FALCONE E BORSELLINO


Giovanni Falcone e Paolo Borsellino 


VENTENNALE 
DELLE STRAGI 
DI 
CAPACI 
VIA D'AMELIO

Per ricordare i drammatici eventi 

      Quest’anno ricorre il ventennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, un evento drammatico che ha segnato profondamente le coscienze di tutti noi e ha cambiato la storia del nostro paese.
Monreale ha voluto dimostrare il suo sostegno a questa particolare ricorrenza, accettando l’invito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca , della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, e dell’ANCI,    a partecipare alla giornata celebrativa del 23 Maggio, promuovendo una serie di iniziative che avranno come preziosa cornice gli spazi antistanti il Duomo, la Galleria Civica ed il Chiostro.
    Alla manifestazione parteciperanno tutte le Scuole della Città, ognuna delle quali ha allestito stands espositivi, gestiti dagli stessi ragazzi in un clima di creativa interazione con cittadini, studenti e visitatori. Verranno illustrati i “pizzini della legalità”, interpretazioni grafiche e plastiche  sui  pericoli  di assuefazione alle normali logiche di sottomissione, e sul bisogno di innescare, sempre ed ovunque, il circolo virtuoso della cittadinanza consapevole e costruttiva.
       Saranno affissi tre grandi lenzuoli della legalità e sarà possibile apprezzare anche il grande pannello in maiolica policroma che rappresenta “L’albero della Legalità”, fissato, per l’occasione, su una parete della Scuola Elementare “Francesca Morvillo”.
     Sul palco, particolarmente significative saranno la consegna, ai Dirigenti scolastici, della sentenza relativa al processo sul piccolo Di Matteo, da parte del Presidente e del Direttore del Consorzio Sviluppo e Legalità  e le testimonianze di presidenti  di  Associazioni alle quali sono stati affidati beni confiscati alla mafia. Gli studenti delle 7 Scuole partecipanti presenteranno brevi recitals di poesie, pensieri e considerazioni su temi legati alle figure di Falcone e Borsellino, esibendosi in recite, balletti e performaces musicali.












               Da un'opera d'arte degli alunni dell'Istituto Statale d'Arte Mario D'Aleo


Duomo di Monreale















Ex Monastero dei Benedettini






























































































































VENTENNALE DELLA STRAGE DI CAPACI
23 MAGGIO1992 - 23 MAGGIO 2012

Opuscolo realizzato dall'I.C. Monreale  II  Plesso di Villaciambra
Anno Scolastico 2011/2012
In memoria di coloro che quel giorno, compiendo il loro dovere e sempre lottando contro la mafia, persero la vita:
Giovanni Falcone
Francesca Morvillo 
Vito Schifani 
Rocco Dicillo
Antonio Montinaro

Nascita della mafia:
La malavita organizzata in Sicilia nacque in epoca spagnola, i primi bandi del vicerè contro le "cosche" risalgono al XVI secolo ed in effetti in Spagna esistevano già da un secolo delle associazioni di delinquenza organizzata chiamate le "società degli uomini di onore". Questa sua prima fase, la mafia rappresentò per i ceti poveri e per il popolo governato da dominatori stranieri il mezzo con cui difendersi dalle soverchierie dei potenti attraverso punizioni immediate e plateali. Si trattava, insomma, di una organizzazione parallela allo Stato, con i suoi codici, le sue regole e le sue gerarchie.
Gli uomini della mafia si organizzarono sin dal loro nascere scegliendo come vittime piccoli proprietari che non avevano alcuna protezione e manifestando rispetto nei confronti di ricchi e potenti. Non potendo colpire i mafiosi, lo Stato decise di scendere a patti con essi e, credendo di poterli tenere sotto controllo, affidò loro cariche importanti per la gestione dell'ordine pubblico.
Antica richiesta di pizzo: il "pizzo" è vecchio almeno quanto l'Unità d'Italia e se ne hanno notizie sin da quando la mafia operava nelle sue forme primordiali. Lo dimostra una recente scoperta dello storico Vincenzo Prestigiacomo, che ha trovato a Palermo la prima  "lettera di scrocco", datata 1897.

La mafia rurale (1860-1946)
Dopo l'unificazione d'Italia, la mafia comprese che per continuare ad esistere aveva bisogno di evolversi e cominciò ad insinuarsi laddove vi era ricchezza da sfruttare. In una società fondamentalmente agricola, quale era la Sicilia di allora, la gestione dell'acqua e dello sfruttamento delle terre rappresentava l'ambito economico più redditizio, L'organizzazione della manovalanza era affidata a dei caporali collusi con la mafia a cui confluiva buona parte della ricchezza ricavata.
Nel periodo fascista si ebbe una dura repressione con il prefetto Mori (1926-1928), ma in realtà no furono colpiti i vertici dell'organizzazione mafiosa. Difatti nel 1943 lo sbarco degli angloamericani in Sicilia fu favorito proprio dalla mafia locale che aveva ramificazioni negli stati Uniti. 
Gli USA pur di reprimere il pericolo di insurrezioni comuniste, avevano caldeggiato l'assunzione del potere da parte di mafiosi. In questo clima il I maggio del 1947 fu compiuta la strage di Portella della Ginestra, località agricola dei pressi di Palermo.
Renato Guttuso -  Occupazione delle terre incolte in Sicilia (1949)

STRAGE DI PORTELLA DELLA GINESTRA
Il 1° maggio 1947, nell'immediato dopoguerra, si tornava a festeggiare la festa dei lavoratori, spostata al 21 aprile durante il regime fascista. Circa duemila lavoratori della zona di piana degli Albanesi, in prevalenza contadini, si riunirono nella vallata di Portella della Ginestra per manifestare contro il latifondismo, a favore dell'occupazione delle terre incolte, e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo nelle recenti elezioni per l'Assemblea Regionale Siciliana, svoltesi il 20 aprile di quell'anno e nelle quali la coalizione PSI-PCI aveva conquistato 29 rappresentanti( con il 29% circa dei voti) contro i soli 21 della DC (crollata al 20% circa).
Sulla gente  in festa partirono dalle colline circostanti numerose raffiche di mitra che lasciarono sul terreno, secondo le fonti ufficiali, 11 morti (9 adulti e 2 bambini) e 27 feriti, di cui alcuni morirono in seguito per le ferite riportate. la CGIL proclamò lo sciopero generale, accusando i latifondisti siciliani di voler "soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori".
(fonte: www.wikipedia.it)




La mafia cittadina
Con l'espansione dell'intervento dello Stato nell'economia mediante l'avvio di imponenti programmi di lavori pubblici, decisa negli anni 1950, dalla Democrazia Cristiana, con il sostegno del Partito Comunista Italiano, la mafia da "rurale" diventa "urbana", attirata da nuove fonti di profitto: l'edilizia, i mercati generali e gli appalti. In questi settori, essa si presenta dappriam nelle vesti tradizionali di protettrice, imponendo tangenti agli imprenditoeri, finendo poi per gestire i proprio l'iniziativa imprenditoriale, che può contare su efficaci metodi di "scoraggiamento" della concorrenza e sull'accaparramento dei finanziamenti pubblici.
Sono questi gli anni in cui diviene particolarmente intenso il rapporto fra cosche mafiose e partiti politici, per i quali la mafia non mostra alcun interesse "ideologico", limitandosi a indirizzare il consenso verso lo schieramento in grado di fornire le maggiori garanzie di conservazione del proprio potere, anche economico. Lo stesso ingresso di alcuni mafiosi in associazioni massoniche è dettato dall'opportunità di ampliare la ree di contatti, soprattutto agli ambienti finanziari e giudiziari, cosicchè anche le banche iniziano a favorire gli interessi della mafia.




La mafia internazionale
Dopo aver superato, senza subire danni strutturali, i primi processi - svoltisi alla fine degli anni 1960- la mafia, durante tutto il decennio successivo svolge un'opera d'imponente rafforzamento del proprio tessuto organizzativi allo scopo di renderlo adeguato ai mutati scenari criminali. E infatti,in quegli anni, prima il contrabbando di tabacchi lavorati esteri e poi il traffico degli stupefacenti, comportando un massiccio afflusso di liquidità, impongono alle cosche mafiose la necessità di un raccordo operativo, indispensabile per evitare "conflitti di competenza".
Le singole "famiglie", governate da un "rappresentante", vengono raggruppate secondo un criterio di contiguità territoriale e affidate al controllo di "capi-mandamento", a loro volta facenti parte di un organismo collegiale sovraordinato, la "Commissione" o "Cupola". Lo stesso rapporto con le istituzioni incomincia a farsi più conflittuale, prevedendo, come unica alternativa alla corruzione dei rappresentanti dei poteri statali, la cruenta eliminazione degli stessi, con metodologie di tipo terroristico e con lo scopo di rendere sempre più palese l'incontrollabilità del territorio da parte dello Stato.

Questa nuova organizzazione della mafia verrà messa in luce dalle coraggiose indagini dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Essi, grazie anche ai primi "pentiti" che inizieranno a collaborare con la giustizia, cominciarono a scardinare il sistema mafioso ed a lanciare alla cittadinanza un nuovo messaggio: lo Stato c'è e sta combattendo la sua battaglia contro la mafia. La malavita comincia a temerli ed il 23 Maggio del 1992 Falcone viene ucciso con la moglie e la scorta in un attentato in stile terroristico, pochi mesi dopo lo stesso accadrà a Borsellino.
Ma la città insorge e per la prima volta la gente scende in piazza. I funerali sono un evento a cui partecipa l'intera popolazione e l'albero di ficus davanti casa del giudice Falcone in via Notarbartolo diventa il simbolo di una terra che non accetta più l'ingerenza della delinquenza mafiosa.


I giorni nostri
La seconda metà degli anni Novanta registra l'abbandono della strategia stragista ed il ritorno alla mediazione silenziosa. Infatti la mafia comprende di non avere più il pieno consenso della gente e ritorna ad infiltrarsi e convivere, piuttosto che contrapporsi frontalmente alla Stato e alla società.
Dunque, dalla nascita alle sue evoluzioni fino all'odierna involuzione, possiamo riassumere che la mafia inizia il suo percorso come organizzazione parallela allo Stato, nel quale i siciliani non si riconoscevano. Con l'unità d'Italia la mafia entra nello Stato creando un rapporto di connivenza con esso e con le sue istituzioi, e raggiungendo un potere tale da manifestare la propria forza con violenze plateali per contrastare chi si oppone ad essa. 



Oggi la mafia è un'organizzazione criminale contro lo Stato che lotta quotidianamente contro di essa, grazie anche al contributo fondamentale dei cittadini siciliani i quali, schierandosi dalla parte delle istituzioni e rompendo i muri dell'omertà, hanno deciso di denunciare e lottare loro stessi.






LA MANIFESTAZIONE A CAUSA DELLE CATTIVE CONDIZIONI ATMOSFERICHE E' STATA RINVIATA A LUNEDI' 28 MAGGIO 2012 A PIAZZA GUGLIELMO II.

ESPOSIZIONE 
PRESSO AULA CONSILIARE 
FINO A QUELLA DATA