asino. In quella mangiatoia Maria pose a giacere sul fieno il suo bambinello dopo averlo avvolto in fasce. Invece il luogo nel quale l'Angelo apparve ai pastori, dista da Bethlehem circa mezzo miglio secondo le misure del paese.

 

VI SI NARRA DELL’APPARIZIONE DELLA STELLA CHE SI MANIFESTO’ SUL MONTE VAUS, E DELLA SUA FORMA.

...Alla nascita del Cristo, così avvenuta, in Bethlem, sul monte Vaus fi vista levarsi una nuova stella, che raggiava a guisa di sole e illuminava l'intero mondo. E, a poco a poco, s'innalzò sopra il monte, come aquila, e rimase immota sopra di esso, sempre nello stesso punto, per  tutto il giorno, così che, quando il sole, a mezzogiorno, le passò da presso, quasi nulla era la distanza fra il sole e la stella. 

Non appariva poi, nella forma che siamo usati a vedere rappresentata in pittura nei nostri paesi, ma aveva molti lunghissimi raggi, più ardenti che fiaccole e questi raggi andavano roteando quasi come aquila che voli e batta l'aria con l'ala. E portava in sè l'effige di un bambinello e al di sopra il segno della croce. E, dall'interno della stella, fu udita una voce che diceva:<Oggi  è nato il re dei Giudei, colui che è l'aspettazione delle genti e il loro dominatore. Andate a cercarlo e a tributargli adorazione>.

 

VI SI NARRA COME I MAGI AVENDO VISTO LA STELLA SI PREPARARONO AL VIAGGIO E SI RIFERISCE DELLE TRE INDIE E DI UN USO DEI GENTILI.

    Allora, uomini e donne di quella regione, a vedere una stella tanto mirabile e ad udire la voce che ne veniva, furono invasi da singolare stupore ed ammirazione, e non ebbero dubbio che  fosse proprio quella la stella annunziata dalla profezia di Balaam.

E, nello stesso momento, i tre Re, che regnavano nelle terre dell'India, della Caldea e della Persia, ebbero dagli astrologi e dai profeti notizia della stella e grandemente si compiacquero che loro era toccato di vederla, mentre erano in vita. Avvenne così che questi tre Re, pur separati dall'enorme distanza dei loro regni, e del tutto all'oscuro l'uno della decisione degli altri, si prepararono a cercare e ad adorare il Re che era nato, con doni veri e mistici di eccezionale ricchezza, e con gioielli nobilissimi, facendosi accompagnare da numerosa scorta reale. E comandarono che la loro spedizione fosse preceduta da buoi una quantittà  grande, e da greggi e da animali da soma, e da lettisterni e  da utensili e da vettovaglie di ogni specie. Infatti, è uso di quelle terre che i principi e i signori quando viaggiano con grande seguito, facciano trasportare con loro i lettisterni e tutti gli arredi della camere da letto e gli utensili delle cucine sopra muli e cammelli. Ora, intorno ai regni e alle terre di questi tre Re, si deve sapere che tre sono le Indie e che tutti i loro territori sono costituiti per la maggior parte da isole piene di orride paludi nella quali crescono canne si robuste che se ne fanno case e navi. Ed in queste terre ed isole nascono piante e bestie diverse dalle altre, così che è fatica e pericolo ben grande passare da un'isola all'altra. Si legge pure che Assuero regnò su centoventicinque provincie dall'India fino all'Etiopia.

VI E' DETTO COME DIO FECE GIUNGERE I TRE RE IN GERUSALEMME NELLO STESSO MOMENTO E COME ESSI VENNERO A TROVARSI IN UN ANEBBIA E DELLA CAPPELLA COSTRUITA SUL MONTE CALVARIO.

Quando i tre Re, ciscuno venendo dalla sua strada, furono presso gerusalemme, circa a due miglia, silevò sopra tutta la terra una nebbia densa, caliginosa we tenebrosa e, nella caligine, persero la guida della stella. Si spiega così il passo di Isaia: <Lèvai, sii illuminata o gerusalemme perchè la ltua luce è venuta e la gloria del Signore si è levata sopra di te. Perchè ecco che le tenebre copriranno la terra e la caligine coprirà i popoli. Allora Melchioar, per primo, arrivò con i suoi presso Gerusalemme, sul monte Calvario, dove il Signore fu crocifisso. E, nella sabbia e nella caligine, si fermò secondo la volontà del Signore. Era, allora, il monte calvaio  un luogop dove si incontravano i malfattori e ai piedi del monte, vi era un trivio. Ivi sostò, dunque, Melchioar a causa della nebbia e perchè non conosceva la via. E lì  dopo molto tempo il prete Gianni e glialtri principi della nubia fecerro cavare nella roccia de monte Calvario una piccola cappella ch ddicarono al Cristo, alla sua Made e ai tre Re, e che si chiama la Cappella dei Nubiani. E, mente lì si tratteneva Melchiar, come abbiamo detto, nella nebbia e nella caligine, Balthasar re di Godolia e di Saba, giunse per il cammino che aveva seguito, insieme con il suo esercito e si fermò nelle tenebre presso il Monte Oliveto, in un villaggio che ivi chiamano Galilea.


 

continua....





























 














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